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• anoressia nervosa
• anorexia nervosa
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• fenotipi clinici
• terapia farmacologica

L’anoressia nervosa è un grave disturbo alimentare che colpisce prevalentemente adolescenti e giovani adulti. Caratterizzata da restrizioni alimentari, paura di ingrassare e alterazioni dell’immagine corporea, l’AN presenta un alto tasso di comorbidità psichiatrica e di resistenza ai trattamenti. Questo studio longitudinale retrospettivo mira a valutare l’efficacia della terapia farmacologica e a caratterizzare i fenotipi clinici di un campione di adolescenti con diagnosi di AN. I soggetti sono stati suddivisi in sei gruppi in base al trattamento farmacologico effettuato: antidepressivi, antipsicotici, stabilizzanti dell’umore, terapia combinata, switching farmacologico e nessuna terapia farmacologica. Sono stati analizzati il BMI, la gravità del disturbo, il funzionamento globale e l’iperattività fisica prima dell’avvio del trattamento farmacologico, dopo 6 mesi e dopo 12 mesi, riscontrando miglioramenti significativi in tutti i gruppi, sia quelli che hanno effettuato una terapia farmacologica, sia il gruppo che non ha assunto alcuna terapia. In quest’ultimo, sono stati rilevati una minore severità clinica e un miglior funzionamento globale a 12 mesi, nonostante, al momento della presa in carico, il livello di gravità e la compromissione funzionale non differissero rispetto ai gruppi di pazienti per i quali è stata intrapresa una terapia farmacologica. Un secondo obiettivo è stato approfondire i fenotipi clinici dei pazienti con AN in base alle comorbidità psicopatologiche, riscontrando alcune differenze fenotipiche tra pazienti con disturbo depressivo e pazienti con disturbo dello spettro bipolare: il secondo gruppo mostrava infatti maggiore gravità clinica e prevalenza di sintomi bulimici e comportamenti autolesivi. Questo studio evidenzia l’efficacia complessiva del trattamento multidisciplinare in adolescenti con AN e, in pazienti adeguatamente selezionati in base alle comorbidità psichiatriche, del trattamento farmacologico. Emerge la necessità di valutare con precisione il ruolo delle comorbidità psichiatriche, in termini di espressività del disturbo alimentare, di più appropriata scelta farmacologica e di possibili traiettorie evolutive della psicopatologia complessiva.