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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-01072025-193959


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
CAPPIELLO, CARLA
URN
etd-01072025-193959
Titolo
Associazione tra tratti autistici, spettro dei disturbi alimentari e sintomi trauma e stress-correlati in pazienti con disturbo borderline di personalità
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Dott.ssa Carpita, Barbara
Parole chiave
  • autism spectrum disorder
  • autistic traits
  • borderline personality disorder
  • eating disorders
  • post-traumatic symptoms
Data inizio appello
11/02/2025
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
11/02/2095
Riassunto
Il termine ‘autismo’ fu utilizzato per la prima volta dallo psichiatra Eugen Bleuler (1911), per identificare una delle caratteristiche principali della schizofrenia, ovvero l’autoassorbimento. Fu Leo Kanner, nel 1943, a delineare per la prima volta l’autismo come una sindrome a sé, sconnessa dalla schizofrenia, definendolo ‘una nuova forma di disturbo emotivo’. Negli anni successivi, molteplici ricerche ipotizzarono diverse eziologie, tra cui il concetto di ‘madri frigorifero’, particolarmente diffuso negli anni Sessanta, solo negli anni Settanta e Ottanta il concetto venne superato grazie a numerosi studi, che avvalorarono l’ipotesi secondo cui la causa risiedesse in un’alterazione neurobiologica. Nel 1977 le ricerche sui gemelli mostrarono che la genetica gioca un ruolo importante nella fisiopatologia dell’autismo. Nel 1980, l’autismo venne inserito per la prima volta nella terza edizione del DSM-III con diagnosi ufficiale di ‘Autismo Infantile’. Il concetto di ‘spettro’ autistico fu introdotto per la prima volta nel DSM-III-R (1987). Secondo questo concetto, il ‘Disturbo Autistico’ si riferisce alla gamma di condizioni neuroevolutive caratterizzate a difficoltà nella comunicazione e nell’interazione scoiale, comportamenti ripetitivi e interessi ristretti, con un’ampia variabilità nell’intensità e nelle manifestazioni dei sintomi. Nella quinta edizione del DSM (20123) venne rivoluzionato il concetto dei Disturbi Pervasivi dello Sviluppo, che venne sostituito con la categoria dei Disturbi dello Spetto Autistico (ASD) e venne delineata un’evoluzione e riorganizzazione dei criteri diagnostici, che si tradusse in un aumento di sensibilità diagnostica, con una minima riduzione nella specificità. Secondo il DSM-5-TR, redatto e pubblicato nel 2022, l’ASD è inserito tra i ‘Disturbi del Neurosviluppo’ e viene definito come una condizione caratterizzata da persistenti difficoltà nella comunicazione e interazione sociale, che si manifestano in diversi contesti. A questo si associano comportamenti ripetitivi e limitati, nonché interessi ristretti e attività stereotipate. Studi recenti hanno evidenziato che l’ASD costituisce un fattore predisponente allo sviluppo di vari disturbi psichiatrici, i più frequentemente riscontrati sono il BPD, il PTSD, i Disturbi dell’umore e i DCA (Dell’Osso et al., 2016b; Takara & Kondo, 2014). L'evidenza di livelli elevati di tratti autistici in adulti con diagnosi di MDD, BPD e schizofrenia, rispetto alla popolazione generale, indica una possibile connessione patofisiologica tra i disturbi dello spettro autistico (ASD) e altre condizioni psichiatriche. Questa ipotesi è sostenuta da un recente studio genetico che una maggiore sovrapposizione poligenica tra ASD e schizofrenia, così come tra ASD e BPD (Cross-Disorder Group of the Psychiatric Genomics Consortium, 2013). Recentemente, la ricerca sull'ASD si è concentrata sul "fenotipo femminile", cercando di identificare le specificità dell'autismo nelle donne. Questa attenzione nasce dal fatto che, non aderendo ai profili autistici tradizionalmente basati su criteri maschili, le donne rischiano diagnosi tardive o mancanti, poiché le loro difficoltà spesso passano inosservate o vengono fraintese. La prevalenza di ASD ha un rapporto uomo-donna di 4:1, questo viene giustificato da alcuni autori dal fenomeno di mancata o errata diagnosi nelle donne. Con lo scopo di identificare la strategia di compensazione adottata da persone con ASD per nascondere le difficoltà nelle relazioni sociali, venne adottato il termine camouflaging, riferito più frequentemente alle donne. Questa capacità di mimetizzazione, oltre a contribuire al ritardo della diagnosi, può contribuire ad aumentare i livelli di stress, dei livelli di ansia e di depressione nei soggetti ASD, tali da aumentare, nel tempo, la vulnerabilità a problematiche di salute mentale. Recentemente, la letteratura scientifica si è concentrate sempre più sul possibile legame tra I DCA e ASD e BPD e ASD.

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