Tesi etd-01042025-200418 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
STEFANUCCI, FILIPPO
URN
etd-01042025-200418
Titolo
Bande giovanili in Italia.Prospettiva criminologica e normativa
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof.ssa Venafro, Emma
Parole chiave
- bande giovanili
- decreto Caivano
- fattori di rischio
- giustizia riparativa
Data inizio appello
29/01/2025
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
Nel contesto della devianza giovanile, il presente studio si propone di analizzare il fenomeno delle bande giovanili italiane, denominate dai media e nel dibattito politico, “baby gang”. Questo fenomeno ha attirato l’attenzione dei media e impattato notevolmente sulle istanze di tutela di sicurezza collettiva da parte dell’opinione pubblica, tanto da indurre il legislatore italiano ad adottare, nel 2023, il d.lgs.n.12, noto come "Decreto Caivano", che, tra i suoi obiettivi generali di contrasto alla criminalità minorile, prevede anche il contrasto specifico al fenomeno delle “baby gang". Il lavoro inizia con un’analisi della letteratura criminologica internazionale, con particolare riferimento agli studi sul fenomeno delle bande giovanili. Le bande giovanili,sono state, infatti, a partire dalla riflessione teorica della Scuola di Chicago, oggetto di numerose ricerche, soprattutto negli Stati Uniti d'America. Questa fase preliminare della ricerca ha lo scopo di acquisire concetti e categorie analitiche che costituiranno la base per l’approfondimento della seconda parte dello studio, dedicata al contesto italiano. La letteratura criminologica consente di comprendere le diverse prospettive teoriche sul fenomeno delle bande giovanili e fornisce un quadro interpretativo delle dinamiche sociali, psicologiche e culturali che ne sono alla base. Successivamente, verrà analizzata la realtà delle bande giovanili in Italia, con un focus sulla quantificazione del fenomeno, attraverso l’esame dei dati ufficiali forniti dagli organi di pubblica sicurezza. L’indagine si concentrerà sull'identificazione dei principali fattori di rischio, sulla base delle più recenti ricerche scientifiche, che favoriscono la predisposizione dei giovani a comportamenti devianti. Questa parte dell’analisi risulterà fondamentale per comprendere le dinamiche che portano alla formazione di gruppi giovanili con comportamenti devianti. In particolare, si indagheranno gli aspetti psicologici, sociali e culturali che determinano la spinta verso l’appartenenza a bande giovanili e i fattori ambientali che ne favoriscono la formazione.Tale analisi costituirà la base per una valutazione delle misure previste dal Decreto "Caivano" e della loro capacità di incidere sui fattori di rischio legati alla devianza giovanile, al fine di comprenderne l’efficacia.Inoltre,si esamineranno gli effetti del decreto sui principi fondanti il codice di procedura penale minorile, per valutare se e come le nuove disposizioni possano alterare il quadro normativo e procedurale vigente in materia di giustizia minorile.Un ulteriore ambito di analisi riguarda gli strumenti di prevenzione primaria, con l’obiettivo di individuare le strategie più efficaci per contrastare la devianza giovanile, con un’attenzione particolare al fenomeno delle bande giovanili. Sarà importante esplorare le misure preventive che possono ridurre i fattori di rischio e limitare la diffusione di questi gruppi, intervenendo a livello educativo, sociale e territoriale. L’approfondimento delle politiche di prevenzione consentirà di delineare soluzioni pratiche e teoriche per depotenziare i fattori di rischio ai comportamenti devianti tipici delle bande giovanili. Infine, il lavoro esaminerà la recente introduzione di una disciplina organica della giustizia riparativa nell'ordinamento giuridico italiano, attraverso il d.lgs.n.150 del 2022. La giustizia riparativa, che si fonda su un nuovo modello di risoluzione dei conflitti derivanti da atti criminosi, ha trovato storicamente un terreno di applicazione privilegiato nell’ambito minorile. Il presente studio esplorerà come la giustizia riparativa possa rappresentare una modalità innovativa per gestire i conflitti derivanti dalle azioni criminali delle bande giovanili, proponendo soluzioni alternative che privilegino la riparazione del danno piuttosto che la sanzione penale. In particolare, si cercherà di valutare se la giustizia riparativa possa configurarsi non solo come uno strumento di risoluzione dei conflitti, ma anche come una misura di prevenzione secondaria, utile a ridurre il rischio di recidiva tra i giovani coinvolti in comportamenti devianti.
L’obiettivo finale di questo studio è duplice: da un lato, analizzare in profondità il fenomeno delle bande giovanili in Italia e, dall’altro, valutare l’efficacia delle più recenti misure normative adottate per contrastare tale fenomeno, con un focus particolare sulle novità introdotte dal Decreto "Caivano" e sull’applicabilità della giustizia riparativa come strumento alternativo al sistema penale tradizionale.
L’obiettivo finale di questo studio è duplice: da un lato, analizzare in profondità il fenomeno delle bande giovanili in Italia e, dall’altro, valutare l’efficacia delle più recenti misure normative adottate per contrastare tale fenomeno, con un focus particolare sulle novità introdotte dal Decreto "Caivano" e sull’applicabilità della giustizia riparativa come strumento alternativo al sistema penale tradizionale.
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