Tesi etd-10062016-131115 |
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Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (3 anni)
Autore
COSTANZO, FRANCESCO
URN
etd-10062016-131115
Titolo
DNA barcoding per l'analisi del mislabeling di prodotti importati da Paesi Terzi: indagine presso il Posto d'Ispezione Frontaliero di Livorno-Pisa
Dipartimento
SCIENZE VETERINARIE
Corso di studi
ISPEZIONE DEGLI ALIMENTI DI ORIGINE ANIMALE
Relatori
relatore Dott. Armani, Andrea
Parole chiave
- DNA barcoding
- frodi
- mislabeling
- Posti d’ispezione frontaliera
- prodotti della pesca
Data inizio appello
28/10/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
I prodotti ittici rappresentano il prodotto di origine animale più largamente commercializzato a livello globale. L’aumento dei consumi di prodotti della pesca, insieme alla globalizzazione dei trasporti ha fatto sì che il numero di tali prodotti importati da Paesi Terzi in Unione Europea sia in costante aumento. Scopo del presente studio è stato quello di svolgere un’indagine sulle non conformità sanitarie e commerciali su prodotti ittici d’importazione destinati al consumo umano provenienti da Paesi Terzi. I prodotti sono stati campionati presso il Posto di Ispezione Frontaliero di Livorno-Pisa (PIF). Attraverso la metodica del DNA barcoding è stata verificata la corrispondenza del prodotto alla denominazione scientifica riportate sui documenti sanitari che accompagnano le partite. Sono stati sottoposti ad analisi molecolare per identificazione di specie 277 prodotti: 107 costituiti da pesce congelato, 3 prodotti a base di pesce salato o affumicato, 19 conserve a base di pesce, 64 prodotti costituiti da prodotti congelati a base di molluschi cefalopodi, 19 da molluschi bivalvi, 53 da crostacei, 6 prodotti misti a base di cefalopodi e crostacei (prevalentemente spiedini ready-to-cook) e 5 prodotti vari (1 confezione di cosce di rana, 1 confezione di sushi ready-to-eat, 1 panetto di pelle di pesce e 2 prodotti costituiti da uova di pesce). Ciascun prodotto è stato registrato e fotografato presso il FishLab, Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Pisa. Per ciascun prodotto sono stati raccolti da 1 a 5 campioni di tessuto per le analisi molecolari, per un totale di 1010 campioni (387 di tessuto di pesci, 310 di cefalopodi, 214 di crostacei, 94 di bivalvi e 5 di anfibi). Tutti i campioni sono stati sottoposti a estrazione del DNA totale e a valutazione quali-quantitativa mediante analisi microspettrofotometrica e, se necessario, corsa del DNA totale. Sono stati successivamente amplificati mediante PCR con l’utilizzo di primer universali per l’amplificazione di diversi geni mitocondriali e nucleari. I prodotti di PCR sono stati inviati al sequenziamento e le sequenze ottenute sono state confrontate con i database internazionali (GenBank e BOLD). Tutti i campioni sono stati estratti con successo. Per quanto riguarda il successo del sequenziamento, valutato su tutti i target genici selezionati, è stata ottenuta almeno una sequenza leggibile per il 100% dei pesci non trasformati e per quelli affumicati o salati, per il 79% degli inscatolati, il 92,2% dei cefalopodi, il 77,4% dei crostacei, per il 60% dei bivalvi e per l’83% dei prodotti misti composti da cefalopodi e crostacei. Dal confronto tra i risultati dell’analisi molecolare e la denominazione scientifica dichiarate sui documenti sanitari, è risultato che i fenomeni di mislabeling interessavano in totale il 20,6% dei prodotti. In particolare, la percentuale più alta è stata osservata per i prodotti a base di cefalopodi (43,8%), seguiti da quelli a base di crostacei (17%) e di pesci (14%). Questo studio, condotto in collaborazione con il personale veterinario del Ministero della Salute, rappresenta la prima indagine sul mislabeling in prodotti campionati presso un PIF in Europa. Questi dati forniscono pertanto una prima indicazione sulle problematiche più frequenti e sulle categorie maggiormente a rischio di frode, anche in relazione ai Paesi terzi d’origine.
File
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