Tesi etd-06182009-103012 |
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Tipo di tesi
Tesi di dottorato di ricerca
Autore
SARDELLI, VALENTINA
URN
etd-06182009-103012
Titolo
A colloquio con il proprio passato: la corrispondenza inedita di Johannes Urzidil
Settore scientifico disciplinare
L-LIN/13
Corso di studi
LETTERATURE STRANIERE MODERNE (FRANCESE, INGLESE, SPAGNOLO, TEDESCO)
Relatori
Relatore Prof. Crescenzi, Luca
Parole chiave
- Edvard Beneš
- Ernst Sommer
- Felix Weltsch
- Franz Kafka
- Franz Werfel
- Hans Günther Adler
- letteratura praghese
- Ludwig Winder
- Max Brod
- Petr Bezruč
- Prager Deutsch
- Prague literature
- Robert Weltsch
- Willy Haas
Data inizio appello
19/02/2010
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
19/02/2050
Riassunto
Dal 1939 al 1970, in più di trenta anni di esilio, lo scrittore praghese di madrelingua tedesca Johannes Urzidil corrisponde con numerosi personaggi: intellettuali, politici, giornalisti, musicisti. Dal lavoro di lettura e poi di trascrizione semi-diplomatica degli scambi epistolari con alcuni dei letterati che con lui avevano condiviso gli anni giovanili a Praga (Hans Günther Adler, Max Brod, Willy Haas, Felix e Robert Weltsch, Franz Werfel) abbiamo constatato che l'inizio dei carteggi è sempre successivo al 1939, all'invasione tedesca della città natale e alla fuga di ciascuno verso destinazioni europee o extraeuropee.
La maturità e la lontananza dalla patria, realtà bruscamente trasformata in un passato chiuso e concluso, svegliano l’urgenza della comunicazione con chi ha subíto un destino affine, l’urgenza della condivisione. La difficoltà di trovare una propria collocazione e di ambientarsi in una nuova realtà culturale e letteraria, la necessità di ricordare il passato, ma anche di adeguarsi al presente e di lavorare per il futuro: tutto ciò è presente nelle lettere ed è affrontato in momenti chiave della vita di ciasun corrispondente.
In una lettera del 27 aprile 1965 Haas scrive di tenere molto alla «innere Verbindung zu [s]einen Freunden», i quali sembrano assumere nella distanza un ruolo fondamentale, quasi una seconda famiglia d’origine, visto che la prima è spesso scomparsa con la guerra e il passare degli anni. Il 7 febbraio 1946 Brod scrive: «Interessant, wie Kafka jetzt berühmt ist und zugleich mißverstanden wird. Wir wenigen Prager, wir wissen es besser», evidenziando l’immagine di un piccolo gruppo di eletti, di testimoni che si fanno vanto della propria condizione, perché il presente ha bisogno che quel trascorso venga preservato nei confronti di coloro che non lo hanno vissuto in prima persona.
Il 21 marzo 1966 Adler usa per Urzidil l’appellativo di «gute Prager Stimme aus New York» e ancora «unter der überlebenden "Literatoren" am meisten die Verkörperung von Prag»: la testimonianza di Urzidil viene legittimata dal corrispondente, fondamentale diventa il valore che vediamo attribuire al suo ruolo, non soltanto per il ruolo in sé, ma per il dialogo che questo risveglia e stimola alla distanza. Egli è considerato la voce, ma anche lo spirito di Praga: attraverso i suoi scritti, pubblici e privati, Urzidil ricrea la città natale come questa era prima che le circostanze costringessero molti alla fuga.
Il 28 ottobre 1952 Brod interpella Urzidil, perché questi intervenga in favore del suo "Der Meister", uscito nella versione inglese nel 1951: in seguito al timido riscontro finora ottenuto dal volume, Brod si affida alle capacità e all’influenza dell’amico nell’ambiente culturale di New York. Uno degli esempi che mostra come a Urzidil, ancora ricordato quale giovane rappresentante della letteratura tedesca di Praga, già venga riconosciuta una posizione di intermediario tra Europa e Stati Uniti.
L'epistolario dello scrittore svela il carattere e la verità di un ruolo che sono state le lettere a consolidare: con le azioni e poi con le parole Urzidil ha contribuito a ristabilire l'unità perduta e, mantenendo in vita una comunità che non poteva più dirsi tale, ha reso Praga una categoria dello spirito.
La maturità e la lontananza dalla patria, realtà bruscamente trasformata in un passato chiuso e concluso, svegliano l’urgenza della comunicazione con chi ha subíto un destino affine, l’urgenza della condivisione. La difficoltà di trovare una propria collocazione e di ambientarsi in una nuova realtà culturale e letteraria, la necessità di ricordare il passato, ma anche di adeguarsi al presente e di lavorare per il futuro: tutto ciò è presente nelle lettere ed è affrontato in momenti chiave della vita di ciasun corrispondente.
In una lettera del 27 aprile 1965 Haas scrive di tenere molto alla «innere Verbindung zu [s]einen Freunden», i quali sembrano assumere nella distanza un ruolo fondamentale, quasi una seconda famiglia d’origine, visto che la prima è spesso scomparsa con la guerra e il passare degli anni. Il 7 febbraio 1946 Brod scrive: «Interessant, wie Kafka jetzt berühmt ist und zugleich mißverstanden wird. Wir wenigen Prager, wir wissen es besser», evidenziando l’immagine di un piccolo gruppo di eletti, di testimoni che si fanno vanto della propria condizione, perché il presente ha bisogno che quel trascorso venga preservato nei confronti di coloro che non lo hanno vissuto in prima persona.
Il 21 marzo 1966 Adler usa per Urzidil l’appellativo di «gute Prager Stimme aus New York» e ancora «unter der überlebenden "Literatoren" am meisten die Verkörperung von Prag»: la testimonianza di Urzidil viene legittimata dal corrispondente, fondamentale diventa il valore che vediamo attribuire al suo ruolo, non soltanto per il ruolo in sé, ma per il dialogo che questo risveglia e stimola alla distanza. Egli è considerato la voce, ma anche lo spirito di Praga: attraverso i suoi scritti, pubblici e privati, Urzidil ricrea la città natale come questa era prima che le circostanze costringessero molti alla fuga.
Il 28 ottobre 1952 Brod interpella Urzidil, perché questi intervenga in favore del suo "Der Meister", uscito nella versione inglese nel 1951: in seguito al timido riscontro finora ottenuto dal volume, Brod si affida alle capacità e all’influenza dell’amico nell’ambiente culturale di New York. Uno degli esempi che mostra come a Urzidil, ancora ricordato quale giovane rappresentante della letteratura tedesca di Praga, già venga riconosciuta una posizione di intermediario tra Europa e Stati Uniti.
L'epistolario dello scrittore svela il carattere e la verità di un ruolo che sono state le lettere a consolidare: con le azioni e poi con le parole Urzidil ha contribuito a ristabilire l'unità perduta e, mantenendo in vita una comunità che non poteva più dirsi tale, ha reso Praga una categoria dello spirito.
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