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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-05012014-170921


Tipo di tesi
Tesi di dottorato di ricerca
Autore
RICCI, SARA
URN
etd-05012014-170921
Titolo
Sinestesia e metafora: una relazione pericolosa
Settore scientifico disciplinare
L-LIN/01
Corso di studi
DISCIPLINE UMANISTICHE
Relatori
tutor Prof. Marotta, Giovanna
relatore Prof. Nicolai, Florida
Parole chiave
  • synaesthesia
  • sinestesia
  • sensorialità
  • percezione
  • metaphor
  • metafora
  • gerarchie sensoriali
  • aggettivo
  • test di produzione linguistica
Data inizio appello
03/07/2014
Consultabilità
Completa
Riassunto
Centro dell'attenzione di questa tesi sono le sinestesie nella lingua italiana, vale a dire quelle espressioni che descrivono esperienze percettive incrociando elementi di modalità sensoriali non omogenee, come ad esempio "voce calda" (in cui un'espressione uditiva è qualificata da un aggettivo tattile) oppure "odore pungente" (dove si abbinano olfatto e tatto). In particolare se ne indaga il rapporto con la figura retorica della metafora, della quale le sinestesie sono tradizionalmente considerate un sottoinsieme: il presente lavoro
ritiene tuttavia tale interpretazione insufficiente e di dubbia validità.
Per suffragare questa considerazione (e a differenza degli studi già esistenti, basati su ricerche lessicografiche o corpora di testi letterari e non) la presente ricerca ha voluto basarsi su esempi di lingua il più possibile viva e a contatto immediato con le percezioni che descrive: si è dunque deciso di ideare delle semplici esperienze percettive (ascoltare rumori, osservare colori, annusare profumi...) da sottoporre ad una serie di persone, chiedendo loro di produrne una descrizione. In tali descrizioni sono isolate le sinestesie che costituiscono il corpus originale di riferimento del presente studio.
A seguito dell'analisi sintattica e semantica delle sinestesie così raccolte, appare ancor più necessario mettere in discussione l'idea dell'appartenenza della sinestesia al novero delle metafore: si propongono quindi interpretazioni alternative.
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