logo SBA

ETD

Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-12312021-182317


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
COLA, CHIARA
URN
etd-12312021-182317
Titolo
Libia, il Paese "sospeso". Le relazioni con l'Italia durante la crisi
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SCIENZE MARITTIME E NAVALI
Relatori
relatore C.C. (AN) Altiero, Oscar
Parole chiave
  • Gheddafi
  • Libia
  • relazione bilaterale Italia-Libia
Data inizio appello
13/01/2022
Consultabilità
Completa
Riassunto
La Libia è una terra dalle molteplici radici, abitata da un popolo organizzato prevalentemente in clan o tribù, diverse le une dalle altre, e in perenne conflitto non solo tra di loro, ma anche con gli abitanti della costa. Nella storia di questo Paese è difficile individuare momenti in cui traspaia un reale spirito unitario, o almeno una comune volontà aggregativa; i rari momenti in cui questo è accaduto, erano collegati alla presenza di un nemico comune, quindi la concretizzazione di specifici interessi. La Libia, inoltre, occupa una posizione strategica per il controllo delle vie di comunicazione e delle rotte commerciali nel Mediterraneo.
L’insieme delle caratteristiche territoriali, demografiche e geopolitiche spiega come mai, nel corso di tutta la sua storia, questa terra sia stata caratterizzata da uno sviluppo economico e sociale disomogeneo, e connotato da molteplici e successive dominazioni, che a partire dall’Impero Romano fino alla colonizzazione italiana, si sono protratte fino a metà del XX Secolo.
Dopo la proclamata indipendenza, i due eventi che hanno modificato radicalmente la situazione geo-politica della Libia sono stati il ritrovamento del petrolio e l’ascesa al potere del Colonnello Mu’ammar Gheddafi. Infatti, sarà proprio il Colonnello a tentare l’unificazione del Paese, spingendo verso un’identità comune i popoli di un territorio i cui confini sono, di fatto, disegnati sulla carta geografica più che individuati dalla cultura, dall’orografia o dalla storia.
A questa apparente situazione di unità, ne subentra nuovamente una complessa e disomogenea, a partire dalla caduta del regime di Gheddafi nell’anno 2011. Questo crea un contesto di notevole incertezza che, ancora oggi, sfortunatamente ne caratterizza lo scenario e rappresenta la base in cui possono facilmente prosperare instabilità, traffici illeciti di beni e persone e violenza.
La presenza e la crescita di cellule fondamentaliste nel territorio ha indotto la comunità internazionale a intervenire per mediare un accordo che consenta la formazione di un governo unico. L’azione internazionale ottenne un primo risultato alla fine del 2015 quando, nell’ambito degli accordi promossi dall’ONU, venne costituito Governo di Unità Nazionale e designato il premier libico Fayez al-Sarraj. Ma il nuovo esecutivo non ottenne la fiducia di nessuno dei due Parlamenti già esistenti, a Tobruk e a Tripoli.
La Libia di oggi appare come il risultato dell’interazione tra un miscuglio caotico di poteri locali e i forti interessi economico-politici di Stati terzi. Un Paese “sospeso”, in attesa delle elezioni che si spera lo possano guidare verso una certa stabilità politica, economica, sociale. Elezioni ancora una volta programmate, per il 24 dicembre 2021, e ancora una volta rimandate.
Sin dall’inizio della crisi, l’Italia ha sempre cercato di promuovere la ricostruzione dell’unità nazionale e istituzionale dello Stato libico. Il pieno sostegno che il nostro Paese ha dato all’accordo di Skhirat, non solo è radicato nel pieno riconoscimento delle Nazioni Unite, ma riflette anche la salvaguardia dei propri interessi nazionali nel Mediterraneo.
File