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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-12312021-155003


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
AGOSTINI, MARIA VITTORIA
URN
etd-12312021-155003
Titolo
I FATTORI OCEANOGRAFICI CRITICI PER LE OPERAZIONI DEI GRUPPI OPERATIVI SUBACQUEI NELLE ACQUE DELLA PIATTAFORMA CONTINENTALE DEL MAR TIRRENO
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SCIENZE MARITTIME E NAVALI
Relatori
relatore Trossarelli, Giorgio
Parole chiave
  • Gruppo Operativo Subacquei
  • Marina Militare
  • palombari
  • piattaforma continentale
  • limiti oceanografici
  • immersione subacquea
Data inizio appello
13/01/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
13/01/2062
Riassunto
Con oltre 165 anni di storia la categoria Palombari è una delle più antiche della Marina Militare. COMSUBIN è l’unico ente preposto alla formazione del personale subacqueo della Marina Militare, delle altre Forze Armate e Corpi Armati dello Stato. Iniziamo, dunque, con l’introdurre il Gruppo Operativo Subacquei. Per la salvaguardia della sicurezza degli operatori subacquei e di tutto il team di supporto che li coadiuva, assume fondamentale importanza svolgere le operazioni subacquee solo nelle condizioni meteo marine adeguate. In particolare, variabili come temperatura, corrente, marea e stato del mare possono limitare la loro condotta, fino addirittura ad impedirne lo svolgimento. Nell’analizzare questi limiti, è importante anche considerare i valori che questi comunemente assumono all’interno dei vari teatri operativi.
I limiti che garantiscono la sicurezza delle operazioni subacquee secondo la Pubblicazione Marina Militare SMM 151, Organizzazione e procedure dei reparti subacquei per le operazioni di ricerca e inutilizzazione degli ordigni esplosivi, sono:
- limiti delle apparecchiature e della miscela respiratoria;
- limiti ambientali;
- carico di lavoro;
- livello di addestramento del personale;
- norme igieniche.
Oltre alle limitazioni sovra elencate, bisogna anche tener conto dei limiti che comporta una normale immersione. Questi riguardano al velocità di discesa e risalita di un operatore, le eventuali tappe di decompressione da svolgere e le modalità con cui l'azoto presente nel corpo umano viene espulso da questo, attraverso degli accorgimenti. Il tutto per evitare l'insorgere di problemi quali narcosi da azoto o embolie. Per fare tutto questo è possibile consultare le tabelle di decompressione oppure servirsi della tecnologia presente nei computer da immersione.
I limiti delle apparecchiature e della miscela respiratoria presente al loro interno influenzano non solo la massima profondità raggiungibile da un subacqueo, ma anche il tempo di permanenza a tale quota. Tra tutti gli apparati il più limitante è quello che utilizza al suo interno ossigeno puro.
I fattori ambientali hanno un’influenza determinante sull'immersione. In particolare, all’interno delle condizioni ambientali dovranno essere distinte: le condizioni ambientali di superficie e quelle sottomarine. Le condizioni ambientali di superficie si ripercuotono sia sugli operatori subacquei che sul team d’assistenza. Queste condizioni, influenzate dalla posizione geografica, dal periodo dell'anno e dalle condizioni meteorologiche includono:
- lo stato del mare;
- la temperatura;
- la visibilità;
- il vento;
- la corrente;
- la prossimità di altre imbarcazioni.
Il secondo tipo di condizioni ambientali che bisogna valutare sono quelle subacquee. Queste hanno un ruolo fondamentale nella scelta della tecnica d’immersione, degli operatori e dell'equipaggiamento da impiegare. I fattori di particolare importanza sono:
- il tipo di fondo;
- le correnti e le maree;
- la visibilità;
- la temperatura dell’acqua;
- l'inquinamento;
- gli ostacoli naturali o artificiali.
Sono molti i fattori oceanografici, e non solo, da tenere in considerazione per la condotta di un’immersione subacquea in sicurezza. A livello pratico, il rispetto dei limiti imposti dalla pubblicazione Marina Militare SMM 151 impone, a volte, l'interruzione di una missione. Infatti, durante lo svolgimento dell’operazione condotta nel 2016 per il recupero del peschereccio affondato nello Stretto di Sicilia, a causa dello stato del mare superiore a 3 e del vento di intensità maggiore di 15 nodi, i momenti idonei allo svolgimento di questa missione sono stati ridotti e frammentati.
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