ETD

Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-12292008-130424


Tipo di tesi
Tesi di dottorato di ricerca
Autore
D'AGNELLI, ANTONIO ROSARIO
Indirizzo email
a.dagnelli@adm.unipi.it
URN
etd-12292008-130424
Titolo
La crisi del giugno-luglio 1964
Settore scientifico disciplinare
M-STO/04
Corso di studi
STORIA
Relatori
Relatore Prof. Pezzino, Paolo
Relatore Prof. Romanelli, Raffaele
Relatore Prof. Scirocco, Giovanni
Parole chiave
  • Commissioni parlamentari d'inchiesta
  • centro-sinistra
  • Italia repubblicana
  • Piano Solo
Data inizio appello
22/12/2008
Consultabilità
Completa
Riassunto
La ricerca sulla crisi del giugno-luglio 1964 è nata dalla duplice constatazione da un lato del rilievo che gli storici hanno dato a questa vicenda nel quadro della ricostruzione complessiva dell’Italia repubblicana, dall’altro dell’assoluta assenza di un qualche serio approfondimento storiografico, anche a fronte di un materiale documentario che possiamo considerare significativo.
La crisi del giugno-luglio del 1964 ha, infatti, un ruolo fondamentale nell’elaborazione di due filoni storiografici di grande interesse: uno è quello che riguarda la riflessione sulla stagione del centro-sinistra negli anni Sessanta, sui suoi risultati e, soprattutto, sui suoi limiti; l’altro è quello relativo al tema della violenza politica nell’Italia repubblicana e in particolare al legame che alcuni storici hanno individuato con la “strategia della tensione” tra la fine degli anni Sessanta e la metà degli anni Settanta. Di fronte alla centralità della questione, più volte confermata dagli storici che si sono occupati del periodo repubblicano, era sorprendente la pressoché completa mancanza di studi specifici. A parte alcuni volumi saggistici, oramai molto datati, non esisteva altra pubblicazione sull’argomento. Tale vuoto era ancora più sorprendente se si considera la mole di documenti che si è accumulata negli anni e che gli studiosi hanno oggi a disposizione.
I fatti collegati a quella crisi sono stati alla base di due specifici procedimenti giudiziari. Il primo fu originato dalle querele del generale Giovanni De Lorenzo e del colonnello Mario Filippi contro il direttore de L’Espresso, Eugenio Scalfari, e il giornalista Lino Jannuzzi, e portò alla sentenza del 1° marzo 1968. Il secondo nacque dalla querela di De Lorenzo contro il nuovo direttore del settimanale romano, Gianni Corbi, il giornalista Gregoretti e il generale Gaspari, e si concluse con la sentenza di primo grado del 12 maggio 1970. I processi di appello non furono mai celebrati, perché tra la fine del 1972 e l’inizio del 1974 prima De Lorenzo e poi Filippi ritirarono le rispettive querele, dando quindi luogo alla sentenza di non doversi procedere del 17 gennaio 1974.
Non si può dimenticare, inoltre, che la crisi del giugno-luglio 1964 ha occupato una parte di molte istruttorie e sentenze sulle principali stragi che si sono verificate in Italia a partire dal 1969, negli atti prodotti in relazione alla struttura “Gladio” e in varie altre inchieste sui “misteri” italiani.
Ancora più corposa è la documentazione di origine parlamentare. Del 1971 è la pubblicazione dei risultati finali della Commissione parlamentare d’inchiesta sugli eventi del giugno-luglio 1964, istituita nel 1969 sotto la guida del deputato Giuseppe Alessi. Del 1991 è la pubblicazione della documentazione concernente gli omissis dell’inchiesta sul Sifar, decisa dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul terrorismo in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi (più comunemente denominata come Commissione Stragi) presieduta dal senatore Libero Gualtieri. Con questo materiale gli studiosi hanno avuto a disposizione, in modo pressoché integrale - cioè con le relazioni, gli allegati e gli interrogatori - tutti i documenti indicati complessivamente come “Piano Solo”, gli atti delle Commissioni amministrative incaricate di indagare sulle degenerazioni del Sifar (Commissione Beolchini) e sugli eventi del giugno-luglio 1964 (Commissione Ciglieri-Manes e Commissione Lombardi), gli atti e le relazioni finali della Commissione parlamentare d’inchiesta Alessi.
La crisi del giugno-luglio 1964 ha fatto parte anche degli ultimi anni di attività della Commissione Stragi, occupando un paragrafo della “Proposta di relazione conclusiva” formulata nel dicembre del 1995 dal presidente della Commissione, Giovanni Pellegrino, e diverse pagine dei 19 elaborati depositati dai vari commissari allo scioglimento della Commissione, il 26 aprile del 2001.
La ricerca di Antonio Rosario D’Agnelli ha esaminato con attenzione queste fonti, integrando poi lo studio con l’analisi della stampa quotidiana e periodica, in modo particolare riguardo ai giorni di crisi del giugno-luglio 1964 (anche con il supporto di alcuni articoli pubblicati sulle testate francesi e tedesche); al periodo di denuncia dei pericoli corsi durante quella crisi, a partire dal maggio del 1967; alle più recenti iniziative di ricostruzione analitica promosse tra anni Novanta e inizi del nuovo secolo.
Il lavoro si è poi indirizzato alla raccolta di testimonianze, ricordi e giudizi formulati dai protagonisti di quella crisi - soprattutto, il presidente della Repubblica, Antonio Segni, il presidente del Consiglio, Aldo Moro, e il leader socialista Pietro Nenni - e dagli altri esponenti politici dei principali partiti.
Sullo sfondo sono rimasti i volumi di ricostruzione storiografica sull’Italia repubblicana e il repertorio vasto, ma spesso datato, di pubblicazioni a livello di pubblicistica.
Partendo da queste fonti - e senza ignorare altri importanti contributi legati alla valutazione sulla stagione del centro-sinistra negli anni Sessanta, all’analisi del fenomeno della violenza politica tra anni Sessanta e Settanta, all’influenza dei fattori internazionali sul contesto italiano di quel periodo, in particolare per quanto riguarda il ruolo degli apparati Statunitensi - la ricerca ha mirato a sintetizzare e presentare le conoscenze raggiunte sulla crisi del giugno-luglio 1964 nel loro sviluppo cronologico. La sezione dedicata all’approfondimento della crisi politica, dettagliata fino all’analisi giorno per giorno della fase cruciale e delle iniziative dei singoli protagonisti, ha introdotto quella sui primi annunci dei pericoli eversivi, giunti in contemporanea allo svolgimento della crisi grazie ad alcune corrispondenze degli organi di stampa francesi e tedeschi. Il tema ritornò alla ribalta, dopo un paio di anni, sulla scia delle denunce giornalistiche e delle inchieste relative alle degenerazioni del SIFAR, fino ad acquisire un ruolo centrale con la campagna di stampa organizzata da L’Espresso e da altri organi di stampa. La terza parte della ricerca dà conto di questi passaggi, fino a terminare con l’analisi dei dibattimenti processuali e delle sentenze che videro contrapposti il generale De Lorenzo ai giornalisti del settimanale romano. I lavori portati a termine dalle diverse Commissioni d’inchiesta, sia amministrative che parlamentari, e il confronto tra le diverse versioni dei documenti resi pubblici a distanza di tempo hanno costituito la quarta parte dello studio. Passando attraverso le chiavi di lettura sulla vicenda proposte dagli autori dei manuali sull’Italia repubblicana, si giunge alla definizione delle conclusioni, in cui la crisi del giugno-luglio 1964 viene posta in discussione per quanto riguarda l’effettiva gravità della crisi politica e i suoi esiti finali dal punto di vista della composizione governativa e del programma; la reale consistenza della minaccia eversiva, attraverso la valutazione del piano “Solo” e delle predisposizioni adottate prima e durante la crisi; la connessione più o meno stringente tra crisi politica e pianificazione eversiva. Cosa fu il piano “Solo”? Che ruolo ebbe nello svolgimento della crisi politica? Chi furono gli attori in gioco? Sono questi, in definitiva, i principali quesiti a cui la tesi ha tentato di rispondere.