Thesis etd-12292004-152552 |
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Thesis type
Tesi di laurea vecchio ordinamento
Author
Birindelli, Simona
URN
etd-12292004-152552
Thesis title
Danni citogenetici in linfociti umani esposti a radiazioni non ionizzanti alla frequenza di 2,45 GHz
Department
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
Course of study
SCIENZE BIOLOGICHE
Supervisors
relatore Prof. Barale, Roberto
Keywords
- radiazioni non ionizzanti
- test citogenetici
Graduation session start date
25/01/2005
Availability
Partial
Release date
25/01/2045
Summary
Lo sviluppo tecnologico di questi ultimi anni ha incrementato vertiginosamente l'utilizzo delle radiazioni non ionizzanti (microonde) che trovano un vasto impiego nelle apparecchiature ad uso domestico (es: forno a microonde, antifurto, sistemi di allarme), nell’industria e nella ricerca (es: applicazioni mediche). A questo proposito sta diventando sempre più importante riuscire a valutare quali possano essere i rischi per la salute in seguito alla crescente esposizione a microonde a cui la popolazione umana è soggetta.
Lo scopo della presente tesi è quello di verificare se le microonde siano in grado di indurre effetti genotossici in cellule umane (linfociti circolanti di sangue periferico). Sono stati condotti esperimenti in vitro esponendo sangue periferico di un donatore maschio, sano, non fumatore di 28 anni, a radiazioni non ionizzanti in onda continua alla frequenza di 2,45 GHz con densità di potenza 5, 10, 20, 30 mW/cm2 per tempi di esposizione di 10, 30, 60 min. La valutazione del danno genotossico è stata effettuata mediante analisi citogenetiche quali il test delle aberrazioni cromosomiche ed il test del micronucleo (MN). Entrambe le metodiche consentono di osservare, seppur con modalità sperimentali differenti, anomalie a carico dei cromosomi che rappresentano il risultato sia di cambiamenti nella struttura dei cromosomi (rotture e/o riarrangiamenti) sia di alterazioni della loro corretta distribuzione durante la divisione mitotica. In particolare, poichè il test delle aberrazioni viene effettuato in metafase, è possibile anche valutare la tipologia e la localizzazione delle anomalie cromosomiche osservate.
Nel caso specifico dei micronuclei, la cui osservazione avviene nella cellula interfasica, dal momento che essi possono derivare da rotture cromosomiche o da eventi di malsegregazione di uno o più cromosomi (per esempio dovuti ad alterazione dell'apparato mitotico), la sola osservazione di un incremento nella loro frequenza non fornisce informazioni sul meccanismo responsabile della loro origine. Per ovviare a questo inconveniente viene correntemente utilizzata la tecnica dell’ibridazione in situ fluorescente (FISH). L'uso, infatti, di una sonda pancentromerica (che riconosce il centromero di tutti i cromosomi umani) permette di distinguere correttamente micronuclei contenenti interi cromosomi (mostrano un segnale di fluorescenza) da quelli formati da frammenti acentrici di cromosomi (non presentano segnali fluorescenti).
I risultati ottenuti indicano la presenza di una significativa induzione di micronuclei nelle colture di linfociti trattati con microonde. L’analisi in fluorescenza non evidenzia, rispetto ai valori del controllo, differenze di rilievo fra la proporzione di micronuclei centromero positivi e micronuclei centromero negativi.
Lo scopo della presente tesi è quello di verificare se le microonde siano in grado di indurre effetti genotossici in cellule umane (linfociti circolanti di sangue periferico). Sono stati condotti esperimenti in vitro esponendo sangue periferico di un donatore maschio, sano, non fumatore di 28 anni, a radiazioni non ionizzanti in onda continua alla frequenza di 2,45 GHz con densità di potenza 5, 10, 20, 30 mW/cm2 per tempi di esposizione di 10, 30, 60 min. La valutazione del danno genotossico è stata effettuata mediante analisi citogenetiche quali il test delle aberrazioni cromosomiche ed il test del micronucleo (MN). Entrambe le metodiche consentono di osservare, seppur con modalità sperimentali differenti, anomalie a carico dei cromosomi che rappresentano il risultato sia di cambiamenti nella struttura dei cromosomi (rotture e/o riarrangiamenti) sia di alterazioni della loro corretta distribuzione durante la divisione mitotica. In particolare, poichè il test delle aberrazioni viene effettuato in metafase, è possibile anche valutare la tipologia e la localizzazione delle anomalie cromosomiche osservate.
Nel caso specifico dei micronuclei, la cui osservazione avviene nella cellula interfasica, dal momento che essi possono derivare da rotture cromosomiche o da eventi di malsegregazione di uno o più cromosomi (per esempio dovuti ad alterazione dell'apparato mitotico), la sola osservazione di un incremento nella loro frequenza non fornisce informazioni sul meccanismo responsabile della loro origine. Per ovviare a questo inconveniente viene correntemente utilizzata la tecnica dell’ibridazione in situ fluorescente (FISH). L'uso, infatti, di una sonda pancentromerica (che riconosce il centromero di tutti i cromosomi umani) permette di distinguere correttamente micronuclei contenenti interi cromosomi (mostrano un segnale di fluorescenza) da quelli formati da frammenti acentrici di cromosomi (non presentano segnali fluorescenti).
I risultati ottenuti indicano la presenza di una significativa induzione di micronuclei nelle colture di linfociti trattati con microonde. L’analisi in fluorescenza non evidenzia, rispetto ai valori del controllo, differenze di rilievo fra la proporzione di micronuclei centromero positivi e micronuclei centromero negativi.
File
Nome file | Dimensione |
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01Indice.pdf | 47.23 Kb |
02Riassunto.pdf | 33.91 Kb |
03ABSTRACT.pdf | 15.65 Kb |
10APPENDICE.pdf | 75.91 Kb |
11BIBLIOGRAFIA.pdf | 70.45 Kb |
6 file non consultabili su richiesta dell’autore. |