ETD

Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-12272020-172222


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
GARCIA RINCON, DIEGO ALEJANDRO
URN
etd-12272020-172222
Titolo
La cosmo–politica di Eraclito di Efeso: le leggi umane e la Legge divina
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
FILOSOFIA E FORME DEL SAPERE
Relatori
relatore Dott.ssa Sassi, Maria Michela
Parole chiave
  • Archytas
  • Philolaus
  • Pythagoras
  • Solon
  • politics
  • ontology
  • structure
  • harmony
  • opposites
  • (divine) law
  • Archita
  • Filolao
  • Pitagora
  • Solone
  • politica
  • ontologia
  • struttura
  • armonia
  • opposti
  • legge (divina)
Data inizio appello
29/01/2021
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
In questa tesi si esamina il rapporto fra ontologia ovvero cosmologia e politica nel pensiero di Eraclito, cercando di individuare i vari modi in cui ciascuno di questi ambiti di riflessione abbia degli influssi determinanti sull’altro. Nel primo capitolo si esaminano i frammenti eraclitei riguardanti la politica e l’etica; nel secondo capitolo, quelli riguardanti l’ontologia, la cosmologia e la teologia; nel terzo e ultimo capitolo, si compara e contrasta il pensiero cosmo–politico di Eraclito con le idee ontologiche e politiche di Pitagora, Filolao e Archita. Il primo capitolo comincia con un’esposizione della comprensione generale dell’uomo delineata da Eraclito, nonché dell’etica che ne risulta (1.1). Si cerca di capire il posto di Eraclito nel contesto dell’etica greca arcaica attraverso una comparazione con l’etica di Solone (1.2). Il discorso etico sbocca naturalmente nel politico, con la determinazione del cittadino virtuoso come il governante o legislatore par excellence, esemplificato nei frammenti eraclitei nelle figure di Biante ed Ermodoro (1.3). Il pensiero politico di Eraclito si delinea quindi come aristocratico per certi versi, ma tendente allo stesso tempo a dare al dēmos un ruolo attivo nella vita politica, attribuendo sempre alla legge un ruolo fondamentale per la determinazione dell’identità della città. Tramite l’inquadramento della posizione eraclitea nel contesto del dibattito politico ionico del VI secolo a.C. e inizi del V, essa viene caratterizzata, ancora prendendo gli spunti da una comparazione con Solone, come eunomica, piuttosto che come isonomica oppure democratica (1.4). Finalmente, si stabilisce un rapporto fra la posizione politica di Eraclito e la sua epistemologia (1.5).

Il secondo capitolo apre con l’esame del frammento B 114, in cui si stabilisce la fondazione della legge umana sull’assoluto potere divino; si cerca quindi di determinare se sia possibile capire anche il divino tramite la denominazione di Legge divina, e quali sarebbero le implicazioni di tale mossa (2.1). Questo porta a un’analisi del concetto di guerra come caratterizzazione principale del sommo principio ontologico nei frammenti eraclitei (2.2). Sulla base dell’analisi del principio ontologico fondamentale di Eraclito, si esamina il ruolo che la determinazione del divino come Legge divina potrebbe giocare all’interno dell’ontologia e della teologia eraclitee (2.3). La risultante determinazione della funzione della Legge divina come una ‘distribuzione ontologica’ porta a sua volta all’esame della nozione di regolazione ovvero normatività nell’ontologia eraclitea, esame che si svolge tramite l’analisi del frammento B 52 (2.4). Il capitolo finisce con l’interpretazione di alcuni frammenti in cui il linguaggio politico gioca un ruolo costitutivo per l’ontologia e la teologia eraclitee (2.5). La tesi dei primi due capitoli viene infine sintetizzata e riformulata, e si afferma il profondo nesso che sussiste fra ontologia ovvero cosmologia e politica in Eraclito, in maniera che il pensiero eracliteo può essere caratterizzato giustamente come una ‘cosmo–politica’.

L’ultimo capitolo elabora una comparazione della posizione cosmo–politica di Eraclito con i pitagorici, probabilmente le figure intellettuali greche con maggiore rilievo nella vita politica dell’antichità. Il filo conduttore di questo capitolo è la nozione di armonia, nonché le nozioni ad essa collegate di struttura, limite, misura, numero e concordia. Si espone in primo luogo la concezione eraclitea dell’armonia, in tutta la sua ricchezza cosmica, musicale e politica (3.1). Si esamina quindi il possibile rapporto fra pensiero e politica nella figura di Pitagora, specificamente cercando di stabilire un legame fra il concetto di armonia come inteso nel bios pitagorico e la generica posizione politica di Pitagora e del suo cerchio; sulla base di questo esame, si ipotizza un’origine comune della nozione di armonia per Pitagora ed Eraclito (3.2). Passando alla figura di Filolao, si espongono i suoi principali frammenti riguardanti le nozioni di limite, armonia e struttura, e si considera un possibile atteggiamento critico di Filolao verso la filosofia eraclitea della struttura (3.3). Finalmente, si esamina il caso di Archita, ultimo fra i principali pensatori del primo pitagorismo, in cui gli interessi teorici per le nozioni di armonia, struttura e numero si coniugano con un’azione politica singolare (3.4). Archita sembra fornire l’esempio migliore dell’applicazione alla riflessione politica dei principi ontologici dell’armonia, la struttura e il numero.
File