Tesi etd-12272020-140338 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
LABANCA, ERIKA
URN
etd-12272020-140338
Titolo
Gli ideali di ieri, le sfide di oggi per un Servizio Sociale innovativo domani.
Il Covid-19 come opportunità verso nuovi orizzonti.
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SOCIOLOGIA E MANAGEMENT DEI SERVIZI SOCIALI
Relatori
relatore Prof. Tomei, Gabriele
Parole chiave
- advocacy
- Covid19
- future
- futuro
- mutamenti sociali
- pandemia
- pandemic
- policy practice
- servizio sociale
- social change
- social work
Data inizio appello
25/01/2021
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
25/01/2091
Riassunto
Conseguentemente ai mutamenti che hanno interessato, e tuttora interessano, la società in cui viviamo, il Servizio Sociale, in quanto “professione contestualizzata”, ha visto cambiare a sua volta priorità, principi e valori, delineandosi come una realtà in continua trasformazione.
Nonostante i vari traguardi e riconoscimenti ottenuti negli anni, continuano tuttavia ad avvertirsi tensioni e criticità per questa categoria professionale la quale sembra non essere riuscita a liberarsi, in questo lungo e incessante percorso di ridefinizione e determinazione, di alcuni nodi irrisolti del proprio passato, tanto forti da far avvertire, anche per la categoria professionale stessa, ancora una forte crisi di identità. Ciò ha fatto emergere man mano grosse difficoltà per gli assistenti sociali i quali, tra le altre cose, si trovano oggi a gestire situazioni sempre più complesse, con modi di operare ormai statici, all’interno di servizi, talvolta, non adeguatamente organizzati.
Diversi dibattiti sono stati condotti in merito da parte di studiosi e professionisti; lo stesso Ordine professionale ha in diverse occasioni sottolineato la necessità di uno sguardo riformatore che possa rilanciare una professione essenziale nella società, in molti casi ancora messa in ombra da pregiudizi, disinformazione, obsolescenza nelle prassi e negli interventi, scarso impegno verso un’innovazione del servizio sociale al passo con il panorama internazionale.
Negli ultimi anni, le stesse trasformazioni sociali e i fenomeni in atto all’interno della società hanno stimolato riflessioni orientate ad un futuro diverso, innovativo, in cui le funzioni del servizio sociale si espandono ben oltre la classica relazione di aiuto con l’utenza. In questa direzione si è fatto largo sempre più il tema relativo alle funzioni di policy practice e social advocacy, determinanti al fine di garantire quella giustizia sociale spesso posta in secondo piano a favore di interventi per lo più assistenzialistici e di natura erogativa, mossi a loro volta da processi di forte e crescente burocratizzazione e managerialismo i quali hanno toccato da vicino anche una realtà, quella del servizio sociale che, almeno dal punto di vista degli ideali, si è sempre dichiara ben lungi da esse.
Altro elemento che oggi sempre più emerge a gran voce è la necessità di sciogliere quei nodi irrisolti di una legislazione in ambito sociale trascurata per oltre vent’anni, come ad esempio la mancata concretizzazione di alcuni aspetti enunciati dalla L.328/00, le cui conseguenze pesano oggi più che mai. In una situazione di pandemia mondiale come quella che ha colpito le nostre vite di recente, sono riaffiorate, infatti, lacune legate a sporadiche esperienze di integrazione sociosanitaria, con conseguente sovraccarico dei servizi ancora oggi disgiunti, disomogeneità nell’accesso ai servizi sociali sul territorio nazionale, assenza di un servizio dedito alle emergenze/urgenze sociali.
Proprio l’attuale emergenza pandemica, tuttavia, può essere l’occasione per il servizio sociale di cambiare lo stato delle cose: si presenta questa come l’opportunità, finora non colta per la professione, di riformare un sistema da troppo tempo ormai diviso tra due anime, una conservatrice e l’altra innovatrice.
È necessario cogliere le sfide che ieri come oggi scuotono, alimentano e strutturano la professione in questione, al fine di individuare in essi elementi determinanti per possibili nuovi scenari futuri.
Nonostante i vari traguardi e riconoscimenti ottenuti negli anni, continuano tuttavia ad avvertirsi tensioni e criticità per questa categoria professionale la quale sembra non essere riuscita a liberarsi, in questo lungo e incessante percorso di ridefinizione e determinazione, di alcuni nodi irrisolti del proprio passato, tanto forti da far avvertire, anche per la categoria professionale stessa, ancora una forte crisi di identità. Ciò ha fatto emergere man mano grosse difficoltà per gli assistenti sociali i quali, tra le altre cose, si trovano oggi a gestire situazioni sempre più complesse, con modi di operare ormai statici, all’interno di servizi, talvolta, non adeguatamente organizzati.
Diversi dibattiti sono stati condotti in merito da parte di studiosi e professionisti; lo stesso Ordine professionale ha in diverse occasioni sottolineato la necessità di uno sguardo riformatore che possa rilanciare una professione essenziale nella società, in molti casi ancora messa in ombra da pregiudizi, disinformazione, obsolescenza nelle prassi e negli interventi, scarso impegno verso un’innovazione del servizio sociale al passo con il panorama internazionale.
Negli ultimi anni, le stesse trasformazioni sociali e i fenomeni in atto all’interno della società hanno stimolato riflessioni orientate ad un futuro diverso, innovativo, in cui le funzioni del servizio sociale si espandono ben oltre la classica relazione di aiuto con l’utenza. In questa direzione si è fatto largo sempre più il tema relativo alle funzioni di policy practice e social advocacy, determinanti al fine di garantire quella giustizia sociale spesso posta in secondo piano a favore di interventi per lo più assistenzialistici e di natura erogativa, mossi a loro volta da processi di forte e crescente burocratizzazione e managerialismo i quali hanno toccato da vicino anche una realtà, quella del servizio sociale che, almeno dal punto di vista degli ideali, si è sempre dichiara ben lungi da esse.
Altro elemento che oggi sempre più emerge a gran voce è la necessità di sciogliere quei nodi irrisolti di una legislazione in ambito sociale trascurata per oltre vent’anni, come ad esempio la mancata concretizzazione di alcuni aspetti enunciati dalla L.328/00, le cui conseguenze pesano oggi più che mai. In una situazione di pandemia mondiale come quella che ha colpito le nostre vite di recente, sono riaffiorate, infatti, lacune legate a sporadiche esperienze di integrazione sociosanitaria, con conseguente sovraccarico dei servizi ancora oggi disgiunti, disomogeneità nell’accesso ai servizi sociali sul territorio nazionale, assenza di un servizio dedito alle emergenze/urgenze sociali.
Proprio l’attuale emergenza pandemica, tuttavia, può essere l’occasione per il servizio sociale di cambiare lo stato delle cose: si presenta questa come l’opportunità, finora non colta per la professione, di riformare un sistema da troppo tempo ormai diviso tra due anime, una conservatrice e l’altra innovatrice.
È necessario cogliere le sfide che ieri come oggi scuotono, alimentano e strutturano la professione in questione, al fine di individuare in essi elementi determinanti per possibili nuovi scenari futuri.
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