Thesis etd-12242020-220212 |
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Thesis type
Tesi di laurea magistrale
Author
MARZULLI, GIANMARCO
URN
etd-12242020-220212
Thesis title
L'importanza strategica dello strumento aeronavale nella Underwater Warfare
Department
SCIENZE POLITICHE
Course of study
SCIENZE MARITTIME E NAVALI
Supervisors
relatore C.F. (AN) Castiglia, Leonardo
Keywords
- asw
- aviazione
- navale
- underwater
- warfare
Graduation session start date
20/01/2021
Availability
Withheld
Release date
20/01/2091
Summary
Il core di questa tesi di laurea è l’analisi dell’attuale scenario ASW (Anti Submarine Warfare) e di quanto sia importante, oggi, disporre di un’Aviazione Navale al fine di contrastare la minaccia sottomarina.
L’obiettivo principale della tesi è dunque quello di delineare in maniera chiara quello che è stato il processo di formazione e l’evoluzione dell’Aviazione Navale all’interno della Forza Armata e di come tale reparto abbia importanza chiave, grazie alla sua particolare versatilità, nella UWW (Underwater Warfare).
Nella fase di studio e raccolta dati sono state analizzate le vicissitudini storiche che hanno coinvolto nel tempo le forze aeree della Marina. In particolare è affascinante comprendere come la spinta verso il settore avionico nel nostro paese nasce dalla passione per il volo dei primi aviatori navali, come confermato da primo brevetto di volo ottenuto da un italiano, l’allora Sottotenente di Vascello Mario Calderara. Purtroppo però la storia non è stata sempre a favore dell’Aviazione Navale e, nel primo dopoguerra, fu commesso l’errore di concentrare il potere aeronautico dello Stato in un'unica Forza Armata, ovvero la giovane Aeronautica. Questo evento ebbe particolare evidenza sulle sconfitte navali della Seconda Guerra Mondiale, evidenziando l’impellente necessità di riformare un’Aviazione di Marina indipendente.
A partire dunque dal secondo dopoguerra, con la rinascita dell’Aviazione Navale ed un crescente ed avanzato sviluppo tecnologico, pian piano è stato possibile, da parte della Marina Militare, dettare gli attuali standard di efficienza nella lotta ASW, grazie proprio alla sua maestria nella gestione delle operazioni aeronavali, e mettere al centro della dottrina il binomio nave-aeromobile. A partire dal rilancio avvenuto nel passato, oggi grazie alla disponibilità di un’unità portaerei ed una portaeromobili (Nave Cavour – Nave Garibaldi) e alla presenza di un ponte di volo anche sulle unità minori della flotta, nonché grazie al costante sviluppo della componente elicotteri e alla ormai prossima acquisizione dei velivoli ad ala fissa F-35B, di ultimissima generazione, ci troviamo di fronte ad un ecosistema forte e ben sviluppato, che riesce a rimanere competitivo all’interno dello scenario delle Marine europee, in particolare dal punto di vista UUW.
L’elicottero rappresenta una costante necessaria a cui la nave non può rinunciare per il potenziamento delle proprie capacità in qualsiasi missione antisommergibile (sia Hunter
che Killer). La Marina è dunque la Forza Armata che meglio ha compreso l’importanza dei velivoli ad ala rotante, mettendo al centro della propria sperimentazione proprio queste particolari macchine volanti ed integrandole perfettamente con il naviglio militare.
Proprio gli elicotteri e i moderni sensori da essi imbarcati rendono la Forza Armata in grado di garantire un efficiente servizio di copertura ASW negli attuali scenari operativi. Basti pensare all’HELRAS Mod.3 (Helicopter Long Range Active Sonar) imbarcato sugli attuali SH-90 NFH (NATO Fregate Helicopter), in grado di scoprire un sottomarino nemico a distanza anche di ben quaranta miglia nautiche, impiegando bassissime frequenze (circa 1 Khz) e alla possibilità che il medesimo ha, di essere calato in mare fino ad una quota di 500 metri (profondità molto prossima alla quota critica di 600 metri nel Mediterraneo). Peraltro, l’integrazione degli elicotteri con la tradizione siluristica nazionale fa si che oggi la Marina Militare italiana sia in possesso di macchine incredibilmente efficienti nella neutralizzazione di un contatto sottomarino: il lancio on-top di un siluro MU-90 da parte di un elicottero di marina garantisce una hitting-probability così elevata da poter considerare certa la distruzione del bersaglio (superiore al 95%).
Occorre poi considerare le vaste portate che vengono assicurate dagli aeromobili e le grandi velocità e tempi on-task (autonomia in volo operativo) che rendono questi velivoli uno strumento tattico fondamentale. Attraverso il semplice dispiegamento di barriere con boe sonore o di alcuni SH-90 in dipping (con sensore HELRAS in mare) è facile creare una copertura sonora affidabile dei principali choke points del mediterraneo allargato, garantendo un’elevata capacità di pattugliamento del traffico sottomarino nelle aree di interesse.
È interessante pensare a quali possano essere gli sviluppi futuri in quest’ambito che nel tempo è diventato sempre più complesso grazie all’utilizzo di nuove tecnologie. All’uopo, sono in fase di sviluppo diversi strumenti di miglioramento a supporto dello strumento aeronavale. Oltre ad un semplice miglioramento dei sensori di scoperta, sempre più piccoli nelle dimensioni ma dalle potenze e capacità superiori ai loro predecessori, e a nuovi velivoli in fase di sperimentazione, si sta anche pensando ad un eventuale impiego di droni UAV (Unmanned Aircraft Veichles) programmati per soddisfare le esigenze ASW. È fatto d’obbligo considerare anche un riferimento alle attuali infrastrutture di comunicazione integrate nel programma AGS NATO (Alliance Ground Surveillance) e analizzare come
tali logiche di collegamento possano essere sfruttate all’interno di un contesto futuro per garantire la funzionalità di assetti multistatici consolidati.
La tesi si sviluppa pertanto in cinque articolate sezioni in cui vengono delineati con cura e minuziosità, i diversi aspetti sopracitati. In particolare si parte da una accurata analisi storica, si passa a descrivere i diversi assetti che definiscono l’attuale standard ASW della Marina Militare per soffermarsi su una attenta riflessione sui possibili sviluppi che faranno parte del prossimo futuro della lotta anti sommergibile.
L’obiettivo principale della tesi è dunque quello di delineare in maniera chiara quello che è stato il processo di formazione e l’evoluzione dell’Aviazione Navale all’interno della Forza Armata e di come tale reparto abbia importanza chiave, grazie alla sua particolare versatilità, nella UWW (Underwater Warfare).
Nella fase di studio e raccolta dati sono state analizzate le vicissitudini storiche che hanno coinvolto nel tempo le forze aeree della Marina. In particolare è affascinante comprendere come la spinta verso il settore avionico nel nostro paese nasce dalla passione per il volo dei primi aviatori navali, come confermato da primo brevetto di volo ottenuto da un italiano, l’allora Sottotenente di Vascello Mario Calderara. Purtroppo però la storia non è stata sempre a favore dell’Aviazione Navale e, nel primo dopoguerra, fu commesso l’errore di concentrare il potere aeronautico dello Stato in un'unica Forza Armata, ovvero la giovane Aeronautica. Questo evento ebbe particolare evidenza sulle sconfitte navali della Seconda Guerra Mondiale, evidenziando l’impellente necessità di riformare un’Aviazione di Marina indipendente.
A partire dunque dal secondo dopoguerra, con la rinascita dell’Aviazione Navale ed un crescente ed avanzato sviluppo tecnologico, pian piano è stato possibile, da parte della Marina Militare, dettare gli attuali standard di efficienza nella lotta ASW, grazie proprio alla sua maestria nella gestione delle operazioni aeronavali, e mettere al centro della dottrina il binomio nave-aeromobile. A partire dal rilancio avvenuto nel passato, oggi grazie alla disponibilità di un’unità portaerei ed una portaeromobili (Nave Cavour – Nave Garibaldi) e alla presenza di un ponte di volo anche sulle unità minori della flotta, nonché grazie al costante sviluppo della componente elicotteri e alla ormai prossima acquisizione dei velivoli ad ala fissa F-35B, di ultimissima generazione, ci troviamo di fronte ad un ecosistema forte e ben sviluppato, che riesce a rimanere competitivo all’interno dello scenario delle Marine europee, in particolare dal punto di vista UUW.
L’elicottero rappresenta una costante necessaria a cui la nave non può rinunciare per il potenziamento delle proprie capacità in qualsiasi missione antisommergibile (sia Hunter
che Killer). La Marina è dunque la Forza Armata che meglio ha compreso l’importanza dei velivoli ad ala rotante, mettendo al centro della propria sperimentazione proprio queste particolari macchine volanti ed integrandole perfettamente con il naviglio militare.
Proprio gli elicotteri e i moderni sensori da essi imbarcati rendono la Forza Armata in grado di garantire un efficiente servizio di copertura ASW negli attuali scenari operativi. Basti pensare all’HELRAS Mod.3 (Helicopter Long Range Active Sonar) imbarcato sugli attuali SH-90 NFH (NATO Fregate Helicopter), in grado di scoprire un sottomarino nemico a distanza anche di ben quaranta miglia nautiche, impiegando bassissime frequenze (circa 1 Khz) e alla possibilità che il medesimo ha, di essere calato in mare fino ad una quota di 500 metri (profondità molto prossima alla quota critica di 600 metri nel Mediterraneo). Peraltro, l’integrazione degli elicotteri con la tradizione siluristica nazionale fa si che oggi la Marina Militare italiana sia in possesso di macchine incredibilmente efficienti nella neutralizzazione di un contatto sottomarino: il lancio on-top di un siluro MU-90 da parte di un elicottero di marina garantisce una hitting-probability così elevata da poter considerare certa la distruzione del bersaglio (superiore al 95%).
Occorre poi considerare le vaste portate che vengono assicurate dagli aeromobili e le grandi velocità e tempi on-task (autonomia in volo operativo) che rendono questi velivoli uno strumento tattico fondamentale. Attraverso il semplice dispiegamento di barriere con boe sonore o di alcuni SH-90 in dipping (con sensore HELRAS in mare) è facile creare una copertura sonora affidabile dei principali choke points del mediterraneo allargato, garantendo un’elevata capacità di pattugliamento del traffico sottomarino nelle aree di interesse.
È interessante pensare a quali possano essere gli sviluppi futuri in quest’ambito che nel tempo è diventato sempre più complesso grazie all’utilizzo di nuove tecnologie. All’uopo, sono in fase di sviluppo diversi strumenti di miglioramento a supporto dello strumento aeronavale. Oltre ad un semplice miglioramento dei sensori di scoperta, sempre più piccoli nelle dimensioni ma dalle potenze e capacità superiori ai loro predecessori, e a nuovi velivoli in fase di sperimentazione, si sta anche pensando ad un eventuale impiego di droni UAV (Unmanned Aircraft Veichles) programmati per soddisfare le esigenze ASW. È fatto d’obbligo considerare anche un riferimento alle attuali infrastrutture di comunicazione integrate nel programma AGS NATO (Alliance Ground Surveillance) e analizzare come
tali logiche di collegamento possano essere sfruttate all’interno di un contesto futuro per garantire la funzionalità di assetti multistatici consolidati.
La tesi si sviluppa pertanto in cinque articolate sezioni in cui vengono delineati con cura e minuziosità, i diversi aspetti sopracitati. In particolare si parte da una accurata analisi storica, si passa a descrivere i diversi assetti che definiscono l’attuale standard ASW della Marina Militare per soffermarsi su una attenta riflessione sui possibili sviluppi che faranno parte del prossimo futuro della lotta anti sommergibile.
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