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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-12232021-140013


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
VISONE, VINCENZO
URN
etd-12232021-140013
Titolo
La liberta di espressione nell'era digitale: il confronto tra Europa e USA
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. Passaglia, Paolo
Parole chiave
  • libertà
  • espressione
  • era digitale
  • confronto
  • europa
  • usa
Data inizio appello
01/02/2022
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
La libertà di espressione si è evoluta con la nascita e lo sviluppo del web. Questo lavoro ha come obiettivo quello di analizzare la tutela di questo diritto nel tempo, comparando l’approccio tra Europa e Stati Uniti.

Per comprendere meglio l’evoluzione che ha subìto questa libertà, il primo capitolo si apre con una disamina delle origini di Internet: il quale è considerato inizialmente come un cyberspazio libero dalle ingerenze esterne, nel quale tutto è concesso. Come verrà evidenziato, però, lasciare ampio spazio all’autonomia privata può comportare delle limitazioni per la libertà di espressione e delle forme di censura (come il deplatforming per le piattaforme online). L’analisi, poi, si sposta sui social media e la qualificazione di queste piattaforme. Confrontando, infine, l’approccio normativo tra Europa e Stati Uniti per quanto concerne il regime di responsabilità dei prestatori di servizi.

Il secondo capitolo è incentrato sull’ordinamento giuridico italiano, dove la libertà di espressione è costituzionalmente garantita all’art. 21 cost. Questo è un diritto che rappresenta un importante cardine per la democrazia e soprattutto un passo in avanti dopo la parantesi fascista. Si analizzano i limiti di questa libertà (in particolar modo relativi al fenomeno dell’hate speech) e infine si esaminano due importanti casi di deplatforming: quelli di CasaPound e Forza Nuova da Facebook.

Nel terzo capitolo, invece, si passa in rassegna l’ordinamento europeo, dove la libertà di espressione è garantita sia dal Consiglio d’Europa che dall’Unione europea. Nel 2016, i Paesi membri di quest’ultima hanno approvato il Codice di condotta online per prevenire la diffusione di forme illegali di incitamento all’odio online, collaborando di comune intesa con le più grandi piattaforme online. Viene, infine, approfondita la responsabilità dei prestatori di servizi, regolata oggi dalla direttiva 2000/31/CE: una normativa che potrebbe mutare con l’approvazione del Digital Service Act.

Il quarto ed ultimo capitolo è dedicato agli Stati Uniti: un Paese che per via della propria storia è da sempre riconosciuto come una land of free. Nell’ordinamento giuridico statunitense, la libertà di espressione è garantita dal Primo Emendamento, che viene esteso anche al web grazie ad una rilevante attività giurisprudenziale, la quale fissa portata e limiti di questa libertà. Si passa, poi, al regime di responsabilità dei prestatori di servizi, i quali sono sostanzialmente esonerati grazie all’approvazione della Section 230 del Digital Communications Act nel 1996, confrontando anche l’interpretazione giurisprudenziale a riguardo. Il lavoro si conclude richiamando quello che ad oggi rappresenta il caso più emblematico di ban, ovvero quello del presidente uscente Donald Trump, a seguito dell’Assalto di Capitol Hill.
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