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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-12232021-112032


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
ORENGO, FRANCESCO
URN
etd-12232021-112032
Titolo
Il diritto all'informazione e le nuove tecnologie: un'analisi giuridica sul contrasto alle Fake News
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof.ssa Stradella, Elettra
Parole chiave
  • NetzDG
  • Articolo 21
  • Disinformation
  • Disinformazione
  • Fake News
  • Unione Europea
  • AGCOM
  • European Union
  • Commissione Europea
  • Parlamento Europeo
  • Misinformation
  • 1202-2018
  • DDL Gambaro
  • Zanda-Filippin
Data inizio appello
01/02/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
01/02/2092
Riassunto
L’avvento delle nuove tecnologie, ed in particolar modo di quelle legate ad Internet, ha stravolto le nostre vite.
L’impatto rivoluzionario che le piattaforme online ed i social network hanno avuto nelle nostre società non poteva non toccare anche l’ambito del diritto all’informazione. In effetti, si può dire che l’informazione viva in un rapporto di simbiosi con la tecnologia; quest’ultima permette infatti alla prima di raggiungere i propri destinatari.
A partire dal 2016, a seguito dei risultati inaspettati verificatisi nel contesto del referendum per la Brexit e delle elezioni Statunitensi, il tema della disinformazione e delle fake news è divenuto centrale nelle nostre democrazie.
La mia tesi parte da queste due premesse: l’impatto di internet e delle nuove tecnologie sul diritto all’informazione, da un lato; l’esigenza di approntare soluzioni giuridiche per fronteggiare il fenomeno della disinformazione, dall’altro.
Il primo capitolo è dedicato all’approfondimento del tema del diritto all’informazione nel nostro ordinamento e in quello dei principali paesi europei. Si vedrà quindi la disciplina dell’Articolo 21 e le posizioni in materia adottate dalla giurisprudenza e dalla dottrina italiana. Si analizzerà il tema dell’informazione, poi, nel contesto Francese e Tedesco, per concludere con un’analisi del tema nell’ambito dell’Unione Europea.
Il capitolo due è dedicato ad un approfondimento sulle nuove tecnologie e sulla definizione da attribuire al termine “Fake News”.
Queste premesse sono fondamentali per comprendere come i due argomenti si interfaccino gli uni con gli altri. Da questo rapporto tra informazione e tecnologia possono generarsi esternalità positive per la collettività. Internet permette a ciascuno di noi l’accesso ad una vasta quantità di informazioni, come mai prima d’ora era successo. Tuttavia, possono aversi anche effetti negativi. I Big Data possono essere utilizzati per profilare ciascun utente online; l’Intelligenza Artificiale è alla base degli algoritmi dei social network e delle principali piattaforme digitali, che la utilizzano per mostrarci ciò che è più affine ai nostri gusti e alle nostre idee, portandoci a vivere dentro vere e proprie bolle. I social network, infine, sono diventati un terreno fertile per la proliferazione di fake news e disinformazione.
Le notizie false hanno un forte impatto sugli individui e sulla collettività; questo richiede necessariamente un intervento da parte dei poteri pubblici per fronteggiare il pericolo.
Nel capitolo 3 vedremo le azioni adottate dalle piattaforme private, soffermandoci soprattutto sugli aspetti negativi di quella che la dottrina ha definito una “privatizzazione della censura”.
Il capitolo 4 sarà invece dedicato alle risposte stabilite dalle Istituzioni dei paesi presi in esame.
I risultati di questi interventi non sono omogenei. l’Italia, contrariamente a quanto successo in Francia e Germania, non ha ancora approvato una disciplina per regolamentare il tema della disinformazione. È stata piuttosto l’ Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) ad individuare alcuni strumenti utili in materia.
Infine, l’UE ha propeso per l’utilizzo di strumenti di soft law.
L’ultimo capitolo è, ovviamente, dedicato alle conclusioni.
Analizzeremo, per l’appunto, tutti i contributi elargiti da parte dei penalisti, in particolar modo incardinandoli nel rispetto della tutela offerta dalla Carta Fondamentale e cercando un giusto bilanciamento tra gli interessi in gioco che vede da una parte l’insorgere della libertà di manifestazione del pensiero e dall’altra la necessaria regolazione normativa delle fake news.
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