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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-12222023-155243


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
TURINI, ANTONIO
URN
etd-12222023-155243
Titolo
La strategia dello struzzo - "Willful blindness" e responsabilità penale
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. Vallini, Antonio
Parole chiave
  • Diritto
  • stati
  • uniti
  • inglese
  • willful
  • blindness
  • responsabilità
  • penale
  • dolo eventuale
  • giurisprudenza
  • italiano
Data inizio appello
01/02/2024
Consultabilità
Completa
Riassunto
Secondo una credenza popolare, gli struzzi quando avvertono un pericolo mettono la testa sotto la sabbia, magari nell’illusione di poter sfuggire alle minacce dei predatori.
Analogamente, questa stessa strategia è usata da chi è consapevole dei rischi di star commettendo un reato, ma preferisce non sapere altro e continuare a fare ciò che sta facendo; a fronte del pericolo, questo soggetto chiude gli occhi e, con la testa sotto la sabbia, agisce lo stesso.
Ci si riferisce al fenomeno appena descritto come a quello della c. d. ignoranza deliberata, riconducibile ai casi in cui un individuo non è a conoscenza di aspetti della situazione in cui si trova e fa di tutto per rimanerne all’oscuro; solo dopo essersi “difeso” dalla possibilità di conoscere questi elementi, che potrebbero portare le sue azioni ad integrare un reato, egli tiene la propria condotta.
Nei sistemi penali di common law questo comportamento è affrontato tramite la doctrine of willful blindness, un istituto che ha l’effetto opposto rispetto a quello che vorrebbe l’ignorante deliberato: fa sì, cioè, che l’ordinamento consideri il reo come se fosse a conoscenza degli elementi che aveva intenzionalmente deciso di ignorare.
Lo scopo di questa trattazione è quello di indagare la compatibilità della willful blindness col sistema penale italiano per capire, in ultima analisi, se sia auspicabile (o deprecabile) un suo eventuale recepimento.
Per fare questo sarà necessario ricostruire le origini e lo sviluppo della willful blindness anzitutto nella sua patria d’origine, il Regno Unito (Cap. 2).
Successivamente, si indagherà in che modo questo istituto è stato recepito dall’altra parte dell’Atlantico, nel diritto penale federale statunitense, e in che modo sia stato approfondito dai giuristi degli Stati Uniti (Cap. 3).
Di seguito, si esaminerà la diffusione della doctrine in esame da questi due Paesi all’ambito del diritto internazionale penale, precisamente all’interno dell’istituto della responsabilità da comando (Cap. 4).
Una volta che sarà appurato quali versioni di willful blindness dover rapportare all’ordinamento penale italiano (§5.1), sarà possibile verificare se sono presenti o meno punti di contatto tra questo istituto e il diritto nostrano (§5.2).
Per valutare, tuttavia, se sia necessario caldeggiare un recepimento o meno, prima sarà opportuno capire se le ragioni che giustificano la willful blindness siano valide anche in Italia oppure no.
Per questo motivo, l’analisi si concentrerà anche sul tipo di risposta che il diritto penale italiano dà ad atteggiamenti riconducibili a schemi di ignoranza deliberata rientranti nei paradigmi della willful blindness (§5.3 e §5.4).
Solo dopo che si saranno esaminati questi aspetti il quadro sarà sufficientemente chiaro per tracciare un bilancio sulla compatibilità di questo istituto anglo-statunitense col nostro ordinamento penale e valutare se sia necessario recepirlo in qualche forma oppure no.
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