Tesi etd-12212016-152003 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
BELLAGOTTI, GIULIA
URN
etd-12212016-152003
Titolo
La consulenza tecnica nel processo civile
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. Cecchella, Claudio
Parole chiave
- affidamento
- contraddittorio
- CTU
- processo civile
- prove
Data inizio appello
23/01/2017
Consultabilità
Completa
Riassunto
Nella presente trattazione è analizzata la figura della consulenza tecnica e la sua importanza in ambito processuale.
A ben vedere, si tratta di un settore in cui i professionisti, i c.d C.T.U e C.T.P, svolgono un ruolo di primo piano che richiede sempre più frequentemente rilevante specializzazione e repsonsabilità.
Non si può non sottolineare che la realtà e le singole articolazioni dell’istituto della consulenza tecnica d’ufficio, come anche il ruolo del C.T.U, che trovano omologhi in ogni diverso sistema processuale, per essere compresi vanno calati nel contesto più ampio del processo civile, informato intimamente dai principi di parità delle parti, parità delle armi, contraddittorio, imparzialità del giudice, ma, soprattutto, dal principio dispositivo in materia di prova (art. 115 c.p.c.), con il risultato complessivo di un processo volto più allo scopo di risolvere le controversie che non alla conoscenza della verità dei fatti (o delle deduzioni difensive) come necessario presupposto. E’ però significativo che l’istituto di cui ci occupiamo costituisca forse la più rilevante eccezione, sia pure circoscritta e delimitata, al principio dispositivo, a significare che, in molte occasioni, lo strumento della conoscenza della verità dei fatti costituisce un imprescindibile criterio di risoluzione delle controversie. Il CTU, dunque, viene in gioco quando il sistema non può fare a meno di conoscere la sussistenza o meno di determinati fatti, per raggiungere le finalità di giustizia che gli sono proprie. E questo già di per sé fa ben percepire quale essenziale ruolo svolga il CTU nel processo civile.
La consulenza tecnica, poi, trova una propria collocazione a livello codicisctico: nel Libro I “Disposizioni generali”, Titolo I “Degli organi giudiziari”, Capo III “Del consulente tecnico, del custode e degli altri ausiliari del giudice” (art. 61-64 c.p.c); Libro II “Del processo di cognizione”, Titolo I “Del procedimento davanti al Tribunale”, Capo II “Dell’istruzione della causa”, Sezione III “Dell’istruzione probatoria”, “Della nomina e delle indagini del consulente tecnico” del c.p.c. (art. 191-201 c.p.c.); Titolo II “Degli esperti ed ausiliari del giudice”, Capo II “Dei consulenti tecnici del giudice”, Sezione I “Dei consulenti nei procedimenti ordinari” delle disposizioni di attuazione
del c.p.c. (artt.13-23); Titolo III “Del processo di cognizione”, Capo II “Del procedimento davanti al Tribunale”, Sezione“Dell’istruzione della causa” (artt. 89-92 disp. att. c.p.c). La descritta distribuzione sistematica, è indicativa di una ripartizione nella disciplina dell’istituto, tipica, in realtà, dell'intero impianto codicistico, tra parte statica e dinamica. Infatti, tale bipartizione connota anche la strutturazione della mia tesi. Ora, la parte statica governa soprattutto lo status del soggetto processuale; la parte dinamica, invece, attiene prevalentemente al processo e alle posizioni giuridiche attive e passive. Quest'ultima ha come scopo quello di garantire il rispetto del principio del contraddittorio e quello della ragionevole durata del processo. Pertanto, stando alla seguente bipartizione, ho affrontato nel primo capitolo la c.d parte statica, tenendo conto dell'evoluzione della consulenza tecnica. Inizialmente ho affrontato le origini della stessa che già, anche se sotto diversa forma e denominazione, si ritrovano nel diritto romano. Successivamente mi sono calata nell'analisi della stessa, interrogandomi se essa sia o meno un mezzo di prova, procedendo a ritroso nella valutazione e nei cambiamenti che hanno portato ad escludere tale ipoesi. Per poi arrivare a quella che è la consulenza tecnica oggi, partendo proprio dall'iscrizione nell'albo ed i requisiti richiesti per poter essere consulente tecnico. Nel secondo capitolo ho invece affrontato la c.d parte dinamica, quella più strettamente processuale. In essa ho analizzato il tema del contraddittorio tra i consulenti, che vede la contemporanea presenza del consulente tecnico di parte e di ufficio e le garanzie ad esso connesse. In questo capitolo ho tenuto conto anche i temi affrontati nella Conferenza su “Le conoscenze esperte nel processo civile” tenutasi a Firenze e a cui ho avuto il piacere di partecipare, menzionando anche i pareri espressi sul tema da Professori e Avvocati.
Nel terzo capitolo ho invece esaminato la C.T.U da un altro punto di vista: il tema dell'affidamento dei minori a seguito dei procedimenti di separazione e divorzio. L'importanza del consulente tecnico in tema di ascolto del minore e le novità introdotte a seguito del D.lgs del 28 dicembre del 2013, n154. Ho inoltre, esposto un caso di C.T.U nei casi di alienazioni parentale e le modalità in cui si esplica la consulenza tecnica in tale settore.
Il quarto capitolo riguarda l'aspetto dei compensi spettanti al consulente tecnico e le responsabilità in cui incorre il C.T.U. L'ultimo capitolo, invece, analizza il tema della consulenza tecnica da un punto di vista comparativistico in relazione a due noti casi. Si tratta di un capitolo che risente anch'esso della mia partecipazione alla conferenza di Firenze (prima menzionata), ove il Professor Dondi ha trattato il modo in cui il caso Daubert ha stravolto il mondo giuridico statunitense sulla consulenza tecnica e delle conoscenze scientifiche.
A ben vedere, si tratta di un settore in cui i professionisti, i c.d C.T.U e C.T.P, svolgono un ruolo di primo piano che richiede sempre più frequentemente rilevante specializzazione e repsonsabilità.
Non si può non sottolineare che la realtà e le singole articolazioni dell’istituto della consulenza tecnica d’ufficio, come anche il ruolo del C.T.U, che trovano omologhi in ogni diverso sistema processuale, per essere compresi vanno calati nel contesto più ampio del processo civile, informato intimamente dai principi di parità delle parti, parità delle armi, contraddittorio, imparzialità del giudice, ma, soprattutto, dal principio dispositivo in materia di prova (art. 115 c.p.c.), con il risultato complessivo di un processo volto più allo scopo di risolvere le controversie che non alla conoscenza della verità dei fatti (o delle deduzioni difensive) come necessario presupposto. E’ però significativo che l’istituto di cui ci occupiamo costituisca forse la più rilevante eccezione, sia pure circoscritta e delimitata, al principio dispositivo, a significare che, in molte occasioni, lo strumento della conoscenza della verità dei fatti costituisce un imprescindibile criterio di risoluzione delle controversie. Il CTU, dunque, viene in gioco quando il sistema non può fare a meno di conoscere la sussistenza o meno di determinati fatti, per raggiungere le finalità di giustizia che gli sono proprie. E questo già di per sé fa ben percepire quale essenziale ruolo svolga il CTU nel processo civile.
La consulenza tecnica, poi, trova una propria collocazione a livello codicisctico: nel Libro I “Disposizioni generali”, Titolo I “Degli organi giudiziari”, Capo III “Del consulente tecnico, del custode e degli altri ausiliari del giudice” (art. 61-64 c.p.c); Libro II “Del processo di cognizione”, Titolo I “Del procedimento davanti al Tribunale”, Capo II “Dell’istruzione della causa”, Sezione III “Dell’istruzione probatoria”, “Della nomina e delle indagini del consulente tecnico” del c.p.c. (art. 191-201 c.p.c.); Titolo II “Degli esperti ed ausiliari del giudice”, Capo II “Dei consulenti tecnici del giudice”, Sezione I “Dei consulenti nei procedimenti ordinari” delle disposizioni di attuazione
del c.p.c. (artt.13-23); Titolo III “Del processo di cognizione”, Capo II “Del procedimento davanti al Tribunale”, Sezione“Dell’istruzione della causa” (artt. 89-92 disp. att. c.p.c). La descritta distribuzione sistematica, è indicativa di una ripartizione nella disciplina dell’istituto, tipica, in realtà, dell'intero impianto codicistico, tra parte statica e dinamica. Infatti, tale bipartizione connota anche la strutturazione della mia tesi. Ora, la parte statica governa soprattutto lo status del soggetto processuale; la parte dinamica, invece, attiene prevalentemente al processo e alle posizioni giuridiche attive e passive. Quest'ultima ha come scopo quello di garantire il rispetto del principio del contraddittorio e quello della ragionevole durata del processo. Pertanto, stando alla seguente bipartizione, ho affrontato nel primo capitolo la c.d parte statica, tenendo conto dell'evoluzione della consulenza tecnica. Inizialmente ho affrontato le origini della stessa che già, anche se sotto diversa forma e denominazione, si ritrovano nel diritto romano. Successivamente mi sono calata nell'analisi della stessa, interrogandomi se essa sia o meno un mezzo di prova, procedendo a ritroso nella valutazione e nei cambiamenti che hanno portato ad escludere tale ipoesi. Per poi arrivare a quella che è la consulenza tecnica oggi, partendo proprio dall'iscrizione nell'albo ed i requisiti richiesti per poter essere consulente tecnico. Nel secondo capitolo ho invece affrontato la c.d parte dinamica, quella più strettamente processuale. In essa ho analizzato il tema del contraddittorio tra i consulenti, che vede la contemporanea presenza del consulente tecnico di parte e di ufficio e le garanzie ad esso connesse. In questo capitolo ho tenuto conto anche i temi affrontati nella Conferenza su “Le conoscenze esperte nel processo civile” tenutasi a Firenze e a cui ho avuto il piacere di partecipare, menzionando anche i pareri espressi sul tema da Professori e Avvocati.
Nel terzo capitolo ho invece esaminato la C.T.U da un altro punto di vista: il tema dell'affidamento dei minori a seguito dei procedimenti di separazione e divorzio. L'importanza del consulente tecnico in tema di ascolto del minore e le novità introdotte a seguito del D.lgs del 28 dicembre del 2013, n154. Ho inoltre, esposto un caso di C.T.U nei casi di alienazioni parentale e le modalità in cui si esplica la consulenza tecnica in tale settore.
Il quarto capitolo riguarda l'aspetto dei compensi spettanti al consulente tecnico e le responsabilità in cui incorre il C.T.U. L'ultimo capitolo, invece, analizza il tema della consulenza tecnica da un punto di vista comparativistico in relazione a due noti casi. Si tratta di un capitolo che risente anch'esso della mia partecipazione alla conferenza di Firenze (prima menzionata), ove il Professor Dondi ha trattato il modo in cui il caso Daubert ha stravolto il mondo giuridico statunitense sulla consulenza tecnica e delle conoscenze scientifiche.
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