Tesi etd-12202018-131655 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
MALTINTI, ERIKA
URN
etd-12202018-131655
Titolo
”Caratterizzazione Biofisica e Molecolare di Vescicole Extracellulari provenienti da biofluidi surrogati: ricerca di un profilo esosomiale dell’endometrio recettivo. "
Dipartimento
BIOLOGIA
Corso di studi
BIOLOGIA MOLECOLARE E CELLULARE
Relatori
relatore Prof.ssa Raffa, Vittoria
relatore Prof.ssa Piomboni, Paola
correlatore Dott.ssa Zarovni, Natasa
relatore Prof.ssa Piomboni, Paola
correlatore Dott.ssa Zarovni, Natasa
Parole chiave
- Caratterizzazione
- Endometrio recettivo
- Vescicole Extracellulari
Data inizio appello
11/02/2019
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
11/02/2089
Riassunto
Il presente lavoro di tesi si incentra sulla caratterizzazione biofisica e molecolare delle vescicole
extracellulari (EVs) provenienti da cinque biofluidi tra cui alcuni poco studiati finora, in quanto
possibili indicatori di modificazioni fisiologiche o patologiche che determinano la fertilità/infertilità femminile, in particolare nelle problematiche correlate all’impianto embrionario. Tale caratterizzazione ha lo scopo di approcciarsi al miglioramento delle procedure attuali di
procreazione medicalmente assistita (PMA), ricostruendo attraverso la biopsia liquida il momento
ottimale per attuare il trasferimento della blastocisti in utero. Ciò permetterebbe un'ottimizzazione
delle metodiche di PMA, evitando il transfer di embrioni in un microambiente endometriale non
recettivo, con l’obiettivo di incrementare la “pregnancy rate”, riducendo al tempo stesso lo stress a
cui sono sottoposte le pazienti. La determinazione della finestra d'impianto nelle pazienti con
multipli fallimenti, ad oggi è rilevata principalmente attraverso il monitoraggio del profilo ormonale
e con metodiche invasive che prevedono una biopsia dell’endometrio, come le procedure
istologiche o l'ERA test, che rileva il profilo di espressione di mRNA nel tessuto endometriale. Si è
perciò cercato di mettere a punto una nuova metodica non invasiva, basata sulla caratterizzazione
delle popolazioni vescicolari di derivazione endometriale in diversi biofluidi.
A tal fine, sono stati ottimizzati i protocolli di stoccaggio e di isolamento di EVs da diversi fluidi
candidati, paragonandone la resa totale, l’integrità, la purezza e l’eterogeneità di vescicole
recuperate. Successivamente, l’analisi del contenuto in mRNA delle EV ha permesso di valutare i
geni GAPDH e RNY4 quali geni normalizzatori, aspetto importante che ha consentito di analizzare
correttamente l’espressione genica di geni di derivazione endometriale nelle popolazioni vescicolari
ritrovate nei biofluidi analizzati, con lo scopo di individuare la fonte surrogata di marcatori
specifici. Alla luce dei risultati preliminari ottenuti con questo lavoro di tesi sarà possibile
confrontare il profilo di espressione genica delle vescicole extracellulari con l'espressione dei 238
geni utilizzati nell'ERA test (come test di riferimento), allo scopo di valutare se tale approccio di
biopsia liquida rappresenti una valida alternativa o un complemento ad una metodica ben più
invasiva. Inoltre i tentativi di sviluppare un approccio di immunoisolamento di vesicole
endometriali apre la strada ad una futura evoluzione del progetto stesso. Il progetto in cui si colloca
il lavoro di tesi, si prefigge in effetti di progettare un metodo diagnostico totalmente non invasivo,
limitando al massimo lo stress delle pazienti sottoposte ad un percorso di procreazione assistita già
abbastanza complesso. Questo potrebbe essere permesso dalla precisa definizione del profilo
esosomiale dell’endometrio recettivo, che guidi il successo nell'impianto dell'embrione basandosi
sul livello di espressione di biomarcatori validati.
extracellulari (EVs) provenienti da cinque biofluidi tra cui alcuni poco studiati finora, in quanto
possibili indicatori di modificazioni fisiologiche o patologiche che determinano la fertilità/infertilità femminile, in particolare nelle problematiche correlate all’impianto embrionario. Tale caratterizzazione ha lo scopo di approcciarsi al miglioramento delle procedure attuali di
procreazione medicalmente assistita (PMA), ricostruendo attraverso la biopsia liquida il momento
ottimale per attuare il trasferimento della blastocisti in utero. Ciò permetterebbe un'ottimizzazione
delle metodiche di PMA, evitando il transfer di embrioni in un microambiente endometriale non
recettivo, con l’obiettivo di incrementare la “pregnancy rate”, riducendo al tempo stesso lo stress a
cui sono sottoposte le pazienti. La determinazione della finestra d'impianto nelle pazienti con
multipli fallimenti, ad oggi è rilevata principalmente attraverso il monitoraggio del profilo ormonale
e con metodiche invasive che prevedono una biopsia dell’endometrio, come le procedure
istologiche o l'ERA test, che rileva il profilo di espressione di mRNA nel tessuto endometriale. Si è
perciò cercato di mettere a punto una nuova metodica non invasiva, basata sulla caratterizzazione
delle popolazioni vescicolari di derivazione endometriale in diversi biofluidi.
A tal fine, sono stati ottimizzati i protocolli di stoccaggio e di isolamento di EVs da diversi fluidi
candidati, paragonandone la resa totale, l’integrità, la purezza e l’eterogeneità di vescicole
recuperate. Successivamente, l’analisi del contenuto in mRNA delle EV ha permesso di valutare i
geni GAPDH e RNY4 quali geni normalizzatori, aspetto importante che ha consentito di analizzare
correttamente l’espressione genica di geni di derivazione endometriale nelle popolazioni vescicolari
ritrovate nei biofluidi analizzati, con lo scopo di individuare la fonte surrogata di marcatori
specifici. Alla luce dei risultati preliminari ottenuti con questo lavoro di tesi sarà possibile
confrontare il profilo di espressione genica delle vescicole extracellulari con l'espressione dei 238
geni utilizzati nell'ERA test (come test di riferimento), allo scopo di valutare se tale approccio di
biopsia liquida rappresenti una valida alternativa o un complemento ad una metodica ben più
invasiva. Inoltre i tentativi di sviluppare un approccio di immunoisolamento di vesicole
endometriali apre la strada ad una futura evoluzione del progetto stesso. Il progetto in cui si colloca
il lavoro di tesi, si prefigge in effetti di progettare un metodo diagnostico totalmente non invasivo,
limitando al massimo lo stress delle pazienti sottoposte ad un percorso di procreazione assistita già
abbastanza complesso. Questo potrebbe essere permesso dalla precisa definizione del profilo
esosomiale dell’endometrio recettivo, che guidi il successo nell'impianto dell'embrione basandosi
sul livello di espressione di biomarcatori validati.
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