Tesi etd-12172023-210119 |
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Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (4 anni)
Autore
CARROZZO, VALENTINA
URN
etd-12172023-210119
Titolo
Efficacia di un protocollo riabilitativo combinato per la Sindrome di Pisa
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA FISICA E RIABILITATIVA
Relatori
relatore Prof. Chisari, Carmelo
Parole chiave
- malattia di Parkinson
- sindrome di Pisa
- tossina botulinica
Data inizio appello
09/01/2024
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
09/01/2094
Riassunto
La Malattia di Parkinson (MP) è una patologia neurodegenerativa cronica ad andamento progressivo, dovuta alla perdita di neuroni dopaminergici della substantia nigra e alla presenza di inclusioni eosinofile intracitoplasmatiche (corpi di Lewy). Si caratterizza per la presenza di sintomi motori cardine (bradicinesia/acinesia, rigidità, tremori, instabilità posturale) e di sintomi non motori.
I disturbi posturali sono sempre maggiormente riconosciuti come complicanze comuni della MP.
Tra questi, la sindrome di Pisa (SP), in particolare, è una alterazione posturale caratterizzata da flessione laterale riducibile del tronco. La sua fisiopatologia non è, ad oggi, ancora chiara; non ci sono teorie certe ma solo ipotesi raggruppabili in due grandi classi: ipotesi centrale e ipotesi periferica.
L’ipotesi centrale sostiene alla base della SP condizioni come disfunzione dei Nuclei della Base, alterazione dell’integrazione sensorimotoria, decadimento cognitivo con perdita di schemi di percezione e controllo posturale, distonia e rigidità.
L’ipotesi periferica propone, invece, come cause scatenanti la SP alterazioni del sistema muscolo-scheletrico come miopatie, degenerazione spinale e dei tessuti molli.
L’obiettivo dello studio proposto è stato quello di valutare, in pazienti con MP e alterazione posturale a tipo SP, l’efficacia dell’inoculazione di tossina botulinica nel muscolo obliquo esterno dell’addome (MOE), combinata ad uno specifico trattamento riabilitativo. La scelta è stata formulata sia sulla base di precedenti lavori a favore del coinvolgimento del MOE nella SP, sia della conoscenza delle sue funzioni, ovvero di flessione ipsilaterale e rotazione controlaterale del busto, deviazioni spesso presenti contemporaneamente nei pazienti con SP.
Il vantaggio di questa scelta sta nella lunga emivita della tossina, che permette l’esecuzione di iniezioni ogni tre mesi, migliorando la qualità di vita dei pazienti e garantendo effetti più duraturi, tali da rendere il trattamento più valido nel lungo termine.
Lo studio è stato eseguito in ambiente ambulatoriale. I pazienti afferenti al nostro Ambulatorio di Neuroriabilitazione sono stati selezionati sulla base della presenza dei criteri di inclusione (diagnosi di MP, presenza di SP, trattamento con terapia farmacologica cronica e stabile nelle quattro settimane precedenti l’inizio del protocollo e durante il programma riabilitativo, presenza di iperattività unilaterale del MOE alla valutazione con elettromiografia (EMG) ad ago, eseguita a riposo, in clinostatismo e in ortostatismo) e assenza di quelli di esclusione (presenza di altre malattie neurologiche o di grave scoliosi, storia di pregressi interventi chirurgici al rachide, presenza di disturbi psichiatrici clinicamente evidenti).
Il protocollo di trattamento ha previsto una iniziale iniezione di tossina botulinica di tipo A su guida EMG a livello del MOE risultato iperattivo, seguita, a distanza di una settimana, dal programma riabilitativo di tre settimane, strutturato in cinque sedute a settimana della durata di 60 minuti ciascuna, durante le quali sono stati svolti esercizi di stretching e allungamento, esercizi per l’equilibrio, per il controllo posturale e per la coordinazione dei quattro arti e tronco-arti. Le valutazioni funzionali sono state eseguite prima del trattamento (T0) e al termine delle tre settimane di trattamento (T1).
I parametri valutati sono stati: l’angolo di flessione del tronco (TFA), calcolato con sistema validato ImageJ, misurando l’asse verticale perpendicolare al terreno e una linea immaginaria passante per il fulcro di L5 e il processo trasverso di C7; test del cammino quali il Ten Meters Walking Test (10mWT), il Time Up and Go Test (TUG) e il Six Minutes Walking Test (6MWT); test dell’equilibrio statico e dinamico valutato tramite la Berg Balance Scale (BBS); la qualità della vita dei pazienti, tramite la Parkinson Disease Quality of Life (PDQ-8); il dolore, attraverso la Numerical Rating Scale (NRS); il rischio di cadute e la paura di cadere, rispettivamente tramite il Fall Risk Questionnaire (FRQ) e la Falls Efficacy Scale (FES-I). Inoltre, sono stati eseguiti: l’analisi chinesiologica del cammino, con sistema Elite BTS®, con valutazione dei parametri spazio-temporali, cinematici e di EMG di superficie dei muscoli addominali e paravertebrali; l’analisi dell’attività dei MOE bilaterali in clinostatismo e ortostatismo mediante EMG ad ago. I parametri spazio-temporali analizzati dalla Gait Analysis sono stati la velocità media del cammino (m/s), la lunghezza dello step (m), la lunghezza dello stride (m), la durata della fase di appoggio (espressa come percentuale del ciclo del passo, %GC), la durata dello stride (s), la cadenza (passi/min, Hz), il tempo di doppio supporto (espresso in percentuale del ciclo del passo, %GC), la larghezza dello step (m). I parametri cinematici valutati tramite Gait Analysis sono stati il range dell’angolo articolare di caviglie, ginocchia, anche.
Le variabili continue sono state espresse come media ± deviazione standard (DS), per l’analisi statistica è stato applicato il test Wilcoxon-Mann-Whitney non parametrico. La significatività dei test è stata impostata a p 0,05.
A trarre vantaggi significativi (p 0.05) dal trattamento sono stati la deviazione laterale del busto, il cammino, l’equilibrio, il dolore a livello lombare, la qualità di vita.
Le conseguenze della riduzione dell’angolo di flessione laterale del tronco e del miglioramento del passo e dell’equilibrio sono state, nel complesso, una maggiore autonomia e sicurezza nei movimenti e spostamenti, grazie al raggiungimento di una migliore stabilità. Le modificazioni significative nell’ambito dell’equilibrio, del passo e della postura hanno portato anche a miglioramenti nella scala soggettiva della paura di cadere, facilitando la ripresa, da parte del paziente, di attività di vita quotidiana. Questo, associato alla riduzione del dolore, ha favorito il conseguimento di maggiore mobilità e autonomia.
Inoltre, il trattamento con tossina botulinica, si è rivelato un trattamento ben tollerato: nessun paziente ha riportato effetti avversi alle iniezioni, come debolezza generalizzata.
I disturbi posturali sono sempre maggiormente riconosciuti come complicanze comuni della MP.
Tra questi, la sindrome di Pisa (SP), in particolare, è una alterazione posturale caratterizzata da flessione laterale riducibile del tronco. La sua fisiopatologia non è, ad oggi, ancora chiara; non ci sono teorie certe ma solo ipotesi raggruppabili in due grandi classi: ipotesi centrale e ipotesi periferica.
L’ipotesi centrale sostiene alla base della SP condizioni come disfunzione dei Nuclei della Base, alterazione dell’integrazione sensorimotoria, decadimento cognitivo con perdita di schemi di percezione e controllo posturale, distonia e rigidità.
L’ipotesi periferica propone, invece, come cause scatenanti la SP alterazioni del sistema muscolo-scheletrico come miopatie, degenerazione spinale e dei tessuti molli.
L’obiettivo dello studio proposto è stato quello di valutare, in pazienti con MP e alterazione posturale a tipo SP, l’efficacia dell’inoculazione di tossina botulinica nel muscolo obliquo esterno dell’addome (MOE), combinata ad uno specifico trattamento riabilitativo. La scelta è stata formulata sia sulla base di precedenti lavori a favore del coinvolgimento del MOE nella SP, sia della conoscenza delle sue funzioni, ovvero di flessione ipsilaterale e rotazione controlaterale del busto, deviazioni spesso presenti contemporaneamente nei pazienti con SP.
Il vantaggio di questa scelta sta nella lunga emivita della tossina, che permette l’esecuzione di iniezioni ogni tre mesi, migliorando la qualità di vita dei pazienti e garantendo effetti più duraturi, tali da rendere il trattamento più valido nel lungo termine.
Lo studio è stato eseguito in ambiente ambulatoriale. I pazienti afferenti al nostro Ambulatorio di Neuroriabilitazione sono stati selezionati sulla base della presenza dei criteri di inclusione (diagnosi di MP, presenza di SP, trattamento con terapia farmacologica cronica e stabile nelle quattro settimane precedenti l’inizio del protocollo e durante il programma riabilitativo, presenza di iperattività unilaterale del MOE alla valutazione con elettromiografia (EMG) ad ago, eseguita a riposo, in clinostatismo e in ortostatismo) e assenza di quelli di esclusione (presenza di altre malattie neurologiche o di grave scoliosi, storia di pregressi interventi chirurgici al rachide, presenza di disturbi psichiatrici clinicamente evidenti).
Il protocollo di trattamento ha previsto una iniziale iniezione di tossina botulinica di tipo A su guida EMG a livello del MOE risultato iperattivo, seguita, a distanza di una settimana, dal programma riabilitativo di tre settimane, strutturato in cinque sedute a settimana della durata di 60 minuti ciascuna, durante le quali sono stati svolti esercizi di stretching e allungamento, esercizi per l’equilibrio, per il controllo posturale e per la coordinazione dei quattro arti e tronco-arti. Le valutazioni funzionali sono state eseguite prima del trattamento (T0) e al termine delle tre settimane di trattamento (T1).
I parametri valutati sono stati: l’angolo di flessione del tronco (TFA), calcolato con sistema validato ImageJ, misurando l’asse verticale perpendicolare al terreno e una linea immaginaria passante per il fulcro di L5 e il processo trasverso di C7; test del cammino quali il Ten Meters Walking Test (10mWT), il Time Up and Go Test (TUG) e il Six Minutes Walking Test (6MWT); test dell’equilibrio statico e dinamico valutato tramite la Berg Balance Scale (BBS); la qualità della vita dei pazienti, tramite la Parkinson Disease Quality of Life (PDQ-8); il dolore, attraverso la Numerical Rating Scale (NRS); il rischio di cadute e la paura di cadere, rispettivamente tramite il Fall Risk Questionnaire (FRQ) e la Falls Efficacy Scale (FES-I). Inoltre, sono stati eseguiti: l’analisi chinesiologica del cammino, con sistema Elite BTS®, con valutazione dei parametri spazio-temporali, cinematici e di EMG di superficie dei muscoli addominali e paravertebrali; l’analisi dell’attività dei MOE bilaterali in clinostatismo e ortostatismo mediante EMG ad ago. I parametri spazio-temporali analizzati dalla Gait Analysis sono stati la velocità media del cammino (m/s), la lunghezza dello step (m), la lunghezza dello stride (m), la durata della fase di appoggio (espressa come percentuale del ciclo del passo, %GC), la durata dello stride (s), la cadenza (passi/min, Hz), il tempo di doppio supporto (espresso in percentuale del ciclo del passo, %GC), la larghezza dello step (m). I parametri cinematici valutati tramite Gait Analysis sono stati il range dell’angolo articolare di caviglie, ginocchia, anche.
Le variabili continue sono state espresse come media ± deviazione standard (DS), per l’analisi statistica è stato applicato il test Wilcoxon-Mann-Whitney non parametrico. La significatività dei test è stata impostata a p 0,05.
A trarre vantaggi significativi (p 0.05) dal trattamento sono stati la deviazione laterale del busto, il cammino, l’equilibrio, il dolore a livello lombare, la qualità di vita.
Le conseguenze della riduzione dell’angolo di flessione laterale del tronco e del miglioramento del passo e dell’equilibrio sono state, nel complesso, una maggiore autonomia e sicurezza nei movimenti e spostamenti, grazie al raggiungimento di una migliore stabilità. Le modificazioni significative nell’ambito dell’equilibrio, del passo e della postura hanno portato anche a miglioramenti nella scala soggettiva della paura di cadere, facilitando la ripresa, da parte del paziente, di attività di vita quotidiana. Questo, associato alla riduzione del dolore, ha favorito il conseguimento di maggiore mobilità e autonomia.
Inoltre, il trattamento con tossina botulinica, si è rivelato un trattamento ben tollerato: nessun paziente ha riportato effetti avversi alle iniezioni, come debolezza generalizzata.
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