Tesi etd-12162010-115511 |
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Tipo di tesi
Tesi di dottorato di ricerca
Autore
PARISI, CARLO
Indirizzo email
carlo_parisi81@libero.it
URN
etd-12162010-115511
Titolo
La Camera Oscura: teorie e metafore della coscienza nella filosofia del seicento
Settore scientifico disciplinare
M-FIL/06
Corso di studi
DISCIPLINE FILOSOFICHE
Relatori
tutor Prof. Iacono, Alfonso Maurizio
Parole chiave
- coscienza
- empirismo
- mente
- metafora
- rappresentazione
- segno
Data inizio appello
23/12/2010
Consultabilità
Completa
Riassunto
Nella mia tesi ho analizzato lo sviluppo del concetto filosofico di coscienza nella filosofia del seicento, allo scopo di mostrare come la prima, compiuta, articolazione di questo concetto non si possa reperire in Cartesio, come vorrebbe la storiografia tradizionale, ma piuttosto nell'opera di John Locke. Pertanto, muovendo da un'analisi dei testi cartesiani ho mostrato come la stessa struttura concettuale della sua filosofia impedisse la nascita di un concetto di coscienza inteso nei termini di ciò che caratterizza propriamente lo spazio del mentale e, dunque, concetto chiave per lo sviluppo di un sapere sull'interiorità che si vuole scientifico e rigoroso: in altri termini non in Cartesio ma in alcuni problemi che emergono all'interno della sua filosofia - in particolare la questione del rapporto tra la mente e il corpo - determineranno, nell'opera dei suoi successori, un ricorso massivo a tale concetto.
Si è trattato, dunque, in secondo luogo, di analizzare il dibattito post-cartesiano, con particolare attenzione per le figure di La Forge, Malebranche e Arnauld, per cogliere le tensioni al cui intenro il concetto di coscienza trova la sua matrice. Si è analizzato il ricorso malebranchiano alla "coscienza" per descrivere un originario fenomeno di occultamento e di oscurità della mente a se stessa allo scopo però di evidenziare come il tenore dell'opera dell'oratoriano fosse ancora quello "morale" legato al dibattito della Riforma e non quello, propriamente epistemologico, elaborato da Locke.
Analizzando alcune questioni centrali della tradizione empirista inglese e in particolare, di Bacone, si è cercato di delineare il contesto al cui interno Locke ha proposto la sua innovativa teoria della coscienza. In particolare la messa tra parentesi delle questioni propriamente metafisiche sulla sostanzialità dell'anima, ha reso disponibile il concetto di coscienza per la descrizione e la definizione dell'identità personale
Si è trattato, dunque, in secondo luogo, di analizzare il dibattito post-cartesiano, con particolare attenzione per le figure di La Forge, Malebranche e Arnauld, per cogliere le tensioni al cui intenro il concetto di coscienza trova la sua matrice. Si è analizzato il ricorso malebranchiano alla "coscienza" per descrivere un originario fenomeno di occultamento e di oscurità della mente a se stessa allo scopo però di evidenziare come il tenore dell'opera dell'oratoriano fosse ancora quello "morale" legato al dibattito della Riforma e non quello, propriamente epistemologico, elaborato da Locke.
Analizzando alcune questioni centrali della tradizione empirista inglese e in particolare, di Bacone, si è cercato di delineare il contesto al cui interno Locke ha proposto la sua innovativa teoria della coscienza. In particolare la messa tra parentesi delle questioni propriamente metafisiche sulla sostanzialità dell'anima, ha reso disponibile il concetto di coscienza per la descrizione e la definizione dell'identità personale
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TESI_CAR...ARISI.pdf | 1.56 Mb |
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