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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-12132021-111834


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
PACINI, MASSIMILIANO
URN
etd-12132021-111834
Titolo
ALLE RADICI DELL?IDEA ANTIBORGHESE Il contributo di Domenico Settembrini alla soluzione dell?anomalia italiana
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
FILOSOFIA E FORME DEL SAPERE
Relatori
relatore Prof. Cubeddu, Raimondo
correlatore Prof. Giannetti, Roberto
Parole chiave
  • Settembrini
  • idea antiborghese
  • Italia liberale
  • liberalismo
  • marxismo
  • fascismo
  • democrazia
Data inizio appello
31/01/2022
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
Il lavoro intende approfondire l’intero percorso intellettuale di Domenico Settembrini
professore ordinario della facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Pisa dal 1970
al 2002 presso la quale ha tenuto gli insegnamenti di Storia del movimento operaio e
del sindacalismo, Storia delle dottrine politiche e Storia del pensiero politico
moderno e contemporaneo. Egli è stato tra i massimi studiosi delle ideologie
rivoluzionarie del Novecento delle quali ha posto in evidenza le origini religiose e
messianiche mettendo, al tempo stesso, in guardia dagli epigoni totalitari a cui
avrebbero condotto. Si è battuto verso qualsiasi forma di vulgata calata dall’alto da
parte degli intellettuali e della classe dirigente in anni in cui il mondo accademico e
gli ambienti della cultura erano decisamente schierati a favore della dottrina marxista.
Ha anticipato nei suoi scritti alcuni degli scenari più significativi della storia
contemporanea che si sono palesati in seguito al crollo del Muro di Berlino ed al
tramonto, nel mondo occidentale, delle diverse forme di socialismo reale. Ha dato
vita ad una profonda reinterpretazione del fascismo e della storia nazionale italiana
indagate alla luce della persistenza di una profonda avversione allo spirito borghese,
al capitalismo e all’affermazione nel paese di un liberalismo democratico estendendo,
con successo, il paradigma defeliciano all’analisi del secolo e mezzo di storia patria.
Ha posto, infine, domande estremamente attuali sul futuro delle moderne
comunità democratiche ancora impegnate nel dare risposte concrete alle istanze
storiche di una società più equa e solidale e, al tempo stesso, occupate nelle nuove
sfide della globalizzazione, del cambiamento climatico e delle convivenze
multirazziali.
La ricerca ha preso le mosse dallo studio delle singole opere di Settembrini
delle quali si è cercato di mettere in evidenza le relazioni e le tematiche ricorrenti, nel
tentativo di ricostruire un percorso che per coerenza e onestà intellettuale non ha
conosciuto particolari deviazioni. Non meno importanti le decine di pubblicazioni su
riviste specializzate sui temi del marxismo, dell’anarchismo, del fascismo, del
liberalismo e della democrazia che hanno consentito una costante diffusione delle
idee e delle acquisizioni dell’autore in un confronto, talvolta anche aspro, con
posizioni contrastanti ma sempre volto alla ricerca di un sapere critico e appassionato.
Di grande aiuto è stata, infine, la cospicua produzione pubblicistica di Settembrini
attraverso le principali testate giornalistiche nazionali nelle quali ha avuto modo di
esprimere le proprie convinzioni sui temi dell’attualità politica e dei grandi
sconvolgimenti che hanno interessato il pianeta negli ultimi decenni.
Il lavoro si articola in una prima parte all’interno della quale, dopo una breve
ricostruzione della biografia personale, vengono passate in rassegna le varie opere
letterarie di Settembrini con particolare attenzione alla scansione delle diverse fasi
storiche che lo avrebbero condotto dall’originario assedio al marxismo a spostarsi,
gradualmente, sulle tematiche del liberalismo e della democrazia nel tentativo di
approfondire le complessità a cui la “società aperta” deve, in qualche modo, fornire
risposta.
Un secondo capitolo viene dedicato all’eredità di metodo e di studioso
appassionato che Settembrini ha lasciato ai propri allievi, collaboratori, colleghi e
amici con particolare riguardo a quattro fondamentali ambiti che ne hanno
contraddistinto prima la formazione, poi l’insegnamento e, infine, la testimonianza
lasciata ai posteri nel tempo. L’importanza di un fondamento scientifico di una teoria,
di un’idea e di una forma di pensiero; la necessità di confrontarsi con la modernità e
con tutto ciò che ne consegue cercando di assecondarla e non di combatterla;
l’avversione a tutte quelle espressioni ideologiche imposte alle masse dalle élites
intellettuali, spesso residuo di quelle forme di pensiero profetico e predittivo che nella
storia hanno condotto alle soluzione politiche più infauste; infine, la costante ricerca
di un liberalismo ricco di valori, non semplicemente lasciato alla logica della
concorrenza e del mercato, ma guidato a difesa delle classi più deboli nel tentativo di
eliminare quante più diseguaglianze possibili.
Nel terzo capitolo viene presa in esame una delle opere più note di Settembrini
la Storia dell’idea antiborghese in Italia con particolare attenzione alle dinamiche
che portarono, nei decenni post-unitari sino alla prima guerra mondiale, alla
formazione ed all’affermazione di tale spirito nei vari ambiti della cultura, della
politica, dell’economia e della società. Attraverso i percorsi delle diverse personalità
passate in rassegna, in un clima fortemente influenzato dall’idealismo filosofico
dominante nel periodo storico preso in considerazione, è stato possibile appurare
come tale avversione al capitalismo, alla borghesia e ai valori da questa incarnati sia
stato un atteggiamento diffuso da parte delle élites intellettuali del paese. Su queste
basi ha avuto luogo un’ampia convergenza di esponenti del ceto dirigente,
caratterizzati da una diversa formazione e appartenenza ideologica, ma in grado di
determinare scelte economiche e politiche decisive per le sorti del paese: dalle
modalità del processo di industrializzazione, per lungo tempo frenato da una visione
paternalistica della borghesia imprenditoriale, all’opposizione nei confronti della
politica riformista giolittiana, per finire all’interventismo e al fascismo.
Nel quarto capitolo viene presa in esame l’accoglienza riservata all’opera di
Settembrini all’interno di un clima culturale complessivamente avverso ad un
approccio revisionista dei principali avvenimenti della storia nazionale come l’autore
ha inteso fare nel corso della propria ricerca. Ciò nonostante è stato possibile
raccogliere numerose recensioni positive sul volume pronte ad indagare quegli aspetti
della storia delle idee con particolare riguardo alla mentalità degli intellettuali che le
hanno prodotte. Anche dinanzi ai giudizi più critici è stato, comunque, possibile
isolare un comune apprezzamento per l’impostazione storica del lavoro, per l’ampia
documentazione raccolta a supporto delle diverse tesi e una capacità, non comune, di
attraversare le vicende della storia nazionale ricercandone le radici nell’ambito della
cultura e delle forme di pensiero. L’interesse riscosso dal volume è ulteriormente
testimoniato dai due dibattiti organizzati da riviste specializzate, in sede di
presentazione del libro, dove hanno avuto modo di intervenire personalità di primo
ordine del dibattito politico, culturale e storico del paese. Infine si è voluto dedicare
uno spazio apposito all’attualità e alla modernità del pensiero di Domenico
Settembrini, con particolare riguardo ai contenuti della Storia dell’idea antiborghese,
dimostrando come molte delle tematiche trattate nel volume ancora oggi non hanno
perso niente della loro centralità di fronte alle nuove espressioni di partecipazione
politica sempre più orientate al populismo, alla demagogia e a forme di
antiparlamentarismo che testimoniano la persistenza di questo spirito nelle viscere
più profonde della storia e della cultura italiana.
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