Tesi etd-12132017-111051 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
DARDANO, ELENA
Indirizzo email
e.dardano93@gmail.com
URN
etd-12132017-111051
Titolo
DOVE GLI ESTREMI SI INCONTRANO: HUGH MACDIARMID E OSIP MANDEL'ŠTAM A CONFRONTO
Dipartimento
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Corso di studi
LINGUISTICA E TRADUZIONE
Relatori
relatore Prof. Garzonio, Stefano
correlatore Prof. Ciompi, Fausto
correlatore Prof. Ciompi, Fausto
Parole chiave
- ACMEISMO
- IMAGISMO
- LETTERATURA COMPARATA
- MACDIARMID
- MANDEL'ŠTAM
- MODERNISMO
- POESIA
- RUSSIA
- SCOZIA
- TRADUZIONE
Data inizio appello
05/02/2018
Consultabilità
Parziale
Data di rilascio
05/02/2088
Riassunto
Questo lavoro si propone di comparare tipologicamente il poeta imagista scozzese Hugh MacDiarmid e il poeta acmeista russo Osip Mandel'štam.
Il primo capitolo inserisce i due poeti all'interno dei movimenti di cui sono esponenti (Imagismo e Acmeismo) e della corrente del modernismo. Nata agli inizi del ‘900, si proponeva di distruggere la tradizione immediatamente precedente a favore di una nuova poetica che potesse rispondere alla realtà, frammentata e dissociata, in cui l’uomo si trovava a vivere in quel periodo. L’Imagismo e l’Acmeismo, entrambi forme di un modernismo più ampio, sorgono in questo momento e il loro primo atto fu un atto di ribellione nei confronti del Simbolismo, corrente che aveva dominato il panorama letterario di fine ‘800 e che, con le sue immagini nebulose e vaghe e il suo proiettarsi in un mondo-altro, astratto e mistico, non poteva più dare delle risposte ad un uomo che, in un Dio o in un mondo ultraterreno, non credeva più. Al contrario Imagismo e Acmeismo predicavano il ritorno ad una poetica di concretezza fatta di immagini dai contorni chiari e precisi. Una prima comparazione verrà quindi fatta tra due movimenti che, come Eleaine Rusinko sottolinea, non si conoscevano prima del 1915 ma che “assorbirono ciò che aleggiava nell’aria poetica internazionale e reagirono in modo indipendente sulla stessa scia.” .
Nel secondo capitolo ci si concentrerà su Hugh MacDiarmid e Osip Mandel'štam, riflettendo su come il primo risponda ai canoni dell’Imagismo, il secondo ai canoni dell’Acmeismo. Innanzitutto, si cercherà di capire da dove entrambi provengono, da quali idee la loro poetica è influenzata e con quali tradizioni si confrontano o scontrano. Qualunque tipo di forma d’arte infatti si sviluppa inevitabilmente all’interno di una tradizione che Veselovskij chiama “culla” di “formule specifiche” e di “motivi costanti che una generazione ha ricevuto dalla precedente”. Al contempo si cercherà di capire l’elemento di novità apportato dai due poeti, ricordando che alla tradizione si aggiunge sempre la creatività personale individuale, definita da Veselovskij come “nuova concezione di vita che di fatto costituisce il suo progresso rispetto al passato” . In questo modo si andrà a creare una rete di associazioni, connessioni e paragoni tra i due poeti, la loro poetica e le loro idee.
Nel terzo e ultimo capitolo infine, si cercherà di riscontrare quanto teoricamente detto tramite l’analisi e la traduzione di alcune poesie di Hugh MacDiarmid e Osip Mandel'štam. Sono state selezionate innanzitutto poesie tratte dalle prime raccolte: Sangshaw e Penny Wheep di MacDiarmid, pubblicate ad un anno di distanza e da considerare come un unico blocco poetico, e Kamen’ di Mandel’štam. Qui somiglianze nei motivi, nei temi e nel procedimento poetico testimoniano come una poetica imagista e acmeista arrivino ad uno stesso risultato. In secondo luogo, sono state selezionate poesie risalenti al periodo di crisi poetica che sia MacDiarmid che Mandel’štam sperimentano negli anni ‘30 e che affrontano soggiornando il primo presso le remote isole scozzesi delle Shetland, il secondo presso l’arida e solitaria Armenia. Il ritorno ad una vita semplice, concreta, quotidiana che era stato punto di partenza per la poesie iniziali diventa ora il punto di rinascita per una nuova fase artistica e letteraria.
Il primo capitolo inserisce i due poeti all'interno dei movimenti di cui sono esponenti (Imagismo e Acmeismo) e della corrente del modernismo. Nata agli inizi del ‘900, si proponeva di distruggere la tradizione immediatamente precedente a favore di una nuova poetica che potesse rispondere alla realtà, frammentata e dissociata, in cui l’uomo si trovava a vivere in quel periodo. L’Imagismo e l’Acmeismo, entrambi forme di un modernismo più ampio, sorgono in questo momento e il loro primo atto fu un atto di ribellione nei confronti del Simbolismo, corrente che aveva dominato il panorama letterario di fine ‘800 e che, con le sue immagini nebulose e vaghe e il suo proiettarsi in un mondo-altro, astratto e mistico, non poteva più dare delle risposte ad un uomo che, in un Dio o in un mondo ultraterreno, non credeva più. Al contrario Imagismo e Acmeismo predicavano il ritorno ad una poetica di concretezza fatta di immagini dai contorni chiari e precisi. Una prima comparazione verrà quindi fatta tra due movimenti che, come Eleaine Rusinko sottolinea, non si conoscevano prima del 1915 ma che “assorbirono ciò che aleggiava nell’aria poetica internazionale e reagirono in modo indipendente sulla stessa scia.” .
Nel secondo capitolo ci si concentrerà su Hugh MacDiarmid e Osip Mandel'štam, riflettendo su come il primo risponda ai canoni dell’Imagismo, il secondo ai canoni dell’Acmeismo. Innanzitutto, si cercherà di capire da dove entrambi provengono, da quali idee la loro poetica è influenzata e con quali tradizioni si confrontano o scontrano. Qualunque tipo di forma d’arte infatti si sviluppa inevitabilmente all’interno di una tradizione che Veselovskij chiama “culla” di “formule specifiche” e di “motivi costanti che una generazione ha ricevuto dalla precedente”. Al contempo si cercherà di capire l’elemento di novità apportato dai due poeti, ricordando che alla tradizione si aggiunge sempre la creatività personale individuale, definita da Veselovskij come “nuova concezione di vita che di fatto costituisce il suo progresso rispetto al passato” . In questo modo si andrà a creare una rete di associazioni, connessioni e paragoni tra i due poeti, la loro poetica e le loro idee.
Nel terzo e ultimo capitolo infine, si cercherà di riscontrare quanto teoricamente detto tramite l’analisi e la traduzione di alcune poesie di Hugh MacDiarmid e Osip Mandel'štam. Sono state selezionate innanzitutto poesie tratte dalle prime raccolte: Sangshaw e Penny Wheep di MacDiarmid, pubblicate ad un anno di distanza e da considerare come un unico blocco poetico, e Kamen’ di Mandel’štam. Qui somiglianze nei motivi, nei temi e nel procedimento poetico testimoniano come una poetica imagista e acmeista arrivino ad uno stesso risultato. In secondo luogo, sono state selezionate poesie risalenti al periodo di crisi poetica che sia MacDiarmid che Mandel’štam sperimentano negli anni ‘30 e che affrontano soggiornando il primo presso le remote isole scozzesi delle Shetland, il secondo presso l’arida e solitaria Armenia. Il ritorno ad una vita semplice, concreta, quotidiana che era stato punto di partenza per la poesie iniziali diventa ora il punto di rinascita per una nuova fase artistica e letteraria.
File
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