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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-12122006-150427


Tipo di tesi
Tesi di dottorato di ricerca
Autore
Vichi, Celeste
URN
etd-12122006-150427
Titolo
La disciplina normativa del Protocollo di Kyoto: tra meccanismi flessibili e command and control
Settore scientifico disciplinare
IUS/05
Corso di studi
DIRITTO PUBBLICO DELL'ECONOMIA, FINANZA E PROCESSO TRIBUTARIO
Relatori
Relatore Prof. Giusti, Mauro
Parole chiave
  • autorizzazioni ambientali
  • CDM
  • command and control
  • ET
  • IPPC
  • JI
  • vigilanza ambientale
Data inizio appello
12/12/2006
Consultabilità
Completa
Riassunto
La tesi partendo dall’illustrazione dell’allarme destato a livello globale dal preoccupante fenomeno del cambiamento climatico, dovuto al significativo ed incontrollato aumento delle emissioni di gas serra in atmosfera, descrive il dibattito politico internazionale che dall’adozione della Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici, ha condotto all’entrata in vigore del suo strumento operativo più importante: il Protocollo di Kyoto, la cui adozione è stata un esito non del tutto scontato, e con il quale i Paesi ratificanti hanno inteso ridurre le proprie emissioni globali del 5,2 % rispetto ai livelli del 1990 nel quadriennio 2008-2012.
L’introduzione dei meccanismi flessibili di mercato del Protocollo di Kyoto quali: il Clean Develpment Mechanism, la Joint Implementation e l’Emission Trading, ha sollecitato il legislatore comunitario ed interno ad introdurre un rilevante, quanto innovativo strumentario giuridico, da affiancarsi ad azioni di tipo domestico, attraverso il quale dare corso agli obiettivi di riduzione di Kyoto.
L’adozione in sede comunitaria, già a partire dall’ottobre 2001, di un pacchetto contro il cambiamento climatico, ha pertanto posto l’Unione Europea in una posizione di leadership internazionale nell’implementazione delle politiche e strategie di riduzione dei gas serra, ed alla introduzione di numerose direttive di riferimento quali la Direttiva Emission Trading 87/2003/CE (Direttiva EU ETS), la Direttiva Linking 2004/01/CE cui il legislatore italiano, sebbene con forti ritardi che lo hanno visto oggetto di procedimenti di infrazione da parte della Commissione Europea, ha dovuto dare attuazione.
Attraverso l’introduzione di tali normative si è inteso creare un mercato delle quote di emissione all’interno della comunità europea al fine di promuovere filiere di produzione sempre più eco-efficienti e di creare un sistema premiale per quegli attori economici che adottano comportamenti compatibili con la salvaguardia ambientale.
La tesi in esame, senza entrare volutamente in valutazioni di tipo economico circa l’opportunità dell’utilizzo di meccanismi flessibili di mercato per l’attuazione delle riduzioni di gas serra e mettendo solo dove indispensabile in evidenza quelle che sono le valutazioni metagiuridiche ad essi strettamente correlate, ha inteso offrire una panoramica organica degli strumenti normativi predisposti dal legislatore in applicazione del Protocollo di Kyoto filtrando, attraverso una prospettiva strettamente giuridica, quelle che sono le implicazioni dell’implementazione dei meccanismi di Kyoto nell’ordinamento interno.
Ne è emerso uno scenario in cui il rapporto tra diritto e valutazioni di tipo economico sembrano vicendevolmente contaminarsi tra di loro: ciò a partire dall’adozione, di singolari ed innovativi strumenti quali i Piani Nazionali di Assegnazione a cura del Ministero dell’Ambiente e delle Attività Produttive, all’esito di una concertazione effettuata con le associazioni di imprenditori interessati dall’applicazione della direttive EU ETS, attraverso i quali procedere alla all’assegnazione a ciascuna categoria di attività indicate nell’Allegato I della direttiva ET, e successivamente alle singole categorie di impianti, un certo quantitativo di quote di emissione.
Nella applicazione della direttiva EU ETS si è avuto modo di sottolineare come il legislatore pur introducendo meccanismi di mercato di riduzione non ha rinunciato ad un approccio più tradizionale informato al sistema di command and control subordinando la cessione e la circolazione delle quote di emissione ad un complesso meccanismo di registrazione e di autorizzazione ai settori di attività interessati dalla direttiva; attraverso l’adozione del Decreto Legislativo n. 216 del 2006, che costituisce l’ultima fase di recepimento della direttiva sullo scambio delle quote di emissione è stata infatti introdotta la procedura autorizzatoria ad emettere gas ad effetto serra: è proprio in questa sede che si evidenziata da parte del legislatore l’esigenza di procedere ad di un coordinamento tra la direttiva EU ETS e la Direttiva IPPC 96/61/CE (Integrated Prevention and Pollution Control), che rappresenta la normativa di riferimento in materia di autorizzazione integrata ambientale.
Il livello di attenzione nei confronti della fase amministrativa del rilascio dei permessi ed autorizzazioni all’esercizio delle attività dei siti industriali si è accompagnato ad in interesse incardinato sulla verifica, promozione e vigilanza della conformità delle condizioni previste per il loro rilascio che ha trovato nella creazione di un Comitato nazionale di gestione e di attuazione della direttiva 2003/87/CE istituito presso il ministero dell’ambiente l’Autorità nazionale di riferimento.
Infine l’attuazione degli obiettivi di Kyoto passa attraverso l’adozione di misure domestiche interne che hanno visto nell’elaborazione del recente Disegno di Legge 11 luglio 2006, n. 786 l’attuale risposta del nostro Paese per regolare la stabilizzazione delle emissioni attraverso azioni volte a sollecitare il ricorso a fonti rinnovabili nell’ottica di una riduzione dell’utilizzo delle fonti fossili.
Ne emerge pertanto un quadro eterogeneo destinato a far convivere all’utilizzo di politiche interne di riduzione strumenti flessibili di mercato sui quali non si è rinunziato, mediante la predisposizione di un sistema di controlli, a svolgere un delicato quanto complesso compito di vigilanza da parte delle Pubblica Amministrazione.
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