Tesi etd-12112017-111434 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
PRENCIPE, VINCENZA
URN
etd-12112017-111434
Titolo
Proprieta nutraceutiche e nutrizionali del dolcificante Stevia Rebaudiana Bertoni. Evidenze di efficacia nel trattamento del diabete mellito di tipo 2.
Dipartimento
FARMACIA
Corso di studi
SCIENZE DELLA NUTRIZIONE UMANA
Relatori
relatore Prof.ssa Testai, Lara
Parole chiave
- diabete
- Stevia
Data inizio appello
31/01/2018
Consultabilità
Completa
Riassunto
“PROPRIETA’ NUTRACEUTICHE E NUTRIZIONALI DEL DOLCIFICANTE STEVIA REBAUDIANA BERTONI. EVIDENZE DI EFFICACIA NEL TRATTAMENTO DEL DIABETE MELLITO DI TIPO 2.”
Il diabete mellito è una patologia in continuo aumento nei paesi industrializzati, caratterizzata da iperglicemia e da alterazioni metaboliche conseguenti a difetti della secrezione o dell’azione dell’insulina oppure ad entrambi i meccanismi.
L’attuale classificazione del diabete mellito include 4 classi cliniche: diabete mellito di tipo 1, diabete mellito di tipo 2, diabete mellito gestazionale e altre forme di diabete mellito dovuto ad altre cause, come per esempio i difetti genetici nella funzione delle cellule β, malattie del pancreas esocrino e forme indotte dai farmaci.
Il diabete mellito di tipo 1 è caratterizzato dalla distruzione delle cellule β del pancreas con conseguente deficienza di insulina. Esiste una predisposizione genetica, anche se altri fattori sono stati considerati come cause scatenanti o promuoventi, tra cui l’azione di virus, sostanze tossiche e fattori ambientali.
Il diabete mellito di tipo 2 è la forma di diabete più frequente. Anche qui la predisposizione genetica ha un ruolo essenziale, tuttavia la malattia può essere aggravata da fattori esogeni come la dieta e la sedentarietà.
I criteri per la diagnosi di diabete mellito comprendono:
- Riscontro di almeno due valori di glicemia a digiuno ≥ 126 mg/dl (assenza di apporto calorico da almeno 8 ore).
Oppure:
- Sintomi dell’iperglicemia + una glicemia casuale a random ≥ 200 mg/dl.
Oppure:
- Glicemia a 2 ore dal pasto di 200 mg/dl durante un test per la tolleranza glucidica orale.
La mia tesi si è focalizzata sul diabete mellito di tipo 2 e sulle implicazioni di una sostituzione del saccarosio, nella dieta, con l’ edulcorante Stevia rebaudiana Bertoni.
La Stevia è un piccolo arbusto ramificato della famiglia delle Asteraceae, nativa della regione di Amambay nel Nord-Est del Paraguay. E’ stata classificata botanicamente nel 1899 da Moisés Santiago Bertoni. Il principio dolce fu isolato nel 1909 e solo nel 1931 l’estratto è stato purificato per produrre lo stevioside. Lo stevioside, circa 300 volte più dolce del saccarosio, è stato descritto come un glicoside comprendente tre molecole di glucosio attaccate ad un aglicone, lo steviolo.
Durante gli anni ’70, sono stati isolati altri composti come il rebaudioside A, con un potere dolcificante anche superiore a quello dello stevioside.
Gli studi farmacologici finora condotti con i glicosidi dello steviolo hanno dimostrato la loro sicurezza e assenza di tossicità. Hanno dimostrato, inoltre, che questi sono scarsamente assorbiti dopo l’esposizione orale, e che necessitano di essere idrolizzati dalla microflora del colon in steviolo. Lo steviolo, nel fegato, subisce la coniugazione con l’acido glucuronico per formare glucuronide steviolo, che è escreto per via urinaria.
I glicosidi steviolici vengono largamente impiegati dall’industria alimentare come dolcificante di bevande e cibi, rientrando nella categoria degli additivi alimentari con la sigla E 960. JECFA e FDA hanno stabilito una dose accettabile di assunzione quotidiana di steviolo puro (≥ 95%) come additivo alimentare di 0-4 mg/kg di peso corporeo, equivalenti a 12 mg/kg di peso corporeo per il rebaudioside A.
Nel 2013 sono stati studiati gli effetti dell’estratto ottenuto dalle foglie di Stevia su ratti resi sperimentalmente diabetici per trattamento con streptozotocina. Alla fine dello studio sono stati osservati bassi livelli di glucosio nel sangue e una piccola riduzione del peso del rene nei ratti alimentati con l’estratto di Stevia. Altri studi sono stati condotti su pazienti con diabete mellito di tipo 2, ed è stato confermato l’effetto ipoglicemizzante della Stevia, con abbassamento dei livelli di glucosio e di insulina plasmatici.
Si può concludere affermando che la Stevia è un dolcificante sicuro e non tossico, può essere utilizzato nella dietoterapia dei pazienti diabetici e il suo uso a lungo termine può risultare vantaggioso nella prevenzione delle malattie cardiovascolari nei pazienti diabetici.
Il diabete mellito è una patologia in continuo aumento nei paesi industrializzati, caratterizzata da iperglicemia e da alterazioni metaboliche conseguenti a difetti della secrezione o dell’azione dell’insulina oppure ad entrambi i meccanismi.
L’attuale classificazione del diabete mellito include 4 classi cliniche: diabete mellito di tipo 1, diabete mellito di tipo 2, diabete mellito gestazionale e altre forme di diabete mellito dovuto ad altre cause, come per esempio i difetti genetici nella funzione delle cellule β, malattie del pancreas esocrino e forme indotte dai farmaci.
Il diabete mellito di tipo 1 è caratterizzato dalla distruzione delle cellule β del pancreas con conseguente deficienza di insulina. Esiste una predisposizione genetica, anche se altri fattori sono stati considerati come cause scatenanti o promuoventi, tra cui l’azione di virus, sostanze tossiche e fattori ambientali.
Il diabete mellito di tipo 2 è la forma di diabete più frequente. Anche qui la predisposizione genetica ha un ruolo essenziale, tuttavia la malattia può essere aggravata da fattori esogeni come la dieta e la sedentarietà.
I criteri per la diagnosi di diabete mellito comprendono:
- Riscontro di almeno due valori di glicemia a digiuno ≥ 126 mg/dl (assenza di apporto calorico da almeno 8 ore).
Oppure:
- Sintomi dell’iperglicemia + una glicemia casuale a random ≥ 200 mg/dl.
Oppure:
- Glicemia a 2 ore dal pasto di 200 mg/dl durante un test per la tolleranza glucidica orale.
La mia tesi si è focalizzata sul diabete mellito di tipo 2 e sulle implicazioni di una sostituzione del saccarosio, nella dieta, con l’ edulcorante Stevia rebaudiana Bertoni.
La Stevia è un piccolo arbusto ramificato della famiglia delle Asteraceae, nativa della regione di Amambay nel Nord-Est del Paraguay. E’ stata classificata botanicamente nel 1899 da Moisés Santiago Bertoni. Il principio dolce fu isolato nel 1909 e solo nel 1931 l’estratto è stato purificato per produrre lo stevioside. Lo stevioside, circa 300 volte più dolce del saccarosio, è stato descritto come un glicoside comprendente tre molecole di glucosio attaccate ad un aglicone, lo steviolo.
Durante gli anni ’70, sono stati isolati altri composti come il rebaudioside A, con un potere dolcificante anche superiore a quello dello stevioside.
Gli studi farmacologici finora condotti con i glicosidi dello steviolo hanno dimostrato la loro sicurezza e assenza di tossicità. Hanno dimostrato, inoltre, che questi sono scarsamente assorbiti dopo l’esposizione orale, e che necessitano di essere idrolizzati dalla microflora del colon in steviolo. Lo steviolo, nel fegato, subisce la coniugazione con l’acido glucuronico per formare glucuronide steviolo, che è escreto per via urinaria.
I glicosidi steviolici vengono largamente impiegati dall’industria alimentare come dolcificante di bevande e cibi, rientrando nella categoria degli additivi alimentari con la sigla E 960. JECFA e FDA hanno stabilito una dose accettabile di assunzione quotidiana di steviolo puro (≥ 95%) come additivo alimentare di 0-4 mg/kg di peso corporeo, equivalenti a 12 mg/kg di peso corporeo per il rebaudioside A.
Nel 2013 sono stati studiati gli effetti dell’estratto ottenuto dalle foglie di Stevia su ratti resi sperimentalmente diabetici per trattamento con streptozotocina. Alla fine dello studio sono stati osservati bassi livelli di glucosio nel sangue e una piccola riduzione del peso del rene nei ratti alimentati con l’estratto di Stevia. Altri studi sono stati condotti su pazienti con diabete mellito di tipo 2, ed è stato confermato l’effetto ipoglicemizzante della Stevia, con abbassamento dei livelli di glucosio e di insulina plasmatici.
Si può concludere affermando che la Stevia è un dolcificante sicuro e non tossico, può essere utilizzato nella dietoterapia dei pazienti diabetici e il suo uso a lungo termine può risultare vantaggioso nella prevenzione delle malattie cardiovascolari nei pazienti diabetici.
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