Tesi etd-12102011-101340 |
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Tipo di tesi
Tesi di dottorato di ricerca
Autore
DI STEFANO, ELISABETTA
URN
etd-12102011-101340
Titolo
La legislazione sperimentale. Prospettive suggerite dal caso francese
Settore scientifico disciplinare
IUS/08
Corso di studi
GIUSTIZIA COSTITUZIONALE E DIRITTI FONDAMENTALI
Relatori
tutor Prof. Passaglia, Paolo
Parole chiave
- Sperimentazione
- valutazione legislativa
Data inizio appello
21/12/2011
Consultabilità
Completa
Riassunto
La ricerca ha come oggetto i caratteri e le implicazioni costituzionali delle c.d. leggi sperimentali. Queste sono leggi temporanee, che intendono testare una nuova disciplina normativa per un certo periodo di tempo, al fine di analizzare gli effetti che essa produrrà concretamente: al termine del periodo sperimentale, il legislatore potrà decidere, sulla base dei risultati, di rendere definitiva la regolamentazione sperimentata, di modificarla o di abbandonarla.
Tale strumento deve essere contestualizzato nell’ambito dei sistemi di razionalizzazione della decisione legislativa, con particolare riferimento alle forme di valutazione preventiva e successiva degli effetti della legislazione. La crescente attenzione della dottrina e del mondo istituzionale italiani verso queste tematiche e la recente regolamentazione dell’impiego dell’analisi d’impatto della regolamentazione (AIR) e della valutazione dell’impatto della regolamentazione (VIR) nel corso del procedimento di formazione della legge hanno indotto ad analizzarne le caratteristiche e il rapporto con il sistema costituzionale.
Il ricorso a tali strumenti, tuttavia, non ha ancora assunto carattere sistematico, né a livello nazionale né a livello regionale, essendo il frutto di acquisizioni molto recenti, che offrono indicazioni soltanto orientative sulle prospettive del loro sviluppo. Si è deciso, pertanto, di intraprendere uno studio comparato, al fine di indagare esperienze già consolidate in tale materia. A tal fine, il caso della legislazione sperimentale, costituendo un’ipotesi estrema di razionalizzazione della decisione parlamentare, è apparso emblematico delle problematiche connesse all’impiego di metodologie finalizzate al miglioramento della qualità sostanziale della legislazione. Sebbene questo tipo di produzione normativa abbia trovato applicazione in diversi Stati europei, si è deciso di concentrare l’analisi al caso francese, in considerazione delle peculiarità dell’articolazione territoriale di tale Paese, interessando, in particolare, verificare gli effetti del ricorso a questo tipo di legislazione in un ordinamento a forte caratterizzazione unitaria come quello francese.
È stata svolta, pertanto, un’indagine dettagliata sulla legislazione sperimentale in Francia, facendo notare l’evoluzione dei modelli e dei significati che questo tipo di produzione normativa ha avuto nell’ordinamento di tale Paese, nonché la sua conciliabilità con il sistema costituzionale. Tale tecnica legislativa, infatti, ha posto problemi di compatibilità con diversi principi costituzionali, fra i quali, ad esempio, quelli che regolano la ripartizione delle competenze normative ed il principio di uguaglianza, come emerge dallo studio della giurisprudenza costituzionale ed amministrativa che ha affrontato tali tematiche. E’ stata analizzata, in particolare, la riforma approvata con la legge costituzionale n. 2003-276 del 28 marzo 2003, che ha introdotto il principio della sperimentazione legislativa nel testo della Costituzione francese, attraverso due disposizioni dedicate, rispettivamente, alle sperimentazioni nazionali (art. 37-1 Cost.) ed a quelle svolte dalle autorità locali (art. 72, quarto comma, Cost.).
Tale indagine ha permesso di osservare come la particolarissima struttura della sperimentazione legislativa abbia consentito di introdurre elementi di novità nell’ordinamento delineato dalla Costituzione della V Repubblica. In particolare, tale legislazione ha rappresentato un veicolo di rilancio delle autonomie locali e di evoluzione di assi portanti della forma di Stato, in una realtà caratterizzata da uno dei sistemi più centralistici esistenti nel panorama europeo.
Hanno suscitato interesse, soprattutto, le ragioni di tale evoluzione, che si ritiene siano legate a caratteristiche intrinseche dei sistemi di valutazione preventiva e successiva degli effetti della legislazione, suscettibili di trascendere lo specifico contesto ordinamentale d’oltralpe e di cui si è potuto osservare l’operato attraverso lo studio del caso limite della sperimentazione.
Tale strumento deve essere contestualizzato nell’ambito dei sistemi di razionalizzazione della decisione legislativa, con particolare riferimento alle forme di valutazione preventiva e successiva degli effetti della legislazione. La crescente attenzione della dottrina e del mondo istituzionale italiani verso queste tematiche e la recente regolamentazione dell’impiego dell’analisi d’impatto della regolamentazione (AIR) e della valutazione dell’impatto della regolamentazione (VIR) nel corso del procedimento di formazione della legge hanno indotto ad analizzarne le caratteristiche e il rapporto con il sistema costituzionale.
Il ricorso a tali strumenti, tuttavia, non ha ancora assunto carattere sistematico, né a livello nazionale né a livello regionale, essendo il frutto di acquisizioni molto recenti, che offrono indicazioni soltanto orientative sulle prospettive del loro sviluppo. Si è deciso, pertanto, di intraprendere uno studio comparato, al fine di indagare esperienze già consolidate in tale materia. A tal fine, il caso della legislazione sperimentale, costituendo un’ipotesi estrema di razionalizzazione della decisione parlamentare, è apparso emblematico delle problematiche connesse all’impiego di metodologie finalizzate al miglioramento della qualità sostanziale della legislazione. Sebbene questo tipo di produzione normativa abbia trovato applicazione in diversi Stati europei, si è deciso di concentrare l’analisi al caso francese, in considerazione delle peculiarità dell’articolazione territoriale di tale Paese, interessando, in particolare, verificare gli effetti del ricorso a questo tipo di legislazione in un ordinamento a forte caratterizzazione unitaria come quello francese.
È stata svolta, pertanto, un’indagine dettagliata sulla legislazione sperimentale in Francia, facendo notare l’evoluzione dei modelli e dei significati che questo tipo di produzione normativa ha avuto nell’ordinamento di tale Paese, nonché la sua conciliabilità con il sistema costituzionale. Tale tecnica legislativa, infatti, ha posto problemi di compatibilità con diversi principi costituzionali, fra i quali, ad esempio, quelli che regolano la ripartizione delle competenze normative ed il principio di uguaglianza, come emerge dallo studio della giurisprudenza costituzionale ed amministrativa che ha affrontato tali tematiche. E’ stata analizzata, in particolare, la riforma approvata con la legge costituzionale n. 2003-276 del 28 marzo 2003, che ha introdotto il principio della sperimentazione legislativa nel testo della Costituzione francese, attraverso due disposizioni dedicate, rispettivamente, alle sperimentazioni nazionali (art. 37-1 Cost.) ed a quelle svolte dalle autorità locali (art. 72, quarto comma, Cost.).
Tale indagine ha permesso di osservare come la particolarissima struttura della sperimentazione legislativa abbia consentito di introdurre elementi di novità nell’ordinamento delineato dalla Costituzione della V Repubblica. In particolare, tale legislazione ha rappresentato un veicolo di rilancio delle autonomie locali e di evoluzione di assi portanti della forma di Stato, in una realtà caratterizzata da uno dei sistemi più centralistici esistenti nel panorama europeo.
Hanno suscitato interesse, soprattutto, le ragioni di tale evoluzione, che si ritiene siano legate a caratteristiche intrinseche dei sistemi di valutazione preventiva e successiva degli effetti della legislazione, suscettibili di trascendere lo specifico contesto ordinamentale d’oltralpe e di cui si è potuto osservare l’operato attraverso lo studio del caso limite della sperimentazione.
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