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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-12092018-233922


Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (5 anni)
Autore
MUSETTINI, GIANNA
URN
etd-12092018-233922
Titolo
Valutazione di marcatori farmacodinamici in pazienti con carcinoma gastrico metastatico in trattamento di seconda linea con paclitaxel e ramucirumab: potenziale ruolo prognostico e predittivo.
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
ONCOLOGIA MEDICA
Relatori
relatore Prof. Falcone, Alfredo
correlatore Dott. Fornaro, Lorenzo
Parole chiave
  • ramucirumab
  • angiogenesi
  • marcatori farmacodinamici
  • carcinoma gastrico
  • carcinoma della giunzione gastroesofagea
Data inizio appello
15/01/2019
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
15/01/2089
Riassunto
Il trattamento standard di II linea nel carcinoma gastrico è rappresentato ad oggi dall’associazione di paclitaxel e ramucirumab, anticorpo monoclonale diretto contro la porzione extracellulare del VEGFR-2 (vascular endothelial growth factor receptor 2). E’ noto come un’anomala ed alterata angiogenesi rappresenti un processo cruciale nello sviluppo e nella progressione neoplastica. Tra i fattori proangiogenici più importanti vi è la famiglia del VEGF (vascular endothelial growth factor). Tra i vari fattori il più studiato e caratterizzato ad oggi è il VEGF-A che, con il suo recettore tirosin-chinasico VEGFR-2, rappresenta ad oggi il principale bersaglio terapeutico dei farmaci antiangiogenici. Ad oggi non sono stati identificati fattori predittivi di risposta o resistenza nè fattori prognostici che possano identificare un sottogruppo di pazienti in grado di beneficiare o meno di essi. Pochi sono ad oggi i dati pubblicati su biomarcatori e ramucirumab, specie su potenziali marcatori farmacodinamici in corso di trattamento.
Partendo da queste premesse, abbiamo preso in considerazione 41 pazienti affetti da carcinoma gastrico ed in trattamento di II linea secondo schema paclitaxel + ramucirumab. Sono stati inoltre presi in esame i valori di VEGF-A, VEGF-D e sVEGFR2 ai vari time points e la loro variazione (valori assoluti ≥/< valore mediano ed incremento/decremento nel singolo paziente). All'analisi univariata in termini di PFS emerge una significatività per il solo incremento precoce del sVEGFR2 dal prelievo basale al prelievo eseguito prima della somministrazione del giorno 1 del secondo ciclo (p=0.049). Per quanto riguarda invece la sopravvivenza globale, risultano significativi sia l'incremento precoce del sVEGFR2 dal basale del primo ciclo al basale del secondo (p=0.008), sia i valori basali di VEGF-A al giorno 1 del primo ciclo (p=0.015).Valori basali elevati di VEGF-A, intesi come valori maggiori o uguali al valore mediano dell’intera popolazione pari a 28.90 pg/ml, sono invece correlati ad una peggiore OS. All’analisi multivariata per OS (che includeva l’incremento dei valori di sVEGFR2 dal primo al secondo ciclo ed i valori basali di VEGF-A), è stata mantenuta la significatività per il solo incremento di sVEGFR-2 (p=0.032; HR=0.32, 95%CI 0.11- 0.91). Sebbene necessitino di una validazione in studi prospettici di più ampie dimensioni, i nostri risultati hanno comunque il merito di aver confermato il potenziale ruolo prognostico negativo di elevati valori basali di VEGF-A e di aver identificato il potenziale ruolo predittivo di maggior beneficio dal trattamento con ramucirumab dell’incremento precoce dal primo al secondo ciclo dei valori di sVEGFR-2. Questo potrebbe in futuro guidarci verso l’ottimizzazione delle scelte terapeutiche, permettendoci di identificare precocemente (dopo 1 solo ciclo di terapia) i pazienti con maggiori possibilità di ottenere un prolungato controllo di malattia con il trattamento antiangiogenetico.
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