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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-12062019-100551


Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (4 anni)
Autore
TOLOMEO, DEBORAH
URN
etd-12062019-100551
Titolo
"LE MALATTIE MITOCONDRIALI IN ETA' PEDIATRICA: IL CONTRIBUTO ALLA DIAGNOSI DELLA BIOPSIA MUSCOLARE E DEI TEST GENETICI"
Dipartimento
MEDICINA CLINICA E SPERIMENTALE
Corso di studi
NEUROPSICHIATRIA INFANTILE
Relatori
relatore Prof.ssa Battini, Roberta
relatore Dott. Santorelli, Filippo Maria
Parole chiave
  • sequenziamento di nuova generazione
  • malattie mitocondriali
  • biopsia muscolare
Data inizio appello
17/12/2019
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
Le malattie mitocondriali rappresentano un gruppo eterogeneo di patologie multisistemiche, che, sebbene rare considerate singolarmente, complessivamente rappresentano il gruppo più comune di disordini metabolici ereditari, con frequente manifestazione clinica precoce nell’infanzia, associata ad elevate morbilità e mortalità.
In ragione dell’estrema complessità intrinseca alle malattie mitocondriali ed alla grande variabilità clinica e genetica che le caratterizza, ad oggi non sono ancora disponibili criteri diagnostici standardizzati o biomarcatori sufficientemente sensibili e specifici, mentre parallelamente vengono resi disponibili strumenti di analisi genetica sempre più sofisticati (NGS). Appare pertanto lecito chiedersi quale ruolo rivestano queste nuove tecnologie e se possano eventualmente sostituire approcci clinici classici maggiormente invasivi.
Pertanto, nel presente studio, abbiamo indagato la correlazione esistente tra presentazione clinica, in quanto centrale nel guidare l’iter diagnostico e l’interpretazione delle indagini eseguite, quadro neuroradiologico, istologico, biochimico e genetico, in 111 pazienti pediatrici afferiti all’UOC di Medicina Molecolare dell’IRCCS Fondazione Stella Maris di Pisa nel periodo 2016-2019 al fine di eseguire approfondimenti istologici, immunoistochimici, biochimici e/o genetici in merito a sospetta malattia mitocondriale.
In tale modo abbiamo ricercato eventuali elementi contributivi nel guidare l’iter diagnostico, in un ambito come quello pediatrico in cui la presentazione clinica appare spesso atipica ed estremamente eterogenea anche all’interno della popolazione pediatrica stessa. Una particolare attenzione è stata posta nel ricercare eventuali aspetti fenotipici particolarmente distintivi di specifiche presentazioni cliniche e nel valutare il rispettivo contributo alla diagnosi di indagini strumentali, istologiche, biochimiche e genetiche.
L’analisi dei dati raccolti ha consentito di evidenziare una sostanziale coerenza con quanto riportato in letteratura e pertanto, nonostante l’esiguità o la parzialità di alcune informazioni cliniche forniteci, abbiamo potuto considerare il nostro campione come rappresentativo di una popolazione nella quale si possa ritenere presente un plausibile sospetto di malattia mitocondriale. Nello specifico, in pazienti con esordio della sintomatologia in epoca neonatale, è emersa la predominanza di alcuni sintomi specifici (ipotono, almeno un episodio di scompenso metabolico, coinvolgimento cardio-vascolare, anomalie pre-natali) variamente associati ad alterazioni a livello di RM encefalo, a livello istologico, immunoistochimico e biochimico. Nell’ambito dell’estrema variabilità dei quadri di RM encefalo riscontrati in pazienti con malattie mitocondriali, dall’analisi dei dati a nostra disposizione, è stato suggerito che il riscontro di un’alterazione a livello dei nuclei della base sia maggiormente indicativa di malattia mitocondriale rispetto al coinvolgimento di altre strutture, in quanto nei pazienti analizzati è risultata essere più frequentemente associata alla conferma molecolare di malattia mitocondriale. Abbiamo infine valutato il contributo relativo della biopsia muscolare (istomorfologia) e biochimica alla diagnosi conclusiva molecolare. La biopsia muscolare è apparsa concorde (moderatamente o marcatamente suggestiva) nel 69.2% dei casi, presentando, come prevedibile, una maggiore compromissione in quadri clinici relativi ad un coinvolgimento periferico (miopatia). Le alterazioni delle indagini biochimiche (riduzioni delle attività degli enzimi della catena respiratoria mitocondriale) a loro volta sono risultate suggestive nel 76.9% dei casi. Pertanto, in accordo con quanto riportato in letteratura, il dato istologico e quello biochimico si riconfermano come necessari ed efficaci in modo congiunto, in tutti i pazienti nei quali sia stato preliminarmente determinato il grado di coinvolgimento organico e di compromissione metabolica. Infine, la doppia valutazione ha condotto ad una conferma molecolare nel 92.3% dei pazienti.
In conclusione si ritiene particolarmente necessario valutare l’opportunità di sviluppare dei criteri diagnostici, che per quanto parziali, possano fungere da guida all’interno delle singole fasce d’età pediatrica. Con tale finalità, appare importante che la caratterizzazione clinica sia effettuata considerando le peculiarità di ciascuna epoca di sviluppo, fornendo un grado di significatività maggiore a dati clinici e strumentali che a partire dal presente lavoro, studi successivi potranno identificare come maggiormente suggestivi (es. neuroimaging, neurometabolico, etc.). Il dato istologico e biochimico si conferma centrale in gruppi di pazienti preliminarmente selezionati secondo criteri più generali (clinici, metabolici, neuroradiologici), in quanto altamente correlati con la scelta e l’interpretazione dell’indagine genetica successiva. Certamente un maggiore investimento sulla identificazione di biomarcatori periferici di malattia oltre ai noti FGF-21 e GDF-15 (più idonei per quadri clinici esclusivamente muscolari) potrebbe accelerare la fase di raggiungimento diagnostico molecolare. Infine, riteniamo che il nostro si configuri come uno studio sicuramente preliminare, ma necessario nell’indirizzare o comunque suggerire possibili aspetti sui quali focalizzare l’attenzione nella stesura di futuri criteri diagnostici in età pediatrica.
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