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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-12062010-144205


Tipo di tesi
Tesi di dottorato di ricerca
Autore
CIAVATTONE, FEDERICO
URN
etd-12062010-144205
Titolo
"Banditi e ribelli ecco la vostra fine!". Dottrine e tecniche di controguerriglia dell'Esercito nazionale repubblicano.
Settore scientifico disciplinare
M-STO/04
Corso di studi
STORIA
Relatori
tutor Prof. Pezzino, Paolo
controrelatore Prof.ssa Gagliani, Dianella
controrelatore Prof. Labanca, Nicola
Parole chiave
  • resistenza
  • repubblica sociale italiana
  • raggruppamento anti partigiani
  • partigiani
  • guerra totale
  • guerra irregolare
  • guerra civile
  • esercito nazionale repubblicano
  • controguerriglia
  • comando contro guerriglia
  • centro addestramento reparti speciali
  • cacciatori degli appennini
  • rsi
Data inizio appello
10/01/2011
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
10/01/2051
Riassunto
La tesi di dottorato del Dr. Federico Ciavattone ha per oggetto le tecniche di controguerriglia dell’Esercito nazionale repubblicano della Repubblica sociale italiana (1943-45). Fino ad oggi il tema della repressione partigiana è stato prevalentemente affrontato soffermandosi sulla sua componente politica, in particolare, analizzando il ruolo avuto da reparti come Brigate nere, Guardia nazionale repubblicana o SS italiane. L’Esercito – fino a questo momento studiato superficialmente – attraverso l’analisi del Dr. Ciavattone si dimostra, invece, una istituzione centrale nella repressione partigiana. Oltre alle 4 Divisioni, infatti, furono costituiti una serie di reparti minori, non indivisionati, tra cui due che avrebbero dovuto costituire la “punta di diamante” nella lotta alla resistenza: il Centro addestramento reparti speciali, poi Raggruppamento «Cacciatori degli Appennini», ed il Raggruppamento anti partigiani. Era il primo serio tentativo da parte della R.s.i. di creare reparti destinati esclusivamente alla lotta antipartigiana.
Il C.a.r.s., poi Raggruppamento «Cacciatori degli Appennini», ebbe modo di operare in Emilia Romagna, Veneto e Piemonte (effettuando anche alcune azioni in Liguria). I «Cacciatori degli appennini» costituirono la “matrice” su cui si perfezionò la teoria e la pratica della controguerriglia: dagli ammaestramenti ricevuti, infatti, lo Stato maggiore dell’Esercito nazionale repubblicano costituì, successivamente, il Raggruppamento anti partigiani, un’unità che accoglieva al suo interno differenti specialità d’arma, tra cui anche i Reparti arditi ufficiali, una sorta di “commandos” destinati a svolgere operazione di controbanda e di spionaggio. Entrambe le unità operarono sino ai primi di maggio 1945 quando si arresero alle truppe Alleate. In questo periodo parteciparono a tutti i maggiori rastrellamenti a fianco dei reparti tedeschi macchiandosi anche di crimini sia nei confronti della resistenza che contro la popolazione.
L’analisi di Ciavattone è incentrata su quattro elementi. Prima di tutto è passata in rassegna la guerra partigiana in Italia, esaminando il concetto di guerra civile, della scelta fascista e della nascita della R.s.i. Successivamente, sono studiate le tecniche di controguerriglia dell’Esercito nazionale repubblicano. Qui, Ciavattone analizza la teoria della lotta antipartigiana per, poi, soffermarsi sulla concretizzazione di questi principi nei due reparti presi in esame. Ciavattone, inoltre, ha inserito anche un paragrafo relativo alla costruzione dell’immagine del partigiano, elemento fondamentale per l’addestramento alla controguerriglia e per la costruzione della visione del nemico. Nella terza componente, è affrontata la violenza e la repressione: partendo da un’analisi “antropologica” sugli uomini e le donne che costituivano entrambi e reparti, Ciavattone analizza le principali operazioni di rastrellamento eseguite sino a prendere in considerazione la violenza della controguerriglia. Infine, il candidato esamina i fattori in grado di influenzare i comportamenti di un reparto militare come la formazione del reparto, il ruolo delle perdite ed il ripianamento dei quadri, la disciplina ed il morale delle truppe, i fattori geo-climati e le privazioni fisiche.
Il lavoro di Ciavattone risulta essere di notevole interesse anche per la differente tipologia di fonti utilizzate: nello studio sono, infatti, presenti sia fonti archivistiche (A.C.S., A.U.S.S.M.E., A.U.S.S.M.A, A.U.S.S.M.M, Istituto storico Resistenza di Torino, Istituto storico della Resistenza di Cuneo, Istituto storico della Resistenza di Vercelli, Istituto storico Resistenza Toscana, Fondazione R.s.i., carteggi privati) che fonti orali.
Il dottor Ciavattone nella sua analisi ha, quindi, studiato un elemento nuovo della violenza 1943-45 e delle vicende della R.s.i., sottolinenando il ruolo di protagonista che l’Esercito repubblicano ha svolto nella controguerriglia. Inoltre, è riuscito a contestualizzare il caso italiano all’interno di quel fenomeno di guerra totale europea ed a fornire ulteriori spunti di ricerca sul delicato e pungente tema della guerra regolare e irregolare.
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