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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-12042016-135854


Tipo di tesi
Tesi di dottorato di ricerca
Autore
BATTAGLIA, FLORIANA ANNA MARIA
URN
etd-12042016-135854
Titolo
Costruzione e validazione di uno strumento di screening per l'individuazione precoce degli studenti a rischio drop-out nella scuola secondaria di primo grado.
Settore scientifico disciplinare
M-PSI/04
Corso di studi
NEUROSCIENZE E SCIENZE ENDOCRINOMETABOLICHE
Relatori
tutor Prof. Gemignani, Angelo
Parole chiave
  • dispersione scolastica
  • drop out
  • insuccesso formativo
Data inizio appello
31/12/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
L’obiettivo del presente lavoro è quello di mettere a punto e di validare uno strumento agile di screening per l’Individuazione Precoce dell’Insuccesso Scolastico (IPIS), strumento utile per la riduzione della dispersione scolastica nella popolazione studentesca degli istituti gli scolastici di primo e secondo grado.
Durante gli anni scolastici 2013/2014 e 2014/2015 è stato quindi elaborato e validato un questionario di 9 domande, compilato dagli insegnanti di ciascuna materia. Il questionario valuta il profilo comportamentale dello studente in quella materia. L'ipotesi di lavoro, infatti, è che esista un profilo comportamentale ottimale (intendendo per profilo comportamentale non soltanto l'atteggiamento dello studente verso le regole disciplinari, ma anche l'impegno nello studio e le competenze dimostrate), allontanandosi dal quale lo studente è progressivamente sempre più a rischio di insuccesso formativo o di dispersione scolastica.
Il risultato emerso dal presente studio mediante l’analisi delle corrispondenze multiple (MCA) indica una buona affidabilità dello strumento nella sua forma binaria.
Attraverso i modelli di analisi adottati, è stato possibile descrivere i nessi causali tra le variabili direttamente osservabili (IPIS_1, IPIS_2…) e il costrutto ipotetico, non direttamente osservabile (il profilo comportamentale dello studente a scuola). L'analisi dimensionale ha mostrato che il profilo comportamentale si suddivide in due dimensioni. Una che potremmo chiamare "comportamento a scuola", che attiene essenzialmente al rispetto delle regole scolastiche, non solamente quelle di condotta, ma anche quelle che attengono alla richiesta di attenzione, di studio, di impegno a scuola e nei compiti a casa. L'altra dimensione, che potremmo chiamare "competenza scolastica", attiene invece alla capacità dello studente di comprendere quello che studia e di rielaborarlo creativamente. Inoltre, è stato possibile associare i punteggi 0-9 della scala, misura indiretta della variabile latente sottostante (“Insuccesso Scolastico”) con il gold standard “Voto Finale Proposto” (validazione esterna), e determinare così il cut-off ottimale per specifica materia (Italiano >=4; Matematica>=4;…) per una migliore classificazione dei soggetti con problematiche di apprendimento specifiche. Il fatto che il questionario sia materia-specifico, infatti, permette non soltanto di individuare gli studenti a rischio di dispersione scolastica, ma anche di delimitare le materie in cui sono più in difficoltà, in modo da tarare gli interventi sui reali bisogni di ciascuno studente.
In molti paesi OCSE il possesso di un titolo di studio di scuola secondaria è ormai considerato il minimo livello di istruzione necessario per trovare un buon lavoro, proseguire il proprio percorso formativo, inserirsi in modo costruttivo nella società. La dispersione scolastica rappresenta quindi un costo economico e sociale molto alto, perché le persone con un basso livello di scolarità hanno una maggior difficoltà a trovare lavoro e una più bassa retribuzione media. Inoltre alla problematica economica si aggiunge il problema dell'inclusione e della coesione sociale legata alla dispersione scolastica. Il possesso di un adeguato livello di istruzione è fondamentale in una società che sempre più richiede la capacità di trovare e selezionare le informazioni. La problematica dell’insuccesso formativo e del drop out incide quindi sull’equa ripartizione delle risorse non solamente economiche, ma anche in termini di diritto alla salute, di promozione di stili di vita sani, di partecipazione alle scelte democratiche, ecc. Un'ampia letteratura mette in luce come le persone che sono andate soggette a drop out hanno più spesso problemi di salute e una più bassa aspettativa di vita; sono inoltre maggiormente coinvolti in attività criminali e vanno più spesso incontro a pene detentive.
Per intervenire in modo mirato ed efficace, si sono proposti numerosi modelli di intervento, basati su una rilevazione precoce degli studenti in difficoltà: è naturale infatti pensare, e questo non riguarda il campo dell'educazione, ma in generale il campo della prevenzione in moltissimi ambiti medici e psicologici, che le risorse per la prevenzione non vadano distribuite a pioggia, indipendentemente dai fattori di rischio, ma vadano direzionate sul target di individui che più ne hanno bisogno. Inoltre gli interventi di prevenzione risultano maggiormente efficaci quando siano tarati sui bisogni individuali.
Per questo motivo sono stati elaborati sistemi di raccolta e analisi anche molto complessi e dispendiosi (Early Warning Systems) in grado di identificare precocemente gli studenti in difficoltà. Gli Early Warning Systems però si rivelano efficaci soprattutto nella scuola superiore, mentre invece sarebbe opportuno intervenire in maniera mirata anche nella scuola media inferiore. Inoltre, implementare in una scuola un sistema di rilevazione e analisi dati di quel tipo, può essere molto difficile e dispendioso.
Un modo alternativo per identificare precocemente e in modo meno dispendioso gli studenti a rischio drop-out potrebbe essere quello di affidarsi alle percezioni degli insegnanti [57]. Gli insegnanti hanno modo di rilevare, semplicemente osservando i loro studenti in classe, tutti i principali comportamenti che, registrati in modo oggettivo, costituiscono gli indicatori utilizzati negli Early Warning Systems. Le loro osservazioni, inoltre, e le predizioni che ne derivano possono essere molto accurate per varie ragioni: in primo luogo perché possono essere oggetto di osservazioni anche di comportamenti ancora "sotto soglia"; in secondo luogo gli insegnanti possono valutare aspetti che non sono valutati dagli Early Warning Systems, ad esempio l'atteggiamento generale in classe, le ambizioni, il rapporto con i pari.
Un interessante studio di Soland mette in luce come le percezioni e le previsioni che gli insegnanti fanno circa l'outcomes dei loro studenti mostra la stessa attendibilità degli Early Warning Systems.
La scala IPIS permette di rilevare in modo veloce il profilo comportamentale dello studente in classe attraverso le osservazioni degli insegnanti. In questo modo i singoli Istituti scolastici possono individuare precocemente un aspetto importante come la difficoltà nell’apprendimento di specifiche materie, utile ad investire più efficacemente le risorse per la prevenzione del drop-out. In altre parole, vi è la possibilità nella scala IPIS di discriminare condizioni problematiche legate alla difficoltà nell’apprendimento di specifiche materie, individuando precocemente i soggetti a rischio di drop-out.
Il vantaggio di questo strumento è quello di essere uno strumento leggero, di facile implementazione, non dispendioso per le istituzioni scolastiche, non patologizzante per gli studenti.
Il presente lavoro si pone, quindi, come parte iniziale di un percorso per la costruzione di un sistema di analisi interpretativa, che possa essere anche di ausilio nel fornire criteri valutativi e di organizzazione negli interventi di prevenzione.
Il principale limite di questo lavoro è legato alla sua breve durata (soltanto due anni scolastici di osservazioni): non è quindi dimostrata l'attendibilità del test IPIS a lungo termine. Altro limite è il fatto che, non essendo stati sperimentati interventi di prevenzione legati al test, non si hanno dati oggettivi che ci mostrino l'efficacia di un sistema di prevenzione del drop-out che si basi sull'uso di questo reattivo. Infine, poiché la validazione esterna è stata fatta solamente comparando i punteggi del test con i voti proposti dagli stessi insegnanti, non si hanno misure indipendenti per mettere in luce i possibili meccanismi per cui il test si è rivelato, nel breve periodo, così efficace: non si hanno indicazioni, quindi, per capire quanto il test funziona perché è in grado di catturare caratteristiche comportamentali funzionali o disfunzionali dello studente; e quanto, invece, perché appunto le percezioni e le aspettative degli insegnanti in qualche modo sono predizioni che si autoavverano.
Future ricerche potrebbero quindi comparare i risultati del test IPIS con i risultati più a lungo termine degli studenti, e con misure diverse delle performance scolastiche (ad esempio test oggettivi). Sarebbe anche interessante elaborare una versione del test rivolto agli studenti stessi, in modo da poter comparare le valutazioni e le aspettative degli insegnanti, con le autovalutazioni degli studenti.
Infine, future ricerche potrebbero misurare l'efficacia di interventi di prevenzione mirati, basati proprio su rilevazioni attraverso l'IPIS.

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