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Il d.lgs. 31 marzo 2023, n. 36 ha introdotto il nuovo Codice dei contratti pubblici. La presenza di una Parte II interamente dedicata alla “digitalizzazione del ciclo di vita dei contratti” costituisce un chiaro segnale dell'importanza attribuita dal legislatore alle risorse informatiche nel processo di riforma della disciplina dei contratti pubblici. Il Codice, guidato da principi che richiamano l'efficienza, la trasparenza e la tracciabilità, rappresenta una trasformazione fondamentale nell'ambito delle procedure di appalto grazie all'adozione di strumenti digitali nella gestione dell'intero ciclo di vita dei contratti.
Dopo aver analizzato l'evoluzione dell'e-procurement nel contesto normativo italiano, il presente lavoro di ricerca analizza l’infrastruttura digitale disegnata dal legislatore che si basa sull’interoperabilità delle varie piattaforme utilizzate dalle stazioni appaltanti e dagli operatori economici e che riconosce un ruolo centrale alla Banca dati nazionale dei contratti pubblici gestita dall'Autorità Nazionale Anticorruzione quale strumento per la raccolta e la divulgazione degli atti di gara.
L’analisi prosegue esplorando le implicazioni e i benefici della digitalizzazione degli appalti, con particolare attenzione a temi quali la diminuzione del contenzioso, la sicurezza informatica e i vantaggi derivanti dalle nuove norme sull'accessibilità e la trasparenza, concludendosi con le riflessioni sulle criticità che potrebbero influire sull'efficace implementazione della digitalizzazione dei contratti pubblici.
In sintesi, la tesi offre una panoramica descrittiva e critica del ruolo chiave che il nuovo Codice degli appalti gioca come motore di cambiamento nel contesto della trasformazione digitale del settore della contrattualistica pubblica.