Thesis etd-11302019-104227 |
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Thesis type
Tesi di specializzazione (5 anni)
Author
MALACARNE, ELISA
URN
etd-11302019-104227
Thesis title
Correlati infiammatori in pazienti con endometriosi: analisi degli outcome clinici nella Procreazione Medicalmente Assistita
Department
MEDICINA CLINICA E SPERIMENTALE
Course of study
GINECOLOGIA E OSTETRICIA
Supervisors
relatore Dott. Artini, Paolo Giovanni
relatore Dott. Cela, Vito
relatore Dott. Cela, Vito
Keywords
- EMT
- endometriosi
- infertilità
- infiammazione
- PMA
Graduation session start date
18/12/2019
Availability
Withheld
Release date
18/12/2089
Summary
L’endometriosi è una patologia benigna cronica e ricorrente, estrogeno dipendente, che colpisce circa il 10% delle donne in età fertile ed è spesso associata a dolore pelvico cronico ed infertilità. È stato stimato che il 30-50% nelle donne con infertilità presenti endometriosi e che essa coinvolga il 10-25% delle donne che ricorrono alla Procreazione Medicalmente Assistita (PMA). I meccanismi per cui questa patologia determini infertilità, oltre al sovvertimento anatomico della pelvi, sono molti ed ancora non sono stati del tutto chiariti.
L’endometriosi sembra essere il risultato di una alterazione del sistema immunitario associata ad infiammazione cronica e ad una iperproduzione di prostaglandine, citochine e chemochine. La transizione epitelio-mesenchimale (EMT) è un processo attraverso cui le cellule epiteliali perdono la tipica organizzazione polarizzata, acquisendo la motilità delle cellule mesenchimali. Si ritiene che questi cambiamenti siano prerequisiti essenziali per lo sviluppo delle lesioni endometriosiche. Dato che il processo dell’EMT è principalmente studiato a livello oncologico, e che l’eziopatogenesi dell'endometriosi rimane controversa, pochi studi hanno fino ad ora indagato il fenomeno dell’EMT in tale patologia.
Su queste basi, lo scopo di tale lavoro è stato quello di investigare i correlati del processo EMT nell’ambito dell’endometriosi nelle pazienti infertili. In particolare, l’analisi dei biomarker e la correlazione con i dati clinici si è focalizzata sui pathway collegati all’EMT di tipo 2, che spesso si verifica in risposta a lesioni infiammatorie.
Il nostro è uno studio preliminare prospettico in cui sono stati analizzati parametri clinici e biologici di 14 pazienti affette da endometriosi che si sono sottoposte ad un ciclo di stimolazione ovarica controllata per infertilità presso il Centro di Procreazione Medicalmente Assistita del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Università di Pisa da Ottobre 2018 a Giugno 2019. Esse sono state confrontate con 12 pazienti non affette da endometriosi, che si sono rivolte al nostro centro per infertilità di origine tubarica o maschile. Al momento del pick-up ovocitario, per ciascuna paziente è stato effettuato un prelievo ematico ed un prelievo del liquido follicolare “puro” da almeno un follicolo. Il liquido follicolare è stato centrifugato per eliminare le cellule residue e conservato -80°C fino al momento del dosaggio, così come il siero ottenuto per centrifugazione da sangue intero.
Il gruppo di controllo ha mostrato valori medi di Ormone Anti-Mulleriano (AMH) e conta dei follicoli antrali (AFC) significativamente maggiori rispetto al gruppo delle pazienti con endometriosi (AMH 3.02±1.22 vs 1.43±0.73, p < 0.05; AFC 15.20±3.83 vs 9.54±2.76, p < 0.05) ed ha utilizzato una media della dose totale di gonadotropine significativamente inferiore (2010±801.7 vs 2970±878.8, p<0.05). I risultati hanno mostrato inoltre una migliore qualità embrionaria nei controlli piuttosto che nelle pazienti con endometriosi, con una differenza statisticamente significativa del numero medio di embrioni di grado I (1.67±1.03 vs 0.42±0.65; p < 0.05).
L’analisi del siero ha evidenziato un aumento significativo, rispetto alle pazienti del gruppo di controllo, dei livelli di transforming-growth factor ß1 (TGF-ß1), il principale mediatore del fenomeno dell’EMT. Si sono riscontrati inoltre livelli significativamente più alti di NF-kB (nuclear factor kappa-light-chain-enhancer of activated B cells), un fattore di trascrizione responsabile dell’amplificazione del segnale infiammatorio. Un trend di aumento, seppur non significativo, si riscontra nel siero delle pazienti per l’hypoxia inducible factor-1alpha (HIF-1alpha), la cui stabilità ed espressione viene in genere indotta da TGF-ß1. Inoltre, il siero delle pazienti ha presentato un aumento significativo dei marker associati al fenomeno dell’EMT rispetto ai controlli: si sono riscontrati infatti aumentati livelli di N-caderina (indice di un fenotipo mesenchimale) e diminuiti livelli di E-caderina (marker di un fenotipo epiteliale) rispetto ai controlli.
In linea con questi dati, le pazienti reclutate nello studio mostrano una diminuzione significativa rispetto ai soggetti di controllo dei livelli sierici di interleuchina-10 (IL-10), riconosciuta tra le principali citochine anti-infiammatorie.
Nel complesso tali dati suggeriscono un coinvolgimento sistemico del processo infiammatorio nelle pazienti con endometriosi, caratterizzato da un aumento di molecole pro-infiammatorie e da una diminuzione dei mediatori anti-infiammatori.
Come evidenziato nel siero, anche nel fluido follicolare delle pazienti si è riscontrato un aumento significativo dei marker associati al fenomeno dell’EMT rispetto ai controlli. Nel complesso, tali dati evidenziano il coinvolgimento del fenomeno dell’EMT a livello del fluido follicolare, che potrebbe essere correlato all’invasività cellulare a livello delle lesioni endometriosiche. Sorprendentemente, non si evidenziano significative differenze tra pazienti e controlli nei livelli di TGF-ß1, come di HIF-1alpha, nel fluido follicolare. Tali dati necessiteranno tuttavia di conferma su un campione statistico più ampio.
L’endometriosi sembra essere il risultato di una alterazione del sistema immunitario associata ad infiammazione cronica e ad una iperproduzione di prostaglandine, citochine e chemochine. La transizione epitelio-mesenchimale (EMT) è un processo attraverso cui le cellule epiteliali perdono la tipica organizzazione polarizzata, acquisendo la motilità delle cellule mesenchimali. Si ritiene che questi cambiamenti siano prerequisiti essenziali per lo sviluppo delle lesioni endometriosiche. Dato che il processo dell’EMT è principalmente studiato a livello oncologico, e che l’eziopatogenesi dell'endometriosi rimane controversa, pochi studi hanno fino ad ora indagato il fenomeno dell’EMT in tale patologia.
Su queste basi, lo scopo di tale lavoro è stato quello di investigare i correlati del processo EMT nell’ambito dell’endometriosi nelle pazienti infertili. In particolare, l’analisi dei biomarker e la correlazione con i dati clinici si è focalizzata sui pathway collegati all’EMT di tipo 2, che spesso si verifica in risposta a lesioni infiammatorie.
Il nostro è uno studio preliminare prospettico in cui sono stati analizzati parametri clinici e biologici di 14 pazienti affette da endometriosi che si sono sottoposte ad un ciclo di stimolazione ovarica controllata per infertilità presso il Centro di Procreazione Medicalmente Assistita del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Università di Pisa da Ottobre 2018 a Giugno 2019. Esse sono state confrontate con 12 pazienti non affette da endometriosi, che si sono rivolte al nostro centro per infertilità di origine tubarica o maschile. Al momento del pick-up ovocitario, per ciascuna paziente è stato effettuato un prelievo ematico ed un prelievo del liquido follicolare “puro” da almeno un follicolo. Il liquido follicolare è stato centrifugato per eliminare le cellule residue e conservato -80°C fino al momento del dosaggio, così come il siero ottenuto per centrifugazione da sangue intero.
Il gruppo di controllo ha mostrato valori medi di Ormone Anti-Mulleriano (AMH) e conta dei follicoli antrali (AFC) significativamente maggiori rispetto al gruppo delle pazienti con endometriosi (AMH 3.02±1.22 vs 1.43±0.73, p < 0.05; AFC 15.20±3.83 vs 9.54±2.76, p < 0.05) ed ha utilizzato una media della dose totale di gonadotropine significativamente inferiore (2010±801.7 vs 2970±878.8, p<0.05). I risultati hanno mostrato inoltre una migliore qualità embrionaria nei controlli piuttosto che nelle pazienti con endometriosi, con una differenza statisticamente significativa del numero medio di embrioni di grado I (1.67±1.03 vs 0.42±0.65; p < 0.05).
L’analisi del siero ha evidenziato un aumento significativo, rispetto alle pazienti del gruppo di controllo, dei livelli di transforming-growth factor ß1 (TGF-ß1), il principale mediatore del fenomeno dell’EMT. Si sono riscontrati inoltre livelli significativamente più alti di NF-kB (nuclear factor kappa-light-chain-enhancer of activated B cells), un fattore di trascrizione responsabile dell’amplificazione del segnale infiammatorio. Un trend di aumento, seppur non significativo, si riscontra nel siero delle pazienti per l’hypoxia inducible factor-1alpha (HIF-1alpha), la cui stabilità ed espressione viene in genere indotta da TGF-ß1. Inoltre, il siero delle pazienti ha presentato un aumento significativo dei marker associati al fenomeno dell’EMT rispetto ai controlli: si sono riscontrati infatti aumentati livelli di N-caderina (indice di un fenotipo mesenchimale) e diminuiti livelli di E-caderina (marker di un fenotipo epiteliale) rispetto ai controlli.
In linea con questi dati, le pazienti reclutate nello studio mostrano una diminuzione significativa rispetto ai soggetti di controllo dei livelli sierici di interleuchina-10 (IL-10), riconosciuta tra le principali citochine anti-infiammatorie.
Nel complesso tali dati suggeriscono un coinvolgimento sistemico del processo infiammatorio nelle pazienti con endometriosi, caratterizzato da un aumento di molecole pro-infiammatorie e da una diminuzione dei mediatori anti-infiammatori.
Come evidenziato nel siero, anche nel fluido follicolare delle pazienti si è riscontrato un aumento significativo dei marker associati al fenomeno dell’EMT rispetto ai controlli. Nel complesso, tali dati evidenziano il coinvolgimento del fenomeno dell’EMT a livello del fluido follicolare, che potrebbe essere correlato all’invasività cellulare a livello delle lesioni endometriosiche. Sorprendentemente, non si evidenziano significative differenze tra pazienti e controlli nei livelli di TGF-ß1, come di HIF-1alpha, nel fluido follicolare. Tali dati necessiteranno tuttavia di conferma su un campione statistico più ampio.
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