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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-11292022-113809


Tipo di tesi
Tesi di dottorato di ricerca
Autore
MUTTINI, MICOL
URN
etd-11292022-113809
Titolo
Lettori latini e letture umanistiche del Pluto di Aristofane
Settore scientifico disciplinare
L-FIL-LET/05
Corso di studi
SCIENZE DELL'ANTICHITA' E ARCHEOLOGIA
Relatori
tutor Prof. Beta, Simone
Parole chiave
  • Aristophanes' Plutus
  • humanistic manuscript tradition
  • unedited Latin translations
  • Latin readers of Aristophanes in the Renaissance
Data inizio appello
20/12/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
20/12/2062
Riassunto
Agli inizi del Quattrocento, Aristofane, autore scolastico a Bisanzio, torna ad essere letto, trascritto, commentato, tradotto in Occidente; un recupero che apre la via alla grande fortuna del poeta comico ateniese nell’Umanesimo italiano e, di lì, nella scuola umanistica europea fino ad oggi.
È un dato sicuro l’interesse vivissimo di cui è stata circondata l’opera aristofanea e del quale sono indiscutibili prove sia la cospicua messe di versioni latine a noi rimaste, sia gli interventi nei margini e nell’interlinea dei manoscritti umanistici di numerosi annotatori.
Eppure, mentre le vicende di Aristofane nel Medio Evo bizantino fin verso la fine del XIV secolo sono ormai ben conosciute, sulla rilevante fortuna dell’autore antico presso gli umanisti manca ancora una compiuta trattazione, ma difettano anche indagini su particolari aspetti e momenti.
Il presente lavoro di ricerca mira a colmare questa lacuna, dedicando una riflessione specifica ai lettori latini del Pluto nell’Umanesimo, a coloro che, nella cultura occidentale, si erano per primi riavvicinati al comico greco dopo il periodo tardo antico.
Il volume si dipana organizzato in due parti, in un percorso scientifico volto a indagare tempi e modi del recupero di Aristofane nell’alveo della tradizione culturale italiana ed europea, tra Quattrocento e Cinquecento.
Le fonti principali da me impiegate sono di due tipologie: le note di traduzione e di commento dovute agli umanisti, ovvero le scritture di coloro che, leggendo con il calamo alla mano, hanno lasciato traccia di sé sui codici del Pluto, accumulando annotazioni di lettura ai confini del testo di manoscritti ancora inesplorati (PARTE I); le versioni latine umanistiche del dramma conservate nei manufatti librari dell’epoca, alle quali in gran parte si deve il diffondersi di Aristofane fra i massimi esponenti della cultura latina dei secoli XV e XVI (PARTE II).
Il lavoro è il frutto dell’esame di tutte le testimonianze manoscritte del Pluto da me finora censite ed è arricchito da una messe di nuove acquisizioni. Sono numerose, infatti, le scoperte scaturite dall’indagine che ho condotto sui fondi manoscritti delle biblioteche italiane e straniere: letture dimenticate di Aristofane, figure di umanisti interpreti del Pluto rimaste sinora nell’ombra, testi latini sconosciuti o poco noti riportati alla luce e qui pubblicati per la prima volta.
La mia indagine è incentrata sull’Umanesimo italiano, con una deroga: la sezione conclusiva dello studio è riservata ad Aristofane alla conquista dell’Europa e a un aspetto della fortuna rinascimentale del Pluto troppo spesso trascurato, ovvero le inedite traduzioni latine manoscritte allestite dai primi tra gli umanisti europei che si cimentarono con il testo aristofaneo nel Cinquecento.
L’incontro degli umanisti con Aristofane ha ispirato una lettura nuova delle sue commedie. E anche la nostra più moderna lettura di Aristofane non può prescindere da quella degli umanisti; in questo senso il magistero dell’Umanesimo non è terminato.

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My doctoral dissertation (Latin Readers and Humanistic Readings of Aristophanes’ Plutus) is dedicated to the widely unexplored topic of Aristophanes’ Latin readers and translators in Renaissance Western Europe.
The thesis unfolds in two parts. The first part opens with a chapter that traces a detailed picture of Aristophanes’ Fortleben from the Middle Ages to the advent of printing. Next follows an exhaustive inventory of the humanistic manuscripts preserving the Greek text of Plutus. In the subsequent chapter, I have examined all the Latin marginal and interlinear glosses, almost unknown until now, left in fifteenth-century and sixteenth-century manuscripts of the comedy by its Italian readers. The second part focuses on the analysis of several under-investigated translations into Latin of Aristophanes’ Plutus: in the first section, I have carried out a study on the unedited Latin versions composed in Italy by Pietro da Montagnana (s. XVmed), Ludovico di Poppi (s. XV2/2), and Lorenzo Giacomini (s. XVIex); the second section casts light on some relevant moments of the reception of the drama beyond the Alps, such as the exegetical activity of Willibald Pirckheimer (1501-1502), Beatus Rhenanus (1512), and Thomas Venatorius (1517). The thesis is completed by an appendix in which I offer the first semi-diplomatic editions of these texts.
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