Tesi etd-11292017-101420 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
GAMBOGI, VALERIA
URN
etd-11292017-101420
Titolo
L'uso del suolo di selvatici nella Tenuta di San Rossore
Dipartimento
SCIENZE DELLA TERRA
Corso di studi
SCIENZE AMBIENTALI
Relatori
relatore Prof. Bagliacca, Marco
correlatore Dott. Filogari, Dario
correlatore Dott. Filogari, Dario
Parole chiave
- cinghiale
- coniglio selvatico
- daino
- parco Migliarino San Rossore Massaciuccoli
- parco regionale
- Pisa
- Tenuta di San Rossore
- uso del suolo
Data inizio appello
15/12/2017
Consultabilità
Completa
Riassunto
La fauna selvatica nel nostro Paese è considerata a norma di legge un “patrimonio indisponibile dello Stato” e questo è la garanzia perché essa possa essere oggetto di conservazione e tutela adeguate.
In Italia le aree protette hanno svolto nel passato un ruolo fondamentale nella conservazione della fauna selvatica attraverso strategie che, sulla base di elementi derivanti da un approccio interdisciplinare alla conoscenza della componente animale di un ecosistema, possono essere messe in atto per un'azione di protezione, riqualificazione ovvero anche di utilizzo sostenibile della componente stessa. La valutazione della entità e della struttura delle popolazioni delle diverse specie selvatiche, costituisce un importante fase per la programmazione degli interventi nella gestione di un'area protetta.
L’obiettivo della presente tesi è stata quello di monitorare la presenza di tre specie selvatiche (daino, cinghiale e coniglio selvatico) all’interno del parco regionale Migliarino San Rossore Massaciuccoli e nello specifico nel territorio della Tenuta di San Rossore, al fine di ottenere dati utili alle strategie di gestione faunistica.
L’uso dell’habitat da parte del cinghiale, del daino e del coniglio è stato valutato in modo indiretto attraverso la registrazione in aree saggio dei segni di presenza delle specie indagate. Poiché San Rossore comprende una varietà di habitat caratterizzati da specie vegetali diverse, l’indagine è stata condotta su sette tipologie di ambiente selezionate attraverso la Carta della copertura vegetazionale.
Per valutare se esiste una certa selezione di habitat da parte delle singole specie, è stato utilizzato l’indice di preferenza di Jacobs; successivamente sui valori degli indici di presenza è stato applicato il test del Chi quadro per mettere in evidenza eventuali differenze statisticamente significative.
Per quanto riguarda il cinghiale, gli habitat che hanno mostrato maggiore rispondenza sono il bosco di latifoglie e il pascolo dove è stato rilevato il maggior numero di segni di presenza mentre il daino ha mostrato una selezione positiva per il bosco di latifoglie. Abbiamo potuto dedurre che il daino e il cinghiale fanno un uso del bosco di latifoglie significativamente superiore alla disponibilità ma e in maniera significativamente non diversa tra loro. Per quanto riguarda il coniglio invece gli habitat che hanno mostrato maggior rispondenza sono gli ambienti dunali e le aree destinate a pascolo, mentre gli altri sono risultati sotto utilizzati o del tutto scartati.
In conclusione, la determinazione della collocazione spaziale degli animali attraverso diverse metodologie di rilevamento appare basilare per conoscere la mobilità e l’uso dello spazio delle popolazioni animali, influenzate da fattori ambientali e antropici.
In Italia le aree protette hanno svolto nel passato un ruolo fondamentale nella conservazione della fauna selvatica attraverso strategie che, sulla base di elementi derivanti da un approccio interdisciplinare alla conoscenza della componente animale di un ecosistema, possono essere messe in atto per un'azione di protezione, riqualificazione ovvero anche di utilizzo sostenibile della componente stessa. La valutazione della entità e della struttura delle popolazioni delle diverse specie selvatiche, costituisce un importante fase per la programmazione degli interventi nella gestione di un'area protetta.
L’obiettivo della presente tesi è stata quello di monitorare la presenza di tre specie selvatiche (daino, cinghiale e coniglio selvatico) all’interno del parco regionale Migliarino San Rossore Massaciuccoli e nello specifico nel territorio della Tenuta di San Rossore, al fine di ottenere dati utili alle strategie di gestione faunistica.
L’uso dell’habitat da parte del cinghiale, del daino e del coniglio è stato valutato in modo indiretto attraverso la registrazione in aree saggio dei segni di presenza delle specie indagate. Poiché San Rossore comprende una varietà di habitat caratterizzati da specie vegetali diverse, l’indagine è stata condotta su sette tipologie di ambiente selezionate attraverso la Carta della copertura vegetazionale.
Per valutare se esiste una certa selezione di habitat da parte delle singole specie, è stato utilizzato l’indice di preferenza di Jacobs; successivamente sui valori degli indici di presenza è stato applicato il test del Chi quadro per mettere in evidenza eventuali differenze statisticamente significative.
Per quanto riguarda il cinghiale, gli habitat che hanno mostrato maggiore rispondenza sono il bosco di latifoglie e il pascolo dove è stato rilevato il maggior numero di segni di presenza mentre il daino ha mostrato una selezione positiva per il bosco di latifoglie. Abbiamo potuto dedurre che il daino e il cinghiale fanno un uso del bosco di latifoglie significativamente superiore alla disponibilità ma e in maniera significativamente non diversa tra loro. Per quanto riguarda il coniglio invece gli habitat che hanno mostrato maggior rispondenza sono gli ambienti dunali e le aree destinate a pascolo, mentre gli altri sono risultati sotto utilizzati o del tutto scartati.
In conclusione, la determinazione della collocazione spaziale degli animali attraverso diverse metodologie di rilevamento appare basilare per conoscere la mobilità e l’uso dello spazio delle popolazioni animali, influenzate da fattori ambientali e antropici.
File
Nome file | Dimensione |
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tesi_Val...mbogi.pdf | 6.85 Mb |
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