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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-11282019-180409


Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (5 anni)
Autore
BOTTI, MATTEO
URN
etd-11282019-180409
Titolo
Lo screening neonatale per la fibrosi cistica: l'esperienza sui nati in Toscana
Dipartimento
MEDICINA CLINICA E SPERIMENTALE
Corso di studi
PEDIATRIA
Relatori
relatore Prof. Peroni, Diego
correlatore Dott. Taccetti, Giovanni
Parole chiave
  • fibrosi cistica
  • falsi negativi screening
  • cftr
  • cfspid
  • screening neonatale
  • tripsina immunoreattiva
Data inizio appello
18/12/2019
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
18/12/2089
Riassunto
La fibrosi cistica è la malattia genetica autosomica recessiva letale più frequente nell’etnia caucasica. La Regione Toscana è stata tra le prime in Italia a praticare lo screening neonatale per questa malattia, ancor prima che questo divenisse raccomandato nel 1992 da una legge nazionale. Nel corso degli anni le metodiche di laboratorio si sono affinate e dal 2011, alla tradizionale metodica della doppia determinazione di tripsina immunoreattiva associata al dosaggio della lattasi meconiale, viene affiancata la ricerca molecolare di un pannello prestabilito di mutazioni del gene CFTR.
Questo lavoro di tesi raccoglie i dati toscani del “Centro di Riferimento Regionale per la Cura della Fibrosi Cistica” dell’Ospedale Meyer di Firenze, analizzando come si è evoluto tale screening per i nati nella Regione Toscana dagli anni ’80 fino ad oggi.
I dati a nostra disposizione dimostrano come in questi 34 anni (1984-2018), in cui sono stati effettuati quasi 1 milione di screening ai neonati toscani, la maggior parte dei casi di fibrosi cistica è stato diagnosticato precocemente: solamente il 12,0% ha ricevuto una diagnosi tardiva per sintomi. La sensibilità dello screening è risultata negli anni progressivamente in aumento, raggiungendo il valore massimo (96,15%) nel periodo 2011-2018; in tale periodo si è ridotto anche il tasso di neonati richiamati per il retesting (0,39%) e l’intervallo temporale tra la nascita e la diagnosi di fibrosi cistica (38 giorni). Questi valori sono complessivamente in linea con le ultime raccomandazioni della European Cystic Fibrosis Society. Il valore predittivo positivo dello screening nella nostra regione (8,09%), non ha ancora raggiunto il valore raccomandato da tali linee guida.
Lo studio dei soggetti CFSPID (screening positivo ma diagnosi inconclusiva), ha mostrato che il 12,1% dei 66 bambini CFSPID (nati dal 2011 al 2018) sono poi risultati affetti da FC per positivizzazione del test del sudore, dopo mediamente 29 mesi di follow-up.
I nati in Toscana dal 1992 al 2018 falsi negativi allo screening (18 casi) hanno manifestato i sintomi sospetti di fibrosi cistica ad un’età media di 6,6 anni. Tali falsi negativi, rispetto ai diagnosticati per screening, presentano più frequentemente un genotipo con mutazioni meno comuni e mutazioni unknown. I sintomi che più frequentemente hanno posto il sospetto di fibrosi cistica e pertanto indotto il medico a richiedere un test del sudore (esame da eseguire sempre come primo livello) sono stati: la sindrome da perdita di sali (comparsa sempre entro il primo anno di vita), le infezioni ricorrenti broncopolmonari, la ridotta crescita, i disturbi gastrointestinali (diarrea) e la poliposi nasale. La possibilità di trovarsi di fronte ad un paziente falso negativo allo screening per la fibrosi cistica è un’evenienza che, sebbene rara, deve essere considerata da qualsiasi medico di fronte ad un soggetto con sintomi sospetti, in quanto la sensibilità dello screening neonatale, seppure molto alta, non raggiunge il 100%.
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