Thesis etd-11282019-112814 |
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Thesis type
Tesi di specializzazione (5 anni)
Author
VERGINE, FRANCESCA
URN
etd-11282019-112814
Thesis title
La preservazione della fertilità nella paziente adulta e pediatrica: analisi degli outcome del Centro PMA di Pisa.
Department
MEDICINA CLINICA E SPERIMENTALE
Course of study
GINECOLOGIA E OSTETRICIA
Supervisors
relatore Prof. Simoncini, Tommaso
relatore Dott. Cela, Vito
relatore Dott. Cela, Vito
Keywords
- criopreservazione
- fertilità
- oncologica
- preservazione
- tessuto ovarico
Graduation session start date
18/12/2019
Availability
Full
Summary
Negli ultimi venti anni, grazie alla crescente complessità dei trattamenti oncologici integrati ed all’aumento delle diagnosi tumorali in fase precoce, il tasso di mortalità correlato a neoplasia si è ridotto considerevolmente; ciò ha messo in risalto l’esigenza di porre speciale attenzione alla qualità della vita dei sopravvissuti, infatti un importante effetto collaterale delle terapie antineoplastiche nelle donne in età fertile è rappresentato dall’esaurimento ovarico precoce (POI) chemio-indotto. La classificazione del rischio di insorgenza di POI è stata stabilita secondo il tasso di amenorrea permanente dei singoli trattamenti oncologici.
Tuttavia, alcune terapie possono determinare una importante deplezione della riserva follicolare senza la concomitante assenza di cicli mestruali, pertanto la fertilità potrebbe già essere severamente compromessa da anni prima del momento della scomparsa dei cicli.
Il rischio di POI dovrebbe essere valutato il più precocemente possibile mediante un counseling con uno specialista di fertilità, così da offrire alla paziente le migliori strategie di tutela della fertilità futura. Le tecniche di preservazione della fertilità, pur essendo ampiamente riconosciute valide dalla letteratura, vengono offerte ancora solo a una minoranza di pazienti oncologiche, soprattutto in età pediatrica.
Il nostro studio si propone di valutare l’outcome del percorso di preservazione della fertilità nelle pazienti afferite al Centro di Procreazione Assistita di Pisa dal 2013 ad oggi, quanto a sicurezza ed efficacia della procedura.
In questo studio retrospettivo di coorte sono state incluse 115 pazienti: 11 pazienti (pediatriche e non) sottoposte a prelievo di tessuto ovarico dal 2014 al 2019 e 104 pazienti sottoposte a prelievo ecoguidato di ovociti dal 2013 al 2019.
Nelle pazienti oncologiche (96/104) sottoposte a prelievo ecoguidato di ovociti sono stati recuperati in media 8,1 ovociti a paziente, e solo in 4 cicli non sono stati recuperati ovociti idonei alla criopreservazione. Nessuna paziente ha sviluppato complicanze significative che abbiano ritardato l'inizio delle terapia antineoplastiche. In tutte le pazienti affette da carcinoma mammario (46 pz) è stato effettuato un protocollo di stimolazione con aggiunta di antiestrogeni (letrozolo).
In 6 pazienti il tessuto ovarico è stato prelevato e criopreservato presso il Nostro Centro, mentre in 5 pazienti il tessuto prelevato è stato inviato in una criobanca esterna. In 5 su 6 pazienti in cui il tessuto è stato criopreservato presso il nostro Centro sono stati evidenziali follicoli primari all'esame istologico delle biopsie ovariche e in nessuna paziente è stata evidenziata la presenza di cellule neoplastiche. In una sola paziente non sono stati riscontrati follicoli all'esame istologico.
Sebbene una elevata percentuale di donne tornino a mestruare dopo la fine delle terapie oncologiche, la ricomparsa dei cicli non garantisca l’integrità del potenziale riproduttivo. Pertanto, la migliore strategia di tutela della fertilità deve prevedere anche la crioconservazione preventiva degli ovociti, qualora le tempistiche oncologiche lo permettano, o la criopreservazione del tessuto ovarico nelle bambine o in caso di immediata necessità di iniziare un trattamento chemioterapico.
Riteniamo dunque di massima importanza l’ampliamento dell’accesso alle tecniche di preservazione di fertilità, anche in età pediatrica, per garantire la massima qualità di cura possibile, che tenga conto della qualità della vita futura delle giovani pazienti oncologiche.
Tuttavia, alcune terapie possono determinare una importante deplezione della riserva follicolare senza la concomitante assenza di cicli mestruali, pertanto la fertilità potrebbe già essere severamente compromessa da anni prima del momento della scomparsa dei cicli.
Il rischio di POI dovrebbe essere valutato il più precocemente possibile mediante un counseling con uno specialista di fertilità, così da offrire alla paziente le migliori strategie di tutela della fertilità futura. Le tecniche di preservazione della fertilità, pur essendo ampiamente riconosciute valide dalla letteratura, vengono offerte ancora solo a una minoranza di pazienti oncologiche, soprattutto in età pediatrica.
Il nostro studio si propone di valutare l’outcome del percorso di preservazione della fertilità nelle pazienti afferite al Centro di Procreazione Assistita di Pisa dal 2013 ad oggi, quanto a sicurezza ed efficacia della procedura.
In questo studio retrospettivo di coorte sono state incluse 115 pazienti: 11 pazienti (pediatriche e non) sottoposte a prelievo di tessuto ovarico dal 2014 al 2019 e 104 pazienti sottoposte a prelievo ecoguidato di ovociti dal 2013 al 2019.
Nelle pazienti oncologiche (96/104) sottoposte a prelievo ecoguidato di ovociti sono stati recuperati in media 8,1 ovociti a paziente, e solo in 4 cicli non sono stati recuperati ovociti idonei alla criopreservazione. Nessuna paziente ha sviluppato complicanze significative che abbiano ritardato l'inizio delle terapia antineoplastiche. In tutte le pazienti affette da carcinoma mammario (46 pz) è stato effettuato un protocollo di stimolazione con aggiunta di antiestrogeni (letrozolo).
In 6 pazienti il tessuto ovarico è stato prelevato e criopreservato presso il Nostro Centro, mentre in 5 pazienti il tessuto prelevato è stato inviato in una criobanca esterna. In 5 su 6 pazienti in cui il tessuto è stato criopreservato presso il nostro Centro sono stati evidenziali follicoli primari all'esame istologico delle biopsie ovariche e in nessuna paziente è stata evidenziata la presenza di cellule neoplastiche. In una sola paziente non sono stati riscontrati follicoli all'esame istologico.
Sebbene una elevata percentuale di donne tornino a mestruare dopo la fine delle terapie oncologiche, la ricomparsa dei cicli non garantisca l’integrità del potenziale riproduttivo. Pertanto, la migliore strategia di tutela della fertilità deve prevedere anche la crioconservazione preventiva degli ovociti, qualora le tempistiche oncologiche lo permettano, o la criopreservazione del tessuto ovarico nelle bambine o in caso di immediata necessità di iniziare un trattamento chemioterapico.
Riteniamo dunque di massima importanza l’ampliamento dell’accesso alle tecniche di preservazione di fertilità, anche in età pediatrica, per garantire la massima qualità di cura possibile, che tenga conto della qualità della vita futura delle giovani pazienti oncologiche.
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