Tesi etd-11282018-125936 |
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Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (4 anni)
Autore
FERRARI, FEDERICA
URN
etd-11282018-125936
Titolo
Effetto dell'Obesità sulla presentazione e l'andamento clinico del Carcinoma Differenziato della Tiroide
Dipartimento
MEDICINA CLINICA E SPERIMENTALE
Corso di studi
ENDOCRINOLOGIA E MALATTIE DEL METABOLISMO
Relatori
relatore Prof. Santini, Ferruccio
Parole chiave
- aggressività tumorale
- carcinoma differenziato della tiroide
- indice di massa corporea
- obesità
Data inizio appello
18/12/2018
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
18/12/2088
Riassunto
Nelle ultime tre decadi si è osservato un incremento parallelo dell’ incidenza di obesità e carcinoma differenziato della tiroide (CDT). In alcuni studi, è stata dimostrata una correlazione positiva tra indice di massa corporea (IMC) e incidenza di CDT.
Obiettivo del nostro studio, è stato quello di valutare la relazione fra IMC, aggressività di presentazione ed outcome clinico del CDT.
Abbiamo valutato retrospettivamente i dati di 1058 pazienti consecutivi con CDT, trattati con tiroidectomia totale (± linfadenectomia) e terapia radioablativa con 131I, afferenti all’U.O. di Endocrinologia 1 dell’AOUP nel biennio 2010-2011 ed aventi un follow-up mediano di 6 anni.
I pazienti sono stati suddivisi in 4 categorie secondo l’IMC (sottopeso, normopeso, sovrappeso, obesi) e abbiamo valutato le caratteristiche clinico-patologiche di presentazione del CDT, l’attività di 131I somministrata all’ablazione ed il risultato della scintigrafia totale corporea. Al termine del follow up, la risposta clinica dei pazienti è stata rivalutata sulla base dei criteri dettati dalle più recenti linee guida internazionali di riferimento (ATA 2015).
L’analisi statistica non ha evidenziato differenze significative nella presentazione di malattia così come nell’outcome clinico al termine del follow up, tra i quattro gruppi di studio.
In conclusione, i risultati del nostro studio indicano che i pazienti obesi non hanno un CDT più aggressivo alla diagnosi, né un outcome clinico peggiore, rispetto ai pazienti sottopeso, normopeso e sovrappeso.
Obiettivo del nostro studio, è stato quello di valutare la relazione fra IMC, aggressività di presentazione ed outcome clinico del CDT.
Abbiamo valutato retrospettivamente i dati di 1058 pazienti consecutivi con CDT, trattati con tiroidectomia totale (± linfadenectomia) e terapia radioablativa con 131I, afferenti all’U.O. di Endocrinologia 1 dell’AOUP nel biennio 2010-2011 ed aventi un follow-up mediano di 6 anni.
I pazienti sono stati suddivisi in 4 categorie secondo l’IMC (sottopeso, normopeso, sovrappeso, obesi) e abbiamo valutato le caratteristiche clinico-patologiche di presentazione del CDT, l’attività di 131I somministrata all’ablazione ed il risultato della scintigrafia totale corporea. Al termine del follow up, la risposta clinica dei pazienti è stata rivalutata sulla base dei criteri dettati dalle più recenti linee guida internazionali di riferimento (ATA 2015).
L’analisi statistica non ha evidenziato differenze significative nella presentazione di malattia così come nell’outcome clinico al termine del follow up, tra i quattro gruppi di studio.
In conclusione, i risultati del nostro studio indicano che i pazienti obesi non hanno un CDT più aggressivo alla diagnosi, né un outcome clinico peggiore, rispetto ai pazienti sottopeso, normopeso e sovrappeso.
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