Thesis etd-11272019-120914 |
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Thesis type
Tesi di specializzazione (5 anni)
Author
SANDOMENICO, RAFFAELE
URN
etd-11272019-120914
Thesis title
Utilizzo di donatori a cuore non battente nel trapianto epatico. Esperienza dei Centri Trapianto di Pisa e Barcellona.
Department
PATOLOGIA CHIRURGICA, MEDICA, MOLECOLARE E DELL'AREA CRITICA
Course of study
CHIRURGIA GENERALE
Supervisors
relatore Prof. De Simone, Paolo
Keywords
- donation after circulatory death
- donatori a criteri estesi
- donatori a cuore non battente
- expanded criteria donor
- orthotopic liver transplantation
- trapianto ortotopico di fegato
Graduation session start date
19/12/2019
Availability
Withheld
Release date
19/12/2089
Summary
Il trapianto ortotopico di fegato rappresenta il trattamento di scelta per la malattia epatica terminale e per l’epatocarcinoma o, in casi selezionati, per altre neoplasie, comunque confinate al fegato.
Negli ultimi anni il numero di trapianti eseguiti è aumentato considerevolmente, ma sempre in misura inferiore rispetto al numero di pazienti inseriti in lista d’attesa. Questa situazione ha stimolato lo sviluppo di nuove tecniche chirurgiche quali il trapianto di fegato split (split liver transplantation, SLT) ed il trapianto di fegato da donatore vivente (living donor liver transplantation, LDLT), che hanno prodotto un incremento relativo del numero di organi disponibili, tuttavia, ancora insufficiente a risolvere il problema della carenza dei grafts.
Un’ulteriore modalità per incrementare il numero di trapianti è rappresentata dall’utilizzo dei cosiddetti donatori con criteri estesi (expanded criteria donor, ECD), possibilità percorsa attualmente dalla totalità dei centri trapianto, per il mutare delle caratteristiche epidemiologiche della popolazione di donatori cadavere (deceased donors, DD). Infine, una popolazione di DD largamente utilizzata presso altre nazioni, quali l’Olanda, la Spagna, l’Inghilterra e gli USA, e di recente introduzione anche in Italia, è rappresentata dai donatori a cuore fermo (donation after cardiac death, DCD).
Attualmente, grazie alla maggiore esperienza dei gruppi trapianto e ai migliori criteri di selezione, i tassi di complicanze dopo l’utilizzo di donatori con criteri estesi e a cuore non battente si sono significativamente ridotti.
Rispetto all'uso di tecniche di prelievo rapido, l’uso della perfusione addominale normotermica (N-ECMO) nei DCD, è stata una prima soluzione per ridurre al minimo i danni da ischemia-riperfusione mediante il ripristino del flusso sanguigno ossigenato a fegato, pancreas e reni dopo che la morte è stata dichiarata sulla base di criteri cardiocircolatori. Oltretutto permette anche una valutazione degli organi prima del prelievo.
In Italia la diagnosi e accertamento di morte in asistolia esige una registrazione continua dell’ECG per 20 minuti. Questo è un tempo notevolmente superiore ai 5 o 10 minuti di registrazione previsti negli altri paesi che utilizzano routinariamente questo tipo di donazione (tra cui Regno Unito, Olanda e Spagna, USA).
L’obiettivo di questa tesi è la valutazione dell’uso della perfusione normotermica ex-situ del graft nei donatori a cuore non battente nell’esperienza del Centro Trapianti di Pisa e un confronto con il modello spagnolo dell’Ospedale Clinic di Barcellona.
Negli ultimi anni il numero di trapianti eseguiti è aumentato considerevolmente, ma sempre in misura inferiore rispetto al numero di pazienti inseriti in lista d’attesa. Questa situazione ha stimolato lo sviluppo di nuove tecniche chirurgiche quali il trapianto di fegato split (split liver transplantation, SLT) ed il trapianto di fegato da donatore vivente (living donor liver transplantation, LDLT), che hanno prodotto un incremento relativo del numero di organi disponibili, tuttavia, ancora insufficiente a risolvere il problema della carenza dei grafts.
Un’ulteriore modalità per incrementare il numero di trapianti è rappresentata dall’utilizzo dei cosiddetti donatori con criteri estesi (expanded criteria donor, ECD), possibilità percorsa attualmente dalla totalità dei centri trapianto, per il mutare delle caratteristiche epidemiologiche della popolazione di donatori cadavere (deceased donors, DD). Infine, una popolazione di DD largamente utilizzata presso altre nazioni, quali l’Olanda, la Spagna, l’Inghilterra e gli USA, e di recente introduzione anche in Italia, è rappresentata dai donatori a cuore fermo (donation after cardiac death, DCD).
Attualmente, grazie alla maggiore esperienza dei gruppi trapianto e ai migliori criteri di selezione, i tassi di complicanze dopo l’utilizzo di donatori con criteri estesi e a cuore non battente si sono significativamente ridotti.
Rispetto all'uso di tecniche di prelievo rapido, l’uso della perfusione addominale normotermica (N-ECMO) nei DCD, è stata una prima soluzione per ridurre al minimo i danni da ischemia-riperfusione mediante il ripristino del flusso sanguigno ossigenato a fegato, pancreas e reni dopo che la morte è stata dichiarata sulla base di criteri cardiocircolatori. Oltretutto permette anche una valutazione degli organi prima del prelievo.
In Italia la diagnosi e accertamento di morte in asistolia esige una registrazione continua dell’ECG per 20 minuti. Questo è un tempo notevolmente superiore ai 5 o 10 minuti di registrazione previsti negli altri paesi che utilizzano routinariamente questo tipo di donazione (tra cui Regno Unito, Olanda e Spagna, USA).
L’obiettivo di questa tesi è la valutazione dell’uso della perfusione normotermica ex-situ del graft nei donatori a cuore non battente nell’esperienza del Centro Trapianti di Pisa e un confronto con il modello spagnolo dell’Ospedale Clinic di Barcellona.
File
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