Tesi etd-11272017-104521 |
Link copiato negli appunti
Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
FIDANZI, CRISTIAN
URN
etd-11272017-104521
Titolo
Epidemiologia del melanoma a Livorno dal 2006 al 2016 e fattori di rischio per la positività del linfonodo sentinella nel gruppo pT1b - pT2a.
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Romanelli, Marco
Parole chiave
- linfonodo sentinella
- Melanoma
Data inizio appello
12/12/2017
Consultabilità
Completa
Riassunto
Relativamente all’indagine epidemiologica con il nostro studio abbiamo confermato che:
• Nella popolazione livornese il melanoma è un tumore con un’incidenza molto alta, nettamente superiore a quella della media nazionale.
• Ad oggi la maggior parte delle diagnosi sono di tumori in situ o sottili (pTis e pT1a rappresentano da soli il 70% di tutte le diagnosi). Questo è da ricondurre soprattutto ad una migliore capacità di fare diagnosi precoce a seguito del miglioramento delle tecniche diagnostiche, del potenziamento della prevenzione primaria e delle campagne di informazione.
• A livello globale non c’à una differenza significativa nell’incidenza tra i due sessi (M:F=1:1). Sotto i 50 anni però l’incidenza è leggermente maggiore nel sesso femminile (di 1,3 volte), sopra i 50 invece nel sesso maschile (di 1,3 volte).
• L’età media alla diagnosi è di 56,2 anni. Tale valore aumenta all’aumentare dello spessore del melanoma (l’età media alla diagnosi dei pT1 è di 53,6 anni, quella dei pT4 è di 73,3 anni). Questo è da ricondurre soprattutto al fatto che i pazienti anziani tendono ad arrivare alla diagnosi solitamente più tardi.
• Il mese in cui si ha il picco di diagnosi è Luglio. Questo è da ricondurre alle campagne di sensibilizzazione fatte solitamente a primavera ed al fatto che ad inizio estate le persone andando al mare, spogliandosi, si vedono a vicenda nuove lesioni che portano alla visita.
• La sede più frequentemente interessata da melanomi è il tronco (sede di circa il 60% delle diagnosi), seguono gli arti inferiori (19,1%), gli arti superiori (9,9%), il testa-collo (9,7%) ed infine la sede acrale (3,5%).
• La localizzazione a livello degli arti inferiori, superiori ed acrale è più frequente nel sesso femminile, mentre quella a livello del tronco e del testa-collo nel sesso maschile.
• L’istotipo più frequente è quello a diffusione superficiale (87,8% di tutte le diagnosi), segue quello nodulare (7,4%), poi l’acrale lentigginoso (0,83%), la lentigo maligna melanoma (1,2%), il desmoplastico (0,7%), lo spitzoide (0,4%), il nevoide (0,25%) ed infine l’animal type (0,25%)
Per quanto riguarda l’analisi dei fattori di rischio per la positività del linfonodo sentinella nel pazienti con melanoma primitivo pT1a-pT2, analizzato il comportamento dei fattori di rischio nelle due popolazioni di pazienti presi in esame (N0 ed N+), possiamo dire di aver trovato particolarmente significativi i dati relativi all’ulcerazione ed alle mitosi.
L’ulcerazione si è infatti dimostrata un rilevante fattore di rischio predittivo della positività del linfonodo sentinella.
Al contrario le mitosi dal nostro studio sembrano avere paradossalmente un ruolo protettivo, questo in parte potrebbe anche essere conseguenza del numero esiguo di pazienti con N+ presi in considerazione dal nostro studio (solamente 22), ma tende comunque a confermare le nuove linee guida dell’AJCC in cui le mitosi sono scomparse dalla stadiazione.
• Nella popolazione livornese il melanoma è un tumore con un’incidenza molto alta, nettamente superiore a quella della media nazionale.
• Ad oggi la maggior parte delle diagnosi sono di tumori in situ o sottili (pTis e pT1a rappresentano da soli il 70% di tutte le diagnosi). Questo è da ricondurre soprattutto ad una migliore capacità di fare diagnosi precoce a seguito del miglioramento delle tecniche diagnostiche, del potenziamento della prevenzione primaria e delle campagne di informazione.
• A livello globale non c’à una differenza significativa nell’incidenza tra i due sessi (M:F=1:1). Sotto i 50 anni però l’incidenza è leggermente maggiore nel sesso femminile (di 1,3 volte), sopra i 50 invece nel sesso maschile (di 1,3 volte).
• L’età media alla diagnosi è di 56,2 anni. Tale valore aumenta all’aumentare dello spessore del melanoma (l’età media alla diagnosi dei pT1 è di 53,6 anni, quella dei pT4 è di 73,3 anni). Questo è da ricondurre soprattutto al fatto che i pazienti anziani tendono ad arrivare alla diagnosi solitamente più tardi.
• Il mese in cui si ha il picco di diagnosi è Luglio. Questo è da ricondurre alle campagne di sensibilizzazione fatte solitamente a primavera ed al fatto che ad inizio estate le persone andando al mare, spogliandosi, si vedono a vicenda nuove lesioni che portano alla visita.
• La sede più frequentemente interessata da melanomi è il tronco (sede di circa il 60% delle diagnosi), seguono gli arti inferiori (19,1%), gli arti superiori (9,9%), il testa-collo (9,7%) ed infine la sede acrale (3,5%).
• La localizzazione a livello degli arti inferiori, superiori ed acrale è più frequente nel sesso femminile, mentre quella a livello del tronco e del testa-collo nel sesso maschile.
• L’istotipo più frequente è quello a diffusione superficiale (87,8% di tutte le diagnosi), segue quello nodulare (7,4%), poi l’acrale lentigginoso (0,83%), la lentigo maligna melanoma (1,2%), il desmoplastico (0,7%), lo spitzoide (0,4%), il nevoide (0,25%) ed infine l’animal type (0,25%)
Per quanto riguarda l’analisi dei fattori di rischio per la positività del linfonodo sentinella nel pazienti con melanoma primitivo pT1a-pT2, analizzato il comportamento dei fattori di rischio nelle due popolazioni di pazienti presi in esame (N0 ed N+), possiamo dire di aver trovato particolarmente significativi i dati relativi all’ulcerazione ed alle mitosi.
L’ulcerazione si è infatti dimostrata un rilevante fattore di rischio predittivo della positività del linfonodo sentinella.
Al contrario le mitosi dal nostro studio sembrano avere paradossalmente un ruolo protettivo, questo in parte potrebbe anche essere conseguenza del numero esiguo di pazienti con N+ presi in considerazione dal nostro studio (solamente 22), ma tende comunque a confermare le nuove linee guida dell’AJCC in cui le mitosi sono scomparse dalla stadiazione.
File
Nome file | Dimensione |
---|---|
TESI_DEF...ICARE.pdf | 2.57 Mb |
Contatta l’autore |