Tesi etd-11272016-190208 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
ZICCARELLI, MARIANNA
URN
etd-11272016-190208
Titolo
Catetere venoso centrale (CVC) nel paziente canino: gestione e principali complicazioni
Dipartimento
SCIENZE VETERINARIE
Corso di studi
MEDICINA VETERINARIA
Relatori
relatore Prof.ssa Guidi, Grazia
correlatore Dott.ssa Perondi, Francesca
controrelatore Prof. Fratini, Filippo
correlatore Dott.ssa Perondi, Francesca
controrelatore Prof. Fratini, Filippo
Parole chiave
- cane
- catetere venoso centrale
- complicazioni
- infezioni
Data inizio appello
16/12/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
Parole chiave: cane, catetere venoso centrale, infezioni, complicazioni
Introduzione: il catetere venoso centrale (CVC) è utilizzato come accesso vascolare per il trattamento di emodialisi in cani e gatti. L’infezione rappresenta la più invalidante complicazione che può instaurarsi e può mettere a rischio la vita del paziente e l’efficacia del trattamento stesso.
Scopo dello studio: valutare la crescita batterica sui cateteri venosi centrali dei cani sottoposti a trattamento emodialitico e valutare l’incidenza delle complicazioni associate al CVC.
Materiali e metodi: in questo studio sono stati inclusi 18 cani, per un totale di 19 CVC. A tutti i soggetti, il CVC è stato applicato mediante tecnica di Seldinger in sala operatoria, il catetere è stato poi gestito solo dagli operatori che erano a conoscenza del protocollo di pulizia e gestione ed infine, il CVC è stato rimosso tramite tecnica asettica da personale istruito presso la nostra struttura. I cateteri sono stati poi sottoposti ad esame batteriologico ed eventuale antibiogramma.
Risultati: la prevalenza di infezione nella nostra coorte di pazienti è risultata essere del 15,79%. I patogeni coinvolti in tali infezioni sono risultati essere: Klebsiella pneumoniae, Serratia odorifera e una Enterobacteriaceae. Tramite Mann Whitney test non sono state evidenziate differenze significative nel tempo mediano di permanenza del CVC fra i soggetti che presentavano infezione del catetere e quelli che non la presentavano. Inoltre, il test di Fischer non ha evidenziato alcuna differenza statisticamente significativa nel numero di soggetti sopravvissuti o deceduti tra il gruppo che presentava infezione del CVC e il gruppo che non presentava infezione del CVC. Infine, sempre tramite test di Fischer non è stata evidenziata alcuna differenza statisticamente significativa nel numero di soggetti che presentavano un solo antibiotico in terapia o più di un antibiotico, tra il gruppo che presentava infezione del CVC e il gruppo che non la presentava.
Conclusioni: sebbene il presente studio sia rappresentato da una popolazione ristretta, sembra riportare una prevalenza di infezione del CVC da dialisi nel paziente veterinario inferiore a quanto inizialmente ipotizzato e riportato in letteratura umana. La bassa percentuale di infezione emersa rassicura riguardo la validità dei protocolli di antisepsi e di gestione del CVC utilizzati presso la nostra struttura. Sarebbe comunque auspicabile aumentare la casistica per incrementare i pochi dati presenti in letteratura veterinaria.
Keywords: dog, central venous catheter, infections, complications
Introduction: central venous catheter (CVC) is used as vascular access for hemodialysis treatment in dogs and cats. Infection is the most severe complication that can be dangerous for the patient’s life and for treatment’s efficacy.
Aim of the study: evaluate the bacterial growth of central venous catheters (CVC) in dogs treated with hemodialysis and to evaluate the incidence of complications associated with catheter.
Materials and methods: 18 dogs and 19 CVC were included in this study. CVC was applied in all dogs by Seldinger technique in surgery room, the catheter has been cleaned and manage by only qualified staff that used the same protocol for each patient; finally, CVC has been removed by aseptic technique by the same staff. Bacteriological examination and possible antibiotic essay was performed for all catheters.
Results: the prevalence of infection in our cohort of patients was 15.79%. The pathogens involved were: Klebsiella pneumoniae, Serratia odorifera and Enterobacteriaceae. Mann Whitney test showed no significant difference in time of CVC permanence between dogs with catheter infection and dogs without infection. Fischer's test showed no statistically significant difference in the number of survivors and not survivors dogs between CVC infection group and not.
Introduzione: il catetere venoso centrale (CVC) è utilizzato come accesso vascolare per il trattamento di emodialisi in cani e gatti. L’infezione rappresenta la più invalidante complicazione che può instaurarsi e può mettere a rischio la vita del paziente e l’efficacia del trattamento stesso.
Scopo dello studio: valutare la crescita batterica sui cateteri venosi centrali dei cani sottoposti a trattamento emodialitico e valutare l’incidenza delle complicazioni associate al CVC.
Materiali e metodi: in questo studio sono stati inclusi 18 cani, per un totale di 19 CVC. A tutti i soggetti, il CVC è stato applicato mediante tecnica di Seldinger in sala operatoria, il catetere è stato poi gestito solo dagli operatori che erano a conoscenza del protocollo di pulizia e gestione ed infine, il CVC è stato rimosso tramite tecnica asettica da personale istruito presso la nostra struttura. I cateteri sono stati poi sottoposti ad esame batteriologico ed eventuale antibiogramma.
Risultati: la prevalenza di infezione nella nostra coorte di pazienti è risultata essere del 15,79%. I patogeni coinvolti in tali infezioni sono risultati essere: Klebsiella pneumoniae, Serratia odorifera e una Enterobacteriaceae. Tramite Mann Whitney test non sono state evidenziate differenze significative nel tempo mediano di permanenza del CVC fra i soggetti che presentavano infezione del catetere e quelli che non la presentavano. Inoltre, il test di Fischer non ha evidenziato alcuna differenza statisticamente significativa nel numero di soggetti sopravvissuti o deceduti tra il gruppo che presentava infezione del CVC e il gruppo che non presentava infezione del CVC. Infine, sempre tramite test di Fischer non è stata evidenziata alcuna differenza statisticamente significativa nel numero di soggetti che presentavano un solo antibiotico in terapia o più di un antibiotico, tra il gruppo che presentava infezione del CVC e il gruppo che non la presentava.
Conclusioni: sebbene il presente studio sia rappresentato da una popolazione ristretta, sembra riportare una prevalenza di infezione del CVC da dialisi nel paziente veterinario inferiore a quanto inizialmente ipotizzato e riportato in letteratura umana. La bassa percentuale di infezione emersa rassicura riguardo la validità dei protocolli di antisepsi e di gestione del CVC utilizzati presso la nostra struttura. Sarebbe comunque auspicabile aumentare la casistica per incrementare i pochi dati presenti in letteratura veterinaria.
Keywords: dog, central venous catheter, infections, complications
Introduction: central venous catheter (CVC) is used as vascular access for hemodialysis treatment in dogs and cats. Infection is the most severe complication that can be dangerous for the patient’s life and for treatment’s efficacy.
Aim of the study: evaluate the bacterial growth of central venous catheters (CVC) in dogs treated with hemodialysis and to evaluate the incidence of complications associated with catheter.
Materials and methods: 18 dogs and 19 CVC were included in this study. CVC was applied in all dogs by Seldinger technique in surgery room, the catheter has been cleaned and manage by only qualified staff that used the same protocol for each patient; finally, CVC has been removed by aseptic technique by the same staff. Bacteriological examination and possible antibiotic essay was performed for all catheters.
Results: the prevalence of infection in our cohort of patients was 15.79%. The pathogens involved were: Klebsiella pneumoniae, Serratia odorifera and Enterobacteriaceae. Mann Whitney test showed no significant difference in time of CVC permanence between dogs with catheter infection and dogs without infection. Fischer's test showed no statistically significant difference in the number of survivors and not survivors dogs between CVC infection group and not.
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tesi_CVC.pdf | 10.56 Mb |
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