Tesi etd-11262019-003818 |
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Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (5 anni)
Autore
PAZZI, MADDALENA
URN
etd-11262019-003818
Titolo
Esito sociale e qualita di vita a 6 mesi e 1 anno dopo ricovero in Terapia Intensiva. 3 anni di attività del servizio di follow-up presso l' Ospedale Santa Maria Annunziata, USL Toscana Centro.
Dipartimento
PATOLOGIA CHIRURGICA, MEDICA, MOLECOLARE E DELL'AREA CRITICA
Corso di studi
ANESTESIA, RIANIMAZIONE, TERAPIA INTENSIVA E DEL DOLORE
Relatori
relatore Prof. Forfori, Francesco
relatore Dott. Pavoni, Vittorio
relatore Dott. Pavoni, Vittorio
Parole chiave
- esito sociale
- follow-up
- qualità di vita
- terapia intensiva
Data inizio appello
19/12/2019
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
19/12/2089
Riassunto
L’ottimizzazione del recupero, piuttosto che la mera sopravvivenza, è un obiettivo fondamentale per il sistema sanitario nazionale.
Questa affermazione è particolarmente vera per quelle persone che hanno vissuto l’esperienza della malattia critica. Studi osservazionali, infatti, hanno evidenziato un peggioramento della qualità della vita post dimissione e una maggiore necessità di assistenza in questi pazienti. (Williams, 2011).
Conoscere lo stato di salute di coloro che sono stati degenti in Terapia Intensiva è doveroso dal momento che molto spesso portano con sé, anche a distanza di tempo, i segni della malattia. Questi segni sono “l’effetto collaterale” della cura, “il costo” che hanno dovuto sostenere. Ogni gesto di cura, ogni atto sanitario, deve poter essere valutato secondo il semplice e universalmente riconosciuto rapporto costo/beneficio. Il beneficio della degenza non può essere misurato solo in termini di sopravvivenza: sicuramente questo è uno degli indicatori di successo della cura, ma non è il principale e soprattutto non può continuare a essere l’unico. Incontrare questi pazienti permette di dare valore e significato al “peso” che portano con loro. La presenza degli operatori sanitari nella vita di queste persone è tanto breve quanto dirompente, ma soprattutto può condizionare in maniera indelebile il loro futuro.
Il follow-up post intensivo può essere, in questo senso, un valido servizio di sostegno, anche se dalla letteratura disponibile non si evincono prove concrete a sostegno dei suoi effetti.
(Egerod et al., 2011) Sono quindi necessarie maggiori evidenze affinché possa essere giustificata e promossa una sua diffusa istituzione.
Questa affermazione è particolarmente vera per quelle persone che hanno vissuto l’esperienza della malattia critica. Studi osservazionali, infatti, hanno evidenziato un peggioramento della qualità della vita post dimissione e una maggiore necessità di assistenza in questi pazienti. (Williams, 2011).
Conoscere lo stato di salute di coloro che sono stati degenti in Terapia Intensiva è doveroso dal momento che molto spesso portano con sé, anche a distanza di tempo, i segni della malattia. Questi segni sono “l’effetto collaterale” della cura, “il costo” che hanno dovuto sostenere. Ogni gesto di cura, ogni atto sanitario, deve poter essere valutato secondo il semplice e universalmente riconosciuto rapporto costo/beneficio. Il beneficio della degenza non può essere misurato solo in termini di sopravvivenza: sicuramente questo è uno degli indicatori di successo della cura, ma non è il principale e soprattutto non può continuare a essere l’unico. Incontrare questi pazienti permette di dare valore e significato al “peso” che portano con loro. La presenza degli operatori sanitari nella vita di queste persone è tanto breve quanto dirompente, ma soprattutto può condizionare in maniera indelebile il loro futuro.
Il follow-up post intensivo può essere, in questo senso, un valido servizio di sostegno, anche se dalla letteratura disponibile non si evincono prove concrete a sostegno dei suoi effetti.
(Egerod et al., 2011) Sono quindi necessarie maggiori evidenze affinché possa essere giustificata e promossa una sua diffusa istituzione.
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