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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-11262008-174632


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
FEDI, LORENZO
URN
etd-11262008-174632
Titolo
Il Parco di Pinocchio a Collodi: analisi dello stato evolutivo e linee guida per la conservazione
Dipartimento
AGRARIA
Corso di studi
PROGETTAZIONE E PIANIFICAZIONE DELLE AREE VERDI E DEL PAESAGGIO
Relatori
Relatore Prof. Magnani, Galileo
Parole chiave
  • Nessuna parola chiave trovata
Data inizio appello
15/12/2008
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
15/12/2048
Riassunto
Se all’analisi del giardino storico, intesa come ricerca completa inerente lo stato di un’opera a verde, dalla sua progettazione fino allo stato attuale, esistono ormai numerosi contributi storico-scientifici da utilizzare anche in vista del restauro e della manutenzione del giardino medesimo, al giardino che scaturisce dalla cultura nostra contemporanea, a partire cioè dalla seconda metà del secolo appena trascorso, è stata data finora poca attenzione. E ciò, per i giardini che ormai possono dirsi storicizzati in quanto opera di paesaggisti ormai universalmente celebrati, rappresenta una carenza che deve essere colmata, perché lo studio rigoroso dell’evoluzione recente delle componenti vegetazionali di questi spazi a verde dovrebbe far acquisire informazioni importanti intorno alle prime “fasi di crescita” di quel particolare organismo rappresentato dal giardino, in relazione anche alla diversificata manutenzione di cui questo può avere usufruito. Con questa prospettiva, è stato analizzato il Parco di Pinocchio a Collodi, opera di uno dei maggiori paesaggisti del Novecento, Pietro Porcinai. A questi, incaricato di ingrandire e completare il primitivo piccolo parco di Pinocchio inaugurato nel 1956, si deve una realizzazione importante, portata a compimento nel 1972 con il contributo, per alcune opere d’arte inserite nel parco, di Pietro Consagra, scultore, e di Marco Zanuso, architetto, tre personalità queste che, tramite un lavoro protrattosi per circa 12 anni, riuscirono a creare quell’atmosfera che si respira tuttora all’interno del parco ‘rendendolo un luogo della cultura, dell’arte, della rappresentazione e dell’evocazione, in una suggestiva cornice di verde’. Oggi, dopo 36 anni dall’inaugurazione di questa area, la parte ‘verde’ ha subito, col trascorrere del tempo, alcune trasformazioni rispetto a quelli che erano i progetti originali. Tali modifiche sono da imputare per lo più al naturale sviluppo della componente vegetale o a episodi di assestamento dell’ecosistema; ma non solo. Per capire cosa realmente ha determinato cambiamenti di alcune parti del parco rispetto a ciò che era nei piani del suo progettista era necessaria una ricerca mirata, svolta innanzi tutto alla rilettura dei documenti d’archivio, in quello della Fondazione Nazionale Carlo Collodi (AFNC) e in quello di Pietro Porcinai (APP), e in secondo luogo sul documento principe, ossia sul parco medesimo, attraverso osservazioni e rilievi diretti. Sulla base dei documenti consultati (corrispondenza tra Porcinai e Zanuso e tra questi e la Fondazione; planimetrie; disegni; fotografie), è stato possibile ricostruire verosimilmente le varie fasi di realizzazione del parco, mettendo in luce una serie di aspetti utili a decifrare l’evoluzione del parco stesso, non tralasciando il criterio con cui questo è stato inserito, secondo il disegno di Porcinai, nella realtà ambientale preesistente. Infatti dal momento in cui Porcinai entra a far parte dello staff dei progettisti del parco, le trasformazioni proposte per il luogo si muovono progressivamente nella direzione di riprendere caratteristiche tipiche del paesaggio toscano e l’aspetto vegetale del parco assume sempre maggiore importanza rispetto alle soluzioni costruttive. La ricerca che è stata svolta non si è limitata a fornire un quadro delle varie fasi progettuali di trasformazione a cui è stato sottoposto il nuovo parco, ma ha preso in esame un’area specifica del parco, la quale probabilmente ha subito le trasformazioni più rilevanti, con l’intento di produrre una valida proposta di restauro. Nel contempo, è stato possibile, attraverso il lavoro svolto, tracciare alcune linee guida utili per la manutenzione (e quindi per la conservazione) del parco, secondo gli intenti di Pietro Porcinai.
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