Tesi etd-11252019-221357 |
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Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (5 anni)
Autore
ANGELINO, AMALIA
URN
etd-11252019-221357
Titolo
L'applicazione della TC Post-Mortem (PMCT) nell'esperienza della Sezione di Scienze Medico Forensi dell'Università di Firenze
Dipartimento
PATOLOGIA CHIRURGICA, MEDICA, MOLECOLARE E DELL'AREA CRITICA
Corso di studi
MEDICINA LEGALE
Relatori
relatore Prof.ssa Pinchi, Vilma
Parole chiave
- imaging post mortem.
- radiologia forense
- TC post mortem
Data inizio appello
11/12/2019
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
11/12/2089
Riassunto
La Radiologia al giorno d’oggi sta sempre più divenendo una disciplina di riferimento nell’ambito delle scienze forensi. I campi d’applicazione della radiologia alla medicina legale sono numerosi, e le sue potenzialità sono ampie e varie. La principale metodica radiologica applicata alle Scienze forensi al giorno d’oggi risulta essere la multi-slice TC senza utilizzo di mezzi di contrasto.
Nel marzo 2017 presso l'Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi di Firenze si è avviato il servizio PMCT, nato dalla collaborazione tra la Sezione di Scienze Medico Forensi dell’Università di Firenze e il Dipartimento di Radiodiagnostica.
A partire dal marzo 2017 al marzo 2019 sono state eseguite complessivamente 58 PMCT: di questi, 38 casi sono stati selezionati per questo studio.
Lo scopo è stato quello di valutare, attraverso un'analisi statistica della nostra casistica, se si potesse considerare la PMCT quale metodo tanto efficace quanto l'autopsia per valutare alcuni rilievi, ed inoltre valutare se, per ognuno di essi, fornisse più o meno informazioni rispetto all'autopsia. In particolare, sono stati presi in considerazione i seguenti reperti, suddivisi per sede anatomica: la presenza di fratture ossee, raccolte di fluidi, anomalie cardiache ed infine lesioni viscerali e vascolari.
Due diversi specializzandi di Radiodiagnostica hanno dunque revisionato tutte le immagini PMCT e i rapporti radiologici controllando i risultati selezionati in ogni singolo esame, annotandolo su una Tabella. Al contempo, due diversi specializzandi di Medicina Legale hanno eseguito la stessa procedura con i verbali delle autopsie giudiziarie. Le due tabelle sono state dunque messe a confronto.
Comparando i due metodi si è rilevato quindi che la PMCT rappresenta un importante esame ausiliario, che fornisce alcune informazioni aggiuntive sulle fratture ossee, sulla raccolta di liquidi, di gas, quando viene eseguita in parallelo all'autopsia convenzionale. La performance diagnostica della PMCT, invece, si è mostrata inferiore a quella dell'autopsia per quanto riguarda le patologie cardiache e le lesioni traumatiche viscerali e vascolari: non è in grado di aggiungere informazioni significative all'autopsia o di diagnosticare alcuni reperti invece visibili all'autopsia. Inoltre, la misurazione dello spessore delle pareti cardiache calcolato sulle immagini PMCT non è risultato affidabile.
In conclusione, i nostri risultati non supportano l'uso della PMCT come valida alternativa all'autopsia convenzionale per diagnosticare ed escludere tutti i reperti presi in considerazione nel presente studio. Tuttavia, la PMCT rimane uno strumento utile nelle indagini forensi come complemento all'autopsia convenzionale, essendo in grado di massimizzare la sensitività globale dell'indagine.
Nel marzo 2017 presso l'Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi di Firenze si è avviato il servizio PMCT, nato dalla collaborazione tra la Sezione di Scienze Medico Forensi dell’Università di Firenze e il Dipartimento di Radiodiagnostica.
A partire dal marzo 2017 al marzo 2019 sono state eseguite complessivamente 58 PMCT: di questi, 38 casi sono stati selezionati per questo studio.
Lo scopo è stato quello di valutare, attraverso un'analisi statistica della nostra casistica, se si potesse considerare la PMCT quale metodo tanto efficace quanto l'autopsia per valutare alcuni rilievi, ed inoltre valutare se, per ognuno di essi, fornisse più o meno informazioni rispetto all'autopsia. In particolare, sono stati presi in considerazione i seguenti reperti, suddivisi per sede anatomica: la presenza di fratture ossee, raccolte di fluidi, anomalie cardiache ed infine lesioni viscerali e vascolari.
Due diversi specializzandi di Radiodiagnostica hanno dunque revisionato tutte le immagini PMCT e i rapporti radiologici controllando i risultati selezionati in ogni singolo esame, annotandolo su una Tabella. Al contempo, due diversi specializzandi di Medicina Legale hanno eseguito la stessa procedura con i verbali delle autopsie giudiziarie. Le due tabelle sono state dunque messe a confronto.
Comparando i due metodi si è rilevato quindi che la PMCT rappresenta un importante esame ausiliario, che fornisce alcune informazioni aggiuntive sulle fratture ossee, sulla raccolta di liquidi, di gas, quando viene eseguita in parallelo all'autopsia convenzionale. La performance diagnostica della PMCT, invece, si è mostrata inferiore a quella dell'autopsia per quanto riguarda le patologie cardiache e le lesioni traumatiche viscerali e vascolari: non è in grado di aggiungere informazioni significative all'autopsia o di diagnosticare alcuni reperti invece visibili all'autopsia. Inoltre, la misurazione dello spessore delle pareti cardiache calcolato sulle immagini PMCT non è risultato affidabile.
In conclusione, i nostri risultati non supportano l'uso della PMCT come valida alternativa all'autopsia convenzionale per diagnosticare ed escludere tutti i reperti presi in considerazione nel presente studio. Tuttavia, la PMCT rimane uno strumento utile nelle indagini forensi come complemento all'autopsia convenzionale, essendo in grado di massimizzare la sensitività globale dell'indagine.
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