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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-11252019-165352


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC5
Autore
MEI, MARTINA
URN
etd-11252019-165352
Titolo
Lesioni cutanee da Papillomavirus nel cane: le placche virali pigmentate, studio clinico - patologico e di biologia molecolare
Dipartimento
SCIENZE VETERINARIE
Corso di studi
MEDICINA VETERINARIA
Relatori
relatore Prof.ssa Abramo, Francesca
correlatore Prof. Mazzei, Maurizio
Parole chiave
  • cane
  • Canine Papillomavirus
  • CPV
  • placche virali pigmentate
Data inizio appello
13/12/2019
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
13/12/2089
Riassunto
Il Papillomavirus (PV) è un virus a doppio filamento di DNA con genoma circolare responsabile dello sviluppo di neoplasie cutanee in diverse specie, tra le quali è compresa la specie canina.
Ad oggi, sono stati individuati 23 genotipi di Canine Papillomavirus (CPV) appartenenti a tre generi (Chi, Lambda e Tau) responsabili dell’insorgenza di quattro diverse tipologie di lesioni: la papillomatosi orale, il papilloma cutaneo esofitico, il papilloma invertito e le placche virali pigmentate.
La letteratura scientifica riporta come agenti eziologici delle placche virali pigmentate 12 tipi diversi di PV, tutti appartenenti al genere Chi: CPV-3, CPV-4 CPV-5, CPV-8, CPV-9, CPV-10, CPV-11, CPV-12, CPV-14, CPV-15, CPV-16 e CPV-18.
Nell presente tesi sono stati selezionati 16 casi di cani affetti da placche virali pigmentate, con l’intento di studiare le caratteristiche cliniche e istopatologiche delle lesioni, di valutare l’espressione virale nelle cellule epiteliali mediante la tecnica dell’immunoistochimica (ICC) e di individuare il tipo virale responsabile delle infezioni mediante l’utilizzo della Polymerase Chain Reaction (PCR). Dal punto di vista clinico le lesioni apparivano pressoché circolari a margini irregolari, leggermente in rilievo, con aspetto iperpigmentato e distribuzione singola o multipla. L’indagine istopatologica ha rivelato la presenza di elementi caratteristici delle placche virali pigmentate quali la configurazione “smerlata” della superficie epiteliale, l’iperplasia, l’ipercheratosi, l’ipergranulosi, l’iperpigmentazione e in alcuni casi la coilocitosi. L’ICC ha permesso di individuare la proteina capsidica virale L1, e quindi la presenza del virus in fase attiva, in 14 casi su 16 (in 2 casi non era valutabile). Infine, mediante la PCR con primer generici e specifici per CPV è stato possibile individuare il tipo virale di CPV-4 in 2 casi, di CPV-8 in 2 casi e di CPV-9 in 10 casi, per un totale di 14 casi su 16. I risultati sono stati confermati mediante il sequenziamento. Nei 2 casi negativi alla PCR, l’IIC era positiva.
In conclusione, l’uso combinato delle metodiche diagnostiche utilizzate in questo studio ha permesso di confermare il ruolo patogenetico del PV nella totalità dei casi selezionati. Sono state inoltre osservate alcune possibili correlazioni tra i dati del segnalamento, le caratteristiche clinico-patologiche e i diversi tipi di CPV implicati; aspetti che potrebbero essere approfonditi in studi futuri.

Papillomavirus (PV) is a double-stranded DNA virus with a circular genome responsible for cutaneous neoplasia in different species, including the canine one.
To date, 23 types of Canine Papillomavirus (CPV) belonging to 3 genera (Chi, Lambda and Tau) have been identified as responsible of four different types of lesions: oral papillomatosis, exophytic cutaneous papilloma, inverted papilloma and pigmented viral plaques.
Scientific literature reports 12 types of PV, all belonging to the Chi genus, as etiological agents of pigmented viral plaques: CPV-3, CPV-4 CPV-5, CPV-8, CPV-9, CPV-10, CPV-11, CPV-12, CPV-14, CPV-15, CPV-16 and CPV-18.
In this thesis, 16 cases of dogs suffering from pigmented viral plaques were selected, with the intent to study the clinical and histopathological characteristics of lesions, to evaluate the viral expression in epithelial cells by immunohistochemistry (IHC) and identify the viral genotype involved using Polymerase Chain Reaction (PCR). Clinically the lesions appeared almost circular with irregular margins, slightly in relief, with hyperpigmented appearance and single or multiple distribution. The histopathological investigation revealed the presence of characteristic elements of pigmented viral plaques such as the scalloped configuration of the epithelial surface, hyperplasia, hyperkeratosis, hypergranulosis, hyperpigmentation and in some cases coilocytosis. By IHC was possible to identify the viral capsid protein L1, and therefore the presence of the virus, in 14 cases out of 16. Finally, PCR assays using generic or CPV-specific primers allowed to identify the viral genotype CPV-4 in 2 cases, CPV-8 in 2 cases and CPV-9 in 10 cases, with a total of 14 cases out of 16. Results were confirmed by sequencing analysis. In the 2 PCR negative cases, IHC was positive.
In conclusion, the combined use of diagnostic methods used in this study confirm the pathogenetic role of PV in all the selected cases. It was also possible to identify some possible correlations between signaling data, clinical-pathological features and the specific types of CPV involved; aspects that could be elaborated in future studies.
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