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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-11242019-161055


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
PARDINI, MARCO
URN
etd-11242019-161055
Titolo
Studio stratigrafico, sedimentologico e geochimico dei sedimenti lacustri relativi al Pleistocene inferiore del Bacino dell'Aquila: implicazioni ambientali
Dipartimento
SCIENZE DELLA TERRA
Corso di studi
SCIENZE E TECNOLOGIE GEOLOGICHE
Relatori
relatore Prof. Zanchetta, Giovanni
correlatore Dott.ssa Regattieri, Eleonora
controrelatore Prof. Sarti, Giovanni
Parole chiave
  • sedimenti lacustri
  • proxy
  • paleoclima
  • stratigrafia
Data inizio appello
13/12/2019
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
13/12/2089
Riassunto
L’attività presentata in questa tesi si inserisce in una collaborazione tra l’Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IGAG-CNR) di Roma, l’Università dell’Aquila, l’Università di Roma “La Sapienza” e l’Università di Pisa. In essa si illustrano i risultati di uno studio stratigrafico, sedimentologico, geochimico dei sedimenti lacustri, relativi al Pleistocene inferiore, del bacino dell’Aquila, che ha come scopo di mettere in evidenza le potenzialità di ricostruzioni paleoclimatiche e paleoambientali di questa sequenza lacustre utilizzando diversi indicatori geochimici e mineralogici. I sedimenti studiati sono i primi 60 metri di un carotaggio di maggiore profondità ottenuti dal carotaggio continuo. All’interno della successione stratigrafica sono stati rinvenuti tre livelli vulcanici (tefra) che hanno permesso di inquadrare cronologicamente i campioni. Sono state effettuate analisi gasometriche, analisi di fluorescenza a raggi X (XRF) e analisi diffratometrica a raggi X (XRD) allo scopo di ricostruire l’apporto detritico e la produttività primaria del bacino lacustre.
Il contenuto di CaCO3 dei campioni prelevati è risultato essere elevato (75%) ed è stato correlato alla produttività primaria del lago. Le analisi XRF hanno riguardato le concentrazioni di Ti, Rb, Zr, Sr, K, Ca, Si e Al i quali sono stati selezionati in quanto considerati indicatori paleoambientali. Per completare la parte analitica sono stati anche utilizzati i rapporti degli isotopi stabili dell’ossigeno sul carbonato di calcio.
I dati nel loro complesso mostrano come gli indicatori selezionati possono rappresentare ottimi indicatori delle variazioni climatiche, in particolare sono individuabili in modo inequivocabile i diversi cicli glaciali/interglaciali.
The activity presented in this thesis is part of a collaboration between the Institute of Environmental Geology and Geoengineering of the National Research Council (IGAG-CNR) of Rome, the University of L'Aquila, the University of Rome "La Sapienza" and the University of Pisa. More specifically, it’s possible to find the results of a stratigraphic, sedimentological, geochemical study of lake sediments, relating to the lower Pleistocene, of the Aquila basin, which aims to highlight the potential of paleoclimatic and paleoambiental reconstructions of this lake sequence using different indicators geochemical and mineralogical. The sediments studied are the first 60 meters of a coring of greater depth. Within the stratigraphic succession three different volcanic levels (tefra) have been found: its have allowed the chronological dating. Gasometric analysis, X-ray fluorescence analysis (XRF) and X-ray diffraction analysis (XRD) have been carried out in order to reconstruct the detrital contribuition and primary productivity of the lake basin.
The CaCO3 content of the samples taken was found to be high (75%) and it was related to the primary productivity of the lake. The XRF analyzes concerned the concentrations of Ti, Rb, Zr, Sr, K, Ca, Si and Al, which were selected because palaeoenvironmental markers.
To finish the analytical part, the ratios of stable oxygen isotopes on calcium carbonate were also used.
Overall the data analysed show how the selected indicators can represent excellent indicators of climatic variations and that different glacial/interglacial cycles can be unambiguously identified.
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