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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-11242014-110111


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
BERNICCHI, LUCREZIA
URN
etd-11242014-110111
Titolo
Indicatori prognostici dei pazienti con insufficienza renale sottoposti a dialisi: valutazione di linee guida
Dipartimento
SCIENZE VETERINARIE
Corso di studi
MEDICINA VETERINARIA
Relatori
relatore Prof.ssa Guidi, Grazia
correlatore Dott.ssa Perondi, Francesca
controrelatore Dott.ssa Marchetti, Veronica
Parole chiave
  • emodialisi
  • cane
  • AKI
  • outcome
Data inizio appello
12/12/2014
Consultabilità
Completa
Riassunto
RIASSUNTO
Parole chiave: cane, AKI, emodialisi, outcome
Scopo dello studio: validare l’attendibilità dei modelli A, B e C proposti da Segev (Segev et. al, 2008) nella previsione dell’outcome di cani affetti da insufficienza renale acuta sottoposti a trattamento emodialitico intermittente e verificare l’influenza che alcune variabili cliniche hanno sull’outcome di tali pazienti.
Materiali e metodi: in questo studio sono stati inclusi 41 cani, trattati mediante emodialisi, con evidenze anamnestiche, cliniche, di diagnostica per immagini e di laboratorio riferibili ad AKI ed a riacutizzazione di nefropatia cronica (AKI/CKD). Tutti i soggetti sono stati sottoposti ad anamnesi, visita clinica, profilo ematobiochimico, coagulativo, emogasanalisi, analisi delle urine, ecografia addominale, radiografia toracica e cateterizzazione, per il monitoraggio della produzione urinaria. Ad ognuno di essi sono state applicate la classificazione AKI ed i modelli predittivi di Segev.
Risultati: è emerso che il modello A possiede sensibilità e specificità rispettivamente pari a 52% e 88 %, il modello B pari a 83% e 82 %, mentre il modello C ha sia sensibilità che specificità uguali a 75 %. Mediante test di Pearson è stata evidenziata una correlazione lineare positiva tra il punteggio dei due modelli (p <0,0001) ed una correlazione presente tra il punteggio del modello A ed la gravità dell’AKI (p= 0,03). Dall’analisi statistica mediante test chiquadro è risultata una differenza statisticamente significativa tra il numero di pazienti sopravvissuti e deceduti in rapporto alla produzione urinaria (p= 0,05) ed alla presenza di complicazioni respiratorie (p= 0,0120), pancreatite (p= 0,02) e SIRS (p= 0,02) al momento della presentazione al centro di emodialisi. Dall’applicazione del test t-student unpaired, è infine emersa una differenza statisticamente significativa tra le medie delle concentrazioni iniziali di creatinina (p= 0,005) e fosforo (p= 0,008) tra i pazienti con outcome positivo e negativo.
Conclusioni: Da questo studio è emerso che i modelli di Segev, soprattutto il B e C, hanno un’elevata capacità di predire l’outcome di pazienti canini con insufficienza renale acuta sottoposti ad emodialisi, associata ad un’elevata percentuale di corrette classificazioni. Questi modelli non devono sostituire un’appropriata valutazione clinica del paziente, né essere considerati come unico strumento prognostico ma la loro applicazione, unita alla visita clinica ed all’osservazione dei principali parametri in grado di influenzare l’outcome emersi in questo studio, può aiutare molto il clinico nella scelta, non sempre facile, di intraprendere o meno la terapia emodialitica e di emettere una prognosi più precisa possibile.

ABSTRACT
Key words: dogs, AKI, hemodialysis, outcome
Objects: the aim of this study is to validate the reliability of Segev’s models A, B and C (Segev et al. 2008) in the outcome prediction in dogs with acute kidney injury (AKI) managed by hemodialysis, and to evalute the ability of clinical variables to influence these patient’s outcome.
Materials and Methods: this study includes 41 dogs, managed by intemittent hemodialysis, with anamnestic, clinical, imaging and laboratory findings of AKI and AKI/CKD. All patients were subjected to medical history, clinical examination, complete blood count, serum biochemistry, coagulation profile, blood gas analysis, urinalysis, abdominal ultrasound, chest X-ray and catheterization, to monitoring the urinary output. AKI classification and predictive models of AKI Segev had been applied to all cases.
Results: model A has sensitivity and specificity, respectively 52 % and 88 %, model B 83 % and 82 %, while model C has both sensitivity specificity equal to 75 %. By Pearson test was highlighted a positive linear correlation between the score of the two models A and B (p < 0.0001) and a correlation between the score of the Model A and AKI’s severity (p = 0.03). Chisquared test showed a statistically significant difference between the number of patients who survived and died in relation to urinary output (p = 0.05) and to the presence of respiratory complications (p = 0.0120), pancreatitis (p = 0.02) and SIRS (p = 0.02) at the time of presentation. T- test unpaired finally revealed a statistically significant difference between the averages of initial concentrations of creatinine (p = 0.005) and phosphorus (P = 0.008) between patients with positive and negative outcome.
Conclusions: in this study, Segev’s model, especially B and C, were found to have high outcome predictive power in dog managed by hemodialysis, associated with a high percentage of correct classifications. These models should not replace proper clinical assessment nor should they serve as a sole prognostic tool, but their application, combined with clinical examination and observation of the the main parameters that can influence the outcome, emerged by this study, can help clinicians in the decision to or not to initiate the dialytic therapy and to issue a prognosis as precise as possible.
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