Tesi etd-11242010-172721 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
CONDELLO, VINCENZO
URN
etd-11242010-172721
Titolo
ANALISI CITOGENETICHE IN COLTURE DI LINFOCITI UMANI DOPO TRATTAMENTO CON NANOPARTICELLE DI OSSIDO DI RAME
Dipartimento
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
Corso di studi
SCIENZE E TECNOLOGIE BIOMOLECOLARI
Relatori
relatore Prof. Migliore, Lucia
Parole chiave
- LINFOCITI
- NP
- TOSSICITA'
Data inizio appello
13/12/2010
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
13/12/2050
Riassunto
Con il termine nanoparticella si identificano normalmente delle particelle formate da aggregati atomici o molecolari con un diametro inferiore a 100 nm; possiamo ritrovarle nei prodotti di combustione, nei prodotti di attività fotochimica e vulcanica, nelle gomme da masticare, nelle emissioni veicolari, nei prodotti personali, quali creme solari, talco, cosmetici, nei prodotti finali del processo di smaltimento dei rifiuti ad opera di inceneritori.
Diversi studi tossicologici presenti in letteratura hanno riscontrato effetti potenzialmente dannosi di tali particelle; queste ultime possono entrare nel corpo umano tramite l’apparato respiratorio, il tratto alimentare o la cute per poi penetrare nelle cellule e successivamente nel nucleo. Una volta raggiunto il nucleo possono interagire con il DNA o con le proteine associate ad esso e indurre un danno al materiale genetico.
Recenti studi in letteratura indicano che le nanoparticelle inducono citotossicità, stress ossidativo con conseguente danno al DNA ed aumento della risposta infiammatoria.
Lo scopo di questo lavoro di tesi è quello di valutare il potenziale genotossico di nanoparticelle sferiche di ossido di rame (CuO) su cellule monocitarie estratte da sangue periferico (PBMC) prelevato da donatori volontari. Tali colture in vitro vengono utilizzate al fine di testare il potenziale effetto tossico sull’organismo umano.
Il potenziale genotossico viene valutato mediante l’utilizzo del test del micronucleo e del test della cometa. Il test del micronucleo consente di valutare il danno alla doppia elica del DNA e il danno cromosomico che ne deriva: l’indicatore della presenza di un danno cromosomico è rappresentato dai micronuclei.
Il test della cometa, invece, consente di rilevare e quantificare le lesioni al DNA nucleare mediante l’elettroforesi di lisati cellulari sospesi in agarosio. Questo test è stato utilizzato per valutare il danno primario al DNA indotto dal trattamento, mentre il danno ossidativo viene valutato tramite il test della cometa con gli enzimi ENDO III (endonucleasi III) e FPG (formamidopirimidina glicosidasi).
Per effettuare i test della cometa e del micronucleo viene utilizzato il range di concentrazioni determinate, tenendo in considerazione gli studi presenti in letteratura e i precedenti lavori effettuati presso questo laboratorio su colture cellulari differenti ( 1-100 μg/ml ).
Diversi studi tossicologici presenti in letteratura hanno riscontrato effetti potenzialmente dannosi di tali particelle; queste ultime possono entrare nel corpo umano tramite l’apparato respiratorio, il tratto alimentare o la cute per poi penetrare nelle cellule e successivamente nel nucleo. Una volta raggiunto il nucleo possono interagire con il DNA o con le proteine associate ad esso e indurre un danno al materiale genetico.
Recenti studi in letteratura indicano che le nanoparticelle inducono citotossicità, stress ossidativo con conseguente danno al DNA ed aumento della risposta infiammatoria.
Lo scopo di questo lavoro di tesi è quello di valutare il potenziale genotossico di nanoparticelle sferiche di ossido di rame (CuO) su cellule monocitarie estratte da sangue periferico (PBMC) prelevato da donatori volontari. Tali colture in vitro vengono utilizzate al fine di testare il potenziale effetto tossico sull’organismo umano.
Il potenziale genotossico viene valutato mediante l’utilizzo del test del micronucleo e del test della cometa. Il test del micronucleo consente di valutare il danno alla doppia elica del DNA e il danno cromosomico che ne deriva: l’indicatore della presenza di un danno cromosomico è rappresentato dai micronuclei.
Il test della cometa, invece, consente di rilevare e quantificare le lesioni al DNA nucleare mediante l’elettroforesi di lisati cellulari sospesi in agarosio. Questo test è stato utilizzato per valutare il danno primario al DNA indotto dal trattamento, mentre il danno ossidativo viene valutato tramite il test della cometa con gli enzimi ENDO III (endonucleasi III) e FPG (formamidopirimidina glicosidasi).
Per effettuare i test della cometa e del micronucleo viene utilizzato il range di concentrazioni determinate, tenendo in considerazione gli studi presenti in letteratura e i precedenti lavori effettuati presso questo laboratorio su colture cellulari differenti ( 1-100 μg/ml ).
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