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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-11232023-162115


Tipo di tesi
Tesi di dottorato di ricerca
Autore
RICCI, LAURA
URN
etd-11232023-162115
Titolo
Diritto punitivo coloniale, crimmigration, criminal other. Costanti e criptotipi nella gestione penale dell’alterità
Settore scientifico disciplinare
IUS/17
Corso di studi
SCIENZE GIURIDICHE
Relatori
tutor Prof. Vallini, Antonio
Parole chiave
  • othering
  • differentialism
  • culturally motivated crimes
  • cultural defense
  • crimmigration
  • colonial criminal law
  • otherness
Data inizio appello
01/12/2023
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
01/12/2026
Riassunto
Il lavoro propone una rilettura di fenomenologie punitive contemporanee alla luce di un’indagine retrospettiva sul passato coloniale italiano e tedesco. Più nel dettaglio, sulla scia delle sollecitazioni di autori come Naucke e Dubber, nella tesi si persegue, da un lato, l’obiettivo di sfidare la “narrazione dominante” sul diritto penale liberale tardo ottocentesco, indagando le vicende giuridiche coloniali italiana e tedesca per individuare gli aspetti di divergenza rispetto al modello ideale descritto da quei topoi ed elaborare, così, una “modellistica alternativa” che possa mettere così in risalto la presenza di un secondo circuito di giustizia penale tendente a rimanere sottotraccia, oscurato dalla narrazione ufficiale.
Dall’altro, l’indagine mira a proiettare i risultati di questa indagine sul presente, assumendo, come ipotesi di ricerca, che quanto rilevato rappresenti un modello generale sul “modo di essere" del diritto penale di fronte all'alterità (effettiva o presunta), ovvero in "contesti di confine", sia in senso geografico che politico-sociologico, con l'intento di mettere a nudo la presenza di un approccio differenzialista contemporaneo, legato a logiche di efficientismo-amministrativizzazione, ovvero ad atteggiamenti paternalistici che riecheggiano quelli propri della vicenda coloniale. Più nello specifico, il lavoro è teso a verificare se gli strumenti operativi della giustizia penale coloniale trovino ancora espressione, pur sulla base di substrati ideologici almeno apparentemente diversi, e sempre tenendo conto dei mutamenti storico-sociali intercorsi quindi osservare da vicino i casi nei quali la distinzione cittadini/non cittadini – ovvero altre distinzioni - giochino un ruolo decisivo nell’atteggiarsi del potere punitivo per valutare se sia possibile rinvenire, in questi episodi, “tracce di cultura giuridica coloniale”.
A questi fini, dall’analisi storico compartisca condotta vengono desunti indici e criptotipi di un diritto penale differenziale attraverso i quali vengono rilette alcune fenomenologie punitive contemporanee: segnatamente, il settore del diritto punitivo dell'immigrazione o, per meglio dire, il meccanismo di interazione tra diritto penale e amministrativo - e di conseguente costruzione di una “doppia devianza” in capo allo straniero - che caratterizza le politiche di crimmigration e i delitti a (effettiva o presunta) motivazione culturale, laddove la qualità culturale “altra” dell’autore del reato sembra giocare un ruolo di primo piano nella dinamica punitiva.
Infine, nel lavoro si delineano, seppur in via di prima approssimazione, strategie di superamento di approcci ingiustificatamente differenziale ad es. disegnando spazi di intervento per la Corte costituzionale o di riforma per il legislatore.
The work proposes a re-reading of contemporary punitive phenomenologies in the light of a retrospective comparative investigation on the Italian and German colonial past. More in detail, in the wake of the solicitations of authors such as Naucke and Dubber, the work aims, on the one hand, at challenging the "dominant narrative" on late 19th-century liberal criminal law, investigating Italian and German colonial legal experiences in order to identify the aspects of divergence from the ideal model described by those topoi and thus elaborate an "alternative modelling" that can highlight the presence of a second circuit of criminal justice that tends to remain under the radar, obscured by the official narrative.
On the other hand, the survey aims at projecting the results of this investigation onto the present, assuming, as a research hypothesis, that what has been found represents a general model on the 'way of being' of criminal law in the face of (actual or presumed) otherness, i.e. in 'border contexts', both in a geographical and socio-political sense. Thus, it aims at laying bare the presence of a contemporary differentialist approach, linked to logics of efficiency-administration, or to paternalistic attitudes echoing those typical of colonial past.
To these ends, indicators and cryptotypes of a differential criminal law deduced from the historical comparative analysis are used to reread certain contemporary punitive phenomenologies: namely, the field of immigration punitive law or, to be more precise, the mechanism of interaction between criminal and administrative law - and the consequent construction of a 'double deviance' on the part of the foreigner - that characterises crimmigration policies and the sector of crimes with (real or presumed) cultural motivation, where the 'other' cultural quality of the offender seems to play a leading role in the punitive dynamic.
Finally, the work outlines, albeit as a first approximation, strategies for overcoming unjustifiably differential approaches, e.g. by drawing spaces for intervention for the constitutional court or reform for the legislature.
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