Tesi etd-11232020-120201 |
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Tipo di tesi
Tesi di dottorato di ricerca
Autore
VUAT, FRANCESCA
URN
etd-11232020-120201
Titolo
TRA NASCITA E MORTE. CONSIDERAZIONI SULLE DIVINITÀ DEL DESTINO DEL MONDO ROMANO
Settore scientifico disciplinare
L-FIL-LET/05
Corso di studi
SCIENZE DELL'ANTICHITA' E ARCHEOLOGIA
Relatori
tutor Prof. Beta, Simone
Parole chiave
- destino
- destiny
- epigrafia romana
- fata
- fate
- fato
- fatum
- Parcae
- religione romana
- roman epigraphy
- roman religion
- tria fata
Data inizio appello
10/12/2020
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
10/12/2023
Riassunto
La presente ricerca è incentrata su Fatum, la forza divina che a Roma governava il destino. L’idea di destino era legata alla durata della vita, ed esso era pensato attraverso due metafore: quella della parola pronunciata dai tria Fata, che proferivano il destino del neonato, e quella della sua filatura ad opera delle Parcae (assimilate ai Fata).
L’indagine è stata approfondita attraverso lo studio di un corpus epigrafico costituito da poco più di 700 iscrizioni, nel tentativo di far emergere alcuni aspetti del sentimento religioso comune in relazione al fato.
La disamina delle fonti epigrafiche ha permesso l’acquisizione di numerosi dati per definire la natura di una forza divina dall’identità molteplice, che veniva per lo più raffigurata come una triade di figure femminili, ma a cui ci si riferiva ricorrendo all’uso dei tre generi, oltre che del singolare e del plurale. Questo “trattamento grammaticale” del nome rispondeva alle esigenze di una rappresentazione mentale assai variegata, sulla quale si innesta anche l’evoluzione del latino volgare.
Dallo studio condotto sono emerse anche una serie di “varianti locali” della rappresentazione di Fatum, nonché alcune peculiarità della commistione culturale in aree di recente romanizzazione, come la Regio X.
Anche l’esplorazione dell’iconografia ha infine restituito i tratti multiformi della vis che presiedeva al destino.
The present research is centered on Fatum, the divine force that ruled destiny in Rome. The idea of destiny was linked to the duration of life, and it was thought through two metaphors: that of the word spoken by the tria Fata, who announced the fate of the newborn, and that of its spinning by the Parcae (assimilated to the Fata).
The investigation was deepened through the study of an epigraphic corpus consisting of just over 700 inscriptions, in an attempt to bring out some aspects of common religious sentiment in relation to fate.
The examination of the epigraphic sources has allowed the acquisition of numerous data to define the nature of a divine force with a multiple identity, which was mostly portrayed as a triad of female figures, but referred to by the use of the three genera, as well as the singular and plural. This "grammatical treatment" of the name responded to the needs of a very varied mental representation, on which is also grafted the evolution of Vulgar Latin.
The study also revealed a series of "local variations" of the representation of Fatum, as well as some peculiarities of the cultural mix in areas of recent Romanization, such as Regio X.
The exploration of the iconography has finally returned the multiform features of the vis that presided over destiny.
L’indagine è stata approfondita attraverso lo studio di un corpus epigrafico costituito da poco più di 700 iscrizioni, nel tentativo di far emergere alcuni aspetti del sentimento religioso comune in relazione al fato.
La disamina delle fonti epigrafiche ha permesso l’acquisizione di numerosi dati per definire la natura di una forza divina dall’identità molteplice, che veniva per lo più raffigurata come una triade di figure femminili, ma a cui ci si riferiva ricorrendo all’uso dei tre generi, oltre che del singolare e del plurale. Questo “trattamento grammaticale” del nome rispondeva alle esigenze di una rappresentazione mentale assai variegata, sulla quale si innesta anche l’evoluzione del latino volgare.
Dallo studio condotto sono emerse anche una serie di “varianti locali” della rappresentazione di Fatum, nonché alcune peculiarità della commistione culturale in aree di recente romanizzazione, come la Regio X.
Anche l’esplorazione dell’iconografia ha infine restituito i tratti multiformi della vis che presiedeva al destino.
The present research is centered on Fatum, the divine force that ruled destiny in Rome. The idea of destiny was linked to the duration of life, and it was thought through two metaphors: that of the word spoken by the tria Fata, who announced the fate of the newborn, and that of its spinning by the Parcae (assimilated to the Fata).
The investigation was deepened through the study of an epigraphic corpus consisting of just over 700 inscriptions, in an attempt to bring out some aspects of common religious sentiment in relation to fate.
The examination of the epigraphic sources has allowed the acquisition of numerous data to define the nature of a divine force with a multiple identity, which was mostly portrayed as a triad of female figures, but referred to by the use of the three genera, as well as the singular and plural. This "grammatical treatment" of the name responded to the needs of a very varied mental representation, on which is also grafted the evolution of Vulgar Latin.
The study also revealed a series of "local variations" of the representation of Fatum, as well as some peculiarities of the cultural mix in areas of recent Romanization, such as Regio X.
The exploration of the iconography has finally returned the multiform features of the vis that presided over destiny.
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