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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-11232016-112532


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
FALCHI, GREGORIO
URN
etd-11232016-112532
Titolo
Diritto alla riservatezza e indebita pubblicazione delle intercettazioni (fra scelte di autoregolamentazione e incompiuti progetti di riforma)
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. Bresciani, Luca
Parole chiave
  • intercettazioni
  • pubblicazione
  • riservatezza
  • utilizzazione
Data inizio appello
14/12/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il progresso tecnologico ci ha dotato di un potentissimo strumento che semplifica enormemente la nostra quotidianità: lo smartphone.
Ci aiuta in ogni momento e per qualsiasi nostra esigenza; per cercare un amico, un albergo, un treno, una strada …… è diventato il nostro partner ventiquattrore su ventiquattro.
E’ un occhio, un orecchio e un localizzatore potentissimo che, con l’ideazione di software sempre più sofisticati, permette di vedere, ascoltare, localizzare colui che lo utilizza; anche con il telefono spento è sufficiente che la batteria sia inserita.
L’intercettazione oggi, dobbiamo dirlo, è più semplice ed invadente come non lo è mai stata fino ad adesso, ed è proprio per questo che il tema è di urgente attualità.
L’individuo è sottoposto ad un controllo capillare attimo per attimo; il controllo è sempre più incisivo e permette di conoscere aspetti personali e riservati che molto spesso nulla hanno a che vedere con il reato per il quale lo stesso è intercettato.
Quindi la scelta di trattare il tema scottante del rapporto che intercorre tra la pubblicazione delle intercettazioni e il diritto alla riservatezza, nasce dall’esigenza di fare luce su un fenomeno che è entrato a far parte, in maniera dirompente, della nostra quotidianità e che presenta aspetti rilevanti e complessi d’interesse collettivo.
Il progresso tecnologico, inoltre, ha portato nella società contemporanea ad uno smisurato ampliamento della sfera pubblica, cui ha corrisposto un’inevitabile contrazione della sfera privata del singolo individuo.
Le affermate forme sempre più sofisticate di controllo e di sorveglianza, hanno reso quanto mai concreto il rischio di essere letteralmente “spiati”, come testimoniano quei casi in cui le intercettazioni sono state effettuate addirittura illegalmente, senza alcuna autorizzazione dell’autorità giudiziaria.
D’altro canto, anche il ricorso, da parte della magistratura, allo strumento dell’intercettazione quale mezzo di ricerca della prova, ha conosciuto, negli ultimi anni, un incremento esponenziale; dimostrazione questa, della sua straordinaria efficacia investigativa.
Non possiamo negare che oggi lo spazio pubblico è stato invaso da una miriade di intercettazioni telefoniche anche a causa dell’uso massiccio e molto spesso indebito, che ne fanno i mezzi di comunicazione di massa.

Premesso questo, è possibile che queste due esigenze, all’apparenza distanti anni luce, possano convivere in uno stato democratico?
Ho tentato di dare risposta a questa domanda trovandomi di fronte a non poche difficoltà legate soprattutto, al fatto che il legislatore, invece di cercare un punto di equilibrio efficace e legittimo, ha sempre evitato il giusto dibattito parlamentare tentando di imporre il proprio punto di vista anche calpestando una delle due esigenze contrapposte, finendo con un nulla di fatto.
Come possiamo costatare, di fatto, gli ultimi e più importanti disegni di legge in materia sono finiti nel dimenticatoio per l’instabilità politica e per la mancanza di un accordo parlamentare.
Quindi è auspicabile, in primis, affidarsi ai dibattiti tra intellettuali, giuristi ed esperti in materia, ma, in via definitiva, occorre riportare il tema nel dibattito parlamentare, per dare risposta a questa complessa materia che vede coinvolto un diritto fondamentale della nostra Costituzione e cioè il diritto alla riservatezza sancito dall’articolo quindici.
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