Tesi etd-11232011-173844 |
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Tipo di tesi
Tesi di specializzazione
Autore
CANEPARO, FEDERICA
Indirizzo email
f.caneparo@gmail.com
URN
etd-11232011-173844
Titolo
Bacco e Arianna nella committenza farnesiana, tra la Galleria dei Carracci e il Palazzo del Giardino di Parma
Dipartimento
LETTERE E FILOSOFIA
Corso di studi
STORIA DELL'ARTE
Relatori
relatore Prof. Farinella, Vincenzo
Parole chiave
- Arianna
- Carracci
- Farnese
- Galleria Farnese
- Iconografia
- Palazzo del Giardino
- Parma
- Perseo
Data inizio appello
15/12/2011
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
15/12/2081
Riassunto
Il presente lavoro analizza le parallele committenze del cardinale Odoardo nella Galleria Farnese e del duca Ranuccio I nella Sala dell'Amore nel Palazzo del Giardino di Parma, nel tentativo di individuare nuovi elementi utili ad una più piena comprensione di entrambi i cicli affrescati.
Prendendo le mosse dal capolavoro dei Carracci, occorre concentrare l'attenzione su alcuni elementi che sono stati fino ad ora trascurati: da un lato, le scene mitologiche affrescate sulle pareti, abbinate alle imprese farnesiane, e, dall'altro, le Storie di Perseo, in merito alle quali è stato indagato il significato morale, ma non quello politico o celebrativo.
Fondamentale, a questo proposito, il confronto con la precedente tradizione iconografica e testuale del mito di Perseo, con particolare riguardo per le declinazioni del tema in ambito farnesiano, a Castel Sant'Angelo e nel Palazzo del Giardino di Parma.
Merita specifica attenzione il Palazzo del Giardino, dove Storie di Perseo e Storie di Arianna sono affrescate all'interno della Sala dell'Amore, sorprendentemente trascurata dagli studi.
Decorata in due fasi, sotto il ducato di Ranuccio I e di Ranuccio II, la Sala dell'Amore si pone al contempo come una celebrazione nuziale e come un'evocazione dei fasti passati della famiglia, in un momento in cui la sua gloria volge ormai al declino.
Nonostante la distanza temporale, i due cicli mostrano una considerevole unità concettuale e stilistica e condividono la stessa intonazione epitalamica e celebrativa, al punto che solo leggendoli insieme è possibile comprenderne il significato complessivo.
Inoltre, alcuni elementi presenti negli affreschi del Cignani possono aiutare a comprendere quale fosse il significato del mito di Arianna presso i Farnese, e la breve distanza temporale fra la doppia narrazione dello stesso mito nella Sala dell'Amore e nella Galleria può contribuire a colmare la distanza più grande che separa l'osservatore moderno dal capolavoro romano dei Carracci.
Prendendo le mosse dal capolavoro dei Carracci, occorre concentrare l'attenzione su alcuni elementi che sono stati fino ad ora trascurati: da un lato, le scene mitologiche affrescate sulle pareti, abbinate alle imprese farnesiane, e, dall'altro, le Storie di Perseo, in merito alle quali è stato indagato il significato morale, ma non quello politico o celebrativo.
Fondamentale, a questo proposito, il confronto con la precedente tradizione iconografica e testuale del mito di Perseo, con particolare riguardo per le declinazioni del tema in ambito farnesiano, a Castel Sant'Angelo e nel Palazzo del Giardino di Parma.
Merita specifica attenzione il Palazzo del Giardino, dove Storie di Perseo e Storie di Arianna sono affrescate all'interno della Sala dell'Amore, sorprendentemente trascurata dagli studi.
Decorata in due fasi, sotto il ducato di Ranuccio I e di Ranuccio II, la Sala dell'Amore si pone al contempo come una celebrazione nuziale e come un'evocazione dei fasti passati della famiglia, in un momento in cui la sua gloria volge ormai al declino.
Nonostante la distanza temporale, i due cicli mostrano una considerevole unità concettuale e stilistica e condividono la stessa intonazione epitalamica e celebrativa, al punto che solo leggendoli insieme è possibile comprenderne il significato complessivo.
Inoltre, alcuni elementi presenti negli affreschi del Cignani possono aiutare a comprendere quale fosse il significato del mito di Arianna presso i Farnese, e la breve distanza temporale fra la doppia narrazione dello stesso mito nella Sala dell'Amore e nella Galleria può contribuire a colmare la distanza più grande che separa l'osservatore moderno dal capolavoro romano dei Carracci.
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